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Le 5 Strutture Architettoniche Più Iconiche del Cinema Italiano

Il cinema ci ha sempre fatto sognare, trasportandoci in mondi diversi e immergendoci in storie che sono un mix unico di personaggi, trama e location. Quest’ultima richiede una collaborazione decisiva tra ogni regista, scenografo e scenografo – creatore di una storia che deve svolgersi in armonia con il mondo in cui è inserita.

 

Ma per dare vita alla Storia con la S maiuscola, spesso non basta chiudere la produzione in un set cinematografico, e la scelta di un’ambientazione reale, fuori dalle porte degli studi, in cui immergere i personaggi di un film diventa fondamentalmente importante.

 

L’impatto visivo di molte di queste ambientazioni si basa sulla presenza di strutture architettoniche iconiche, che, di per sé, diventano motivi simbolici, plasmando l’identità visiva ed emotiva del film. Ecco cinque edifici e quartieri italiani originali, evocativi e indimenticabili che hanno lasciato un’impressione duratura sugli spettatori e sono diventati simboli dei rispettivi film:

Un vassoio per la colazione con frittelle, salsa e una tazza su un letto disordinato in una stanza d'albergo a luce soffusa; lampada sul comodino, loghi a destra. Hotel d'Inghilterra Roma, Starhotels Collezione - Vassoio per la colazione con pancake, sciroppo e frutti di bosco su un letto stropicciato in una camera elegante.
 

Quartiere EUR, Roma
Le tentazioni del dottor Antonio (The Temptations of Doctor Antonio, 1962)

I due protagonisti del secondo atto del film a episodi “Boccaccio ’70”, diretto da Federico Fellini, sono la stupenda Anita Ekberg e l’altrettanto stupenda architettura. L’episodio è una satira della scena politica italiana, seguendo un conduttore televisivo fittizio mentre si trova coinvolto in uno scandalo di promozione di prodotti, e si svolge nel quartiere EUR di Roma dove spiccano il monumentale Palazzo della Civiltà Italiana (Palazzo della Civiltà Italiana), la Basilica dei Santi Pietro e Paolo e il Palazzo dei Congressi (costruito nel 1938 per l’Esposizione Universale di Roma del 1942). Questi luoghi astratti e metafisici si fondono perfettamente con i temi del film sulla manipolazione dei media e l’uso della fiducia pubblica per il guadagno personale – è difficile capire cosa sia reale e cosa no. Senza dubbio, Le tentazioni del dottor Antonio è l’episodio più visionario, poetico e onirico del film.

EUR palazzo della civiltà italiana

 

Villa Malaparte, Capri
Il disprezzo (1963)

Basato sull’omonimo romanzo di Alberto Moravia, questo famoso film, diretto da Jean-Luc Godard, ha come protagonista una divina Brigitte Bardot, parte di una coppia il cui matrimonio è sull’orlo del collasso mentre lei diventa sempre più insoddisfatta del lavoro del marito e delle sue relazioni illecite. Le riprese si svolgono nella Villa Malaparte (nota anche come Casa Malaparte) a Capri, un contesto metafisico che si sposa perfettamente con il dramma di una separazione coniugale che si espande dalle pareti domestiche interne agli spazi esterni. L’iconica casa razionalista/surrealista, progettata dall’architetto Adalberto Libera insieme a Curzio Malaparte, diventerà famosa non solo per la sua posizione strategica sulla scogliera (simbolismo, qualcuno?), ma per la sua particolarità di design: un rosso pompeiano parallelepipedo in mattoni, dominato da una scala esterna a forma di piramide rovesciata che porta al tetto-solarium.

 

Non dimenticheremo mai la scena in cui una Bardot a piedi nudi in una vestaglia giallo burro scende queste scale, che si allargano mentre raggiungono un cielo senza limiti.

Photo by Stephanie Draime & Eduardo Cerruti

 

Garbatella, Roma
Caro Diario (Dear Diary, 1993)

Nel primo episodio (“In Vespa”) della commedia semi-autobiografica Caro Diario, Nanni Moretti (interpretato dal regista omonimo) vaga per una Roma estiva e semi-deserta durante le vacanze estive, avendo incontri surreali che mescolano la vita quotidiana e le riflessioni di Moretti su vari argomenti. Visita quartieri di cui non conosceva l’esistenza, va al cinema e arriva persino a Ostia per contemplare il luminoso e bianco monumento a Pier Paolo Pasolini. Ma quest’ultimo non è la sua tappa preferita durante le sue peregrinazioni: “La cosa che mi piace di più è vedere le case, vedere i quartieri. E il quartiere che mi piace più di tutti è la Garbatella,” dice Moretti.

 

Il quartiere operaio della Garbatella fu costruito negli anni ’20 come soluzione alla crisi abitativa di Roma e fu progettato per essere una comunità autosufficiente con le proprie scuole, negozi e spazi pubblici. L’architettura della Garbatella è un mix unico di stili tradizionali e moderni, con elementi di Art Nouveau, Art Déco e Razionalismo. Accanto al Piazza di Sant’Eurosia – su un lato della quale si trova la “Chiesoletta” dei Santi Teodoro ed Eurosia, costruita nel 1818 – c’è il famoso arco rosso sbiadito sotto cui Moretti guida la sua vespa.

 

Attraverso l’architettura del quartiere – sia di stile magnifico che completamente ordinario – vediamo Moretti riflettere sul senso di comunità e identità locale nel contesto di una Roma in rapido cambiamento.

 

Villa Palagonia, Bagheria
Baarìa (2009)

Set in Bagheria (in the province of Palermo), the hometown of director Giuseppe Tornatore, Baaria is a semi-autobiographical film which follows the political and social changes of the 1930s through the 1980s through the vicissitudes of a Sicilian family.

 

Nel film, Villa Palagonia, conosciuta anche come il “Palazzo dei Mostri”, fa qualche cameo ed è un esempio notevole di architettura barocca siciliana del XVIII secolo. Su ordine del committente della villa, l’eccentrico Principe di Belmonte, un’intera popolazione di artigiani e artisti ha lavorato per creare i pavimenti intarsiati, i mosaici e gli stucchi che seguono le linee dei muri e si arrampicano fino ai soffitti. Decorazioni architettoniche elaborate e fantastiche, come maschere grottesche e statue, ricoprono l’ingresso, gli archi e la facciata dell’edificio.

Bagheria, Palermo

 

Villa Necchi Campiglio, Milano
Io sono l'amore (2009)

Anche se Tilda Swinton brilla nei panni dell’emigrata russa Emma nel film di Luca Guadagnino, la vera protagonista di questa sceneggiatura è la casa della famiglia Recchi: Villa Necchi Campiglio, un capolavoro razionalista degli anni ’30 situato a Milano. Emma, sposata nella ricca famiglia Recchi, diventa sempre più isolata dalla sua famiglia e s’innamora di un altro, ridefinendo la sua identità di moglie, madre e amante sullo sfondo della villa – progettata dall’architetto Piero Portaluppi negli anni ’30 come residenza estiva per la ricca famiglia industriale Necchi Campiglio.

 

Durante le due ore del film, vediamo alcune delle caratteristiche architettoniche iconiche di Villa Necchi Campiglio: pavimenti in travertino, incorniciati da marmo verde; un camino monolitico in pietra; una scala interna con un corrimano in legno geometrico ipnotizzante; grandi porte scorrevoli in argento tedesco; e una facciata simmetrica con linee pulite e grandi finestre (tipiche dello stile razionalista). Un tempo casa per feste dell’élite milanese, la villa è ora aperta al pubblico come museo.

Villa Necchi Campiglio

Elegante ristorante dalle pareti blu con sedie arancioni, tovaglie bianche, opere d'arte, specchio dorato e vista sul bar. Arredamento caldo e classico. Elegante sala da pranzo con pareti blu, specchio dorato e poster d'epoca. Sedie arancioni su tavoli rivestiti di bianco. Presenti i loghi Helvetia e Bristol.

Quartiere EUR, Roma

Villa Malaparte, Capri

Garbatella, Roma

Villa Palagonia, Bagheria

Villa Necchi Campiglio, Milano