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Un Altro Bacio: Perché Nuovo Cinema Paradiso Sarà Sempre Attuale

“Guardare Nuovo Cinema Paradiso significa considerare come la nostra stessa storia può essere raccontata attraverso i film che ci hanno segnato.”

Cinema Paradiso (1988) inizia con una colonna sonora che si alza in contrasto con la languida bellezza di un cielo e un mare azzurro, visibili attraverso tende trasparenti. Quest’arco sonoro si taglia bruscamente su una scena buia di intimità sospesa, dove una notte d’amore è interrotta da un elemento di presagio. All’improvviso siamo in una chiesa, dove la nostra attenzione si concentra subito sul piccolo chierichetto, che si addormenta sul lavoro, il semplice atto di suonare il campanello a mano negli intervalli appropriati durante il rituale ecclesiastico. Possiamo quasi sentire l’odore dell’incenso mentre si diffonde per la chiesa e sale verso la telecamera, che guarda giù dall’altare come dalla prospettiva di Cristo stesso.

Cinema Paradiso è indiscutibilmente uno dei film più amati del cinema italiano– e per una buona ragione. Il film racconta la storia di Salvatore, un regista di successo i cui ricordi della sua infanzia in un piccolo villaggio siciliano sono evocati dalla notizia che il proiezionista del cinema locale, Alfredo, è morto. I suoi piani di tornare al suo paese natale per il funerale immergono lo spettatore in una riflessione sull’infanzia del regista e sugli impatti della sua amicizia con Alfredo. Così, la narrazione del film si estende su quasi due decenni della vita di Salvatore – dalle ore in cui il piccolo “Totò” passava a sfuggire all’occhio vigile di sua madre per aggirarsi nella sala di proiezione in cima al cinema, all’innamoramento della bella Elena, fino alla decisione di lasciare casa e cercare fortuna nel mondo. È una narrazione tanto personale quanto una classica storia di “formazione”.

È forse per questi motivi che alla sua uscita nel 1988, Cinema Paradiso fu accolto con un plauso globale quasi immediato – sebbene fosse solo il secondo film scritto e diretto da Giuseppe Tornatore. Dopo aver vinto l’Oscar per il Miglior Film Straniero nel 1989, la reputazione del film si è diffusa nella cultura popolare, portando molti a definirlo uno dei film più influenti di sempre. A sua volta, Cinema Paradiso ha rimesso il cinema italiano sulla mappa dopo il lungo periodo di stasi seguito al suo periodo d’oro negli anni ’60 sotto l’impulso di Federico Fellini, dando il via a una nuova ondata di registi italiani sperimentali. Ma cos’è che rende Cinema Paradiso

allineato con lo spirito del tempo di metà secolo, che perdura ancora oggi? Il film – nella sua durata di 155 minuti, nella sua versione internazionale di 124 minuti, o nel Director’s Cut di 173 minuti – è entrato negli annali del patrimonio cinematografico. Questo non è un caso fortuito, né è dovuto a un’isteria di massa. La trama è, dopotutto, una storia apparentemente semplice: un ragazzo lascia casa, fa fortuna e torna al suo paese natale con occhi nuovi che hanno visto un mondo più ampio. Forse è questa semplicità che lo rende così duraturo: una storia vecchia come il tempo, universale indipendentemente dal contesto, dal paese o dal percorso di carriera. O forse perché c’è un altro strato di sfogliatelle in questa delizia visiva. Cinema Paradiso è un film sul film, sulla bellezza del cinema e sul potere che i film esercitano su di noi. Riflettendo sull’atto di andare al cinema e sui meccanismi dietro le proiezioni delle pellicole, Cinema Paradiso è un’esplorazione approfondita di come il cinema abbia avuto e continui ad avere un ruolo centrale nella nostra società. Nell’era di Netflix e delle serie in streaming su piccoli schermi di laptop dal comfort delle nostre camere da letto, nascosti sotto i piumoni, Cinema Paradiso

è ora più rilevante che mai. Ogni volta che lo guardo, sono colpito da una profonda nostalgia per andare al teatro – per quel momento di anticipazione di abbassare il sedile di velluto e aspettare che le luci si abbassino e il proiettore inizi a girare. Mi manca discutere con i miei amici su quale film scegliere, quale teatro ha il miglior programma, dove mangiare dopo. Ma una delle ragioni principali per cui andiamo al cinema è per vedere e sentire: Cinema Paradiso va dritto al cuore di questo.

The town square in Cinema Paradiso is Piazza Umberto I in the village of Palazzo Adriano, about 30 miles south of Palermo.

Spinto da forze socio-politiche, Alfredo, il proiezionista, ha tagliato tutte le scene fisiche – anche solo i baci – dai film che vengono proiettati nel piccolo teatro siciliano. Ogni volta che una scena si avvicina a uno di questi momenti, c’è un silenzio sommesso, una pausa e poi un gemito collettivo quando la scena viene tagliata. I paesani non provano mai quella profonda soddisfazione quando due amanti finalmente si mettono insieme o per la coppia che, nonostante i litigi, non può vivere l’uno senza l’altra. Questa gratificazione è negata e censurata, e la tensione di questo rifiuto cresce e cresce come un amante che brama la persona che ama ma non può raggiungerla. Chi non ha provato questo dolore? Chi non ha desiderato un bacio che gli è stato negato? Queste scene, però, non sono perse ma accuratamente conservate su una bobina da Alfredo, custodite come preziosi ricordi. È solo nelle scene finali di Cinema Paradiso che il Totò adulto trova questa bobina e si siede di nuovo nella sua poltrona del cinema – non più quella degli anni ’50 ma una dell’era contemporanea – che il motivo per cui andiamo al cinema si riunisce. Guarda scena dopo scena di baci.

Quanti di noi non direbbero che la nostra prima comprensione di cosa sia il romanticismo (e anche la lussuria) viene dai film? I film giocano un ruolo enorme nel plasmare le nostre vite – soprattutto da bambini – e riescono a mantenere una presa continua su di noi per molti anni a venire. Guardare Cinema Paradiso significa considerare come la nostra stessa storia possa essere raccontata attraverso i film che ci hanno segnato. C’è quindi qualcosa con cui molti di noi possono identificarsi in Cinema Paradiso, anche se il film ha una nota essenzialmente autobiografica (Tornatore ha parlato molto dei suoi primi incontri con il cinema – a Bagheria, appena fuori Palermo

dove è cresciuto – e di come hanno plasmato il suo percorso professionale). Al di là di questo elemento personale e della risonanza emotiva, Cinema Paradiso ha lasciato un segno duraturo sulle tecnicalità del fare cinema. Ispirati da Cinema Paradiso, i flashback dell’infanzia a momenti formativi del cinema sono ora emersi nei film di vari registi: È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, Dolor y gloria di Pedro Almodóvar, Caro diario di Nanni Moretti.

Fondamentali per Cinema Paradiso sono gli ambienti polverosi del villaggio siciliano, con le sue facciate scrostate e i muri imbiancati, immagini che anticipano le scene analogamente suggestive di Michael Radford (e Massimo Troisi) in Il postino. Shot after shot of surprising camera angles also make Cinema Paradiso è un pioniere. Che si guardi il piccolo Totò dall’alto dell’altare della chiesa o attraverso le inferriate il Totò adolescente, le proporzioni di tante scene sono distorte. Questa tecnica può essere collocata in un continuum con la generazione successiva di registi: il modo di Luca Guadagnino di mostrare la passione attraverso angoli di ripresa intimi ha qualcosa in comune con i metodi di Tornatore, così come il dispositivo frequentemente usato da Paolo Sorrentino di filmare dall’alto in La grande bellezza. Queste angolazioni, unite a una colonna sonora di Ennio Morricone, creano una forte esperienza sensoriale. Il ritornello ossessionante del film, che ricorre più e più volte, ha un elemento malinconico che allude a un senso di perdita, con gli archi che echeggiano una melodia semplice ma commovente. In contrasto, il motivo che suona quando vediamo il rapporto tra Totò e Alfredo, con le sue note di violino staccate, è edificante pur contenendo due melodie diverse che alludono alla separazione del duo in età e vite. (Cinema Paradiso ha gettato le basi per una collaborazione tra Tornatore e Ennio Morricone che sarebbe continuata per altri 32 anni. Morricone ha scritto la colonna sonora per ogni successivo film prodotto da Tornatore.)

E così, quando parlo dell’eredità di Cinema Paradiso, Parlo della sua risonanza a livello emotivo tanto quanto tecnico. Tornatore potrebbe essere riconosciuto come un protagonista chiave nel ristabilimento della reputazione del cinema italiano – per le sue tecniche e narrazione risonanti – ma c’è qualcosa di molto più profondo oltre questi elementi tangibili. Da un lato, ci invita a non dimenticare la gioia di andare al cinema, non importa quanto possa essere comodo guardare un film tramite i servizi di streaming da casa. Ma in modo più profondo, il film ci ricorda che troviamo la nostra strada in questo mondo con l’aiuto degli altri – di finzione e non.

Bagheria