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La Vecchia Scuola Italiana della Disco: Le Balere

“è quel posto dove dimentichi le difficoltà della settimana, i problemi, i pensieri quotidiani volteggiando leggero tra valzer, sguardi rubati e buon vino.”

Un vassoio per la colazione con frittelle, salsa e una tazza su un letto disordinato in una stanza d'albergo a luce soffusa; lampada sul comodino, loghi a destra. Hotel d'Inghilterra Roma, Starhotels Collezione - Vassoio per la colazione con pancake, sciroppo e frutti di bosco su un letto stropicciato in una camera elegante.

E se le Balere avessero definitivamente soppiantato le discoteche?

E se Milano fosse diventata la nuova casa del LISCIO (un tipo di ballo lento, il cui nome si traduce letteralmente come liscio)?

Non vorrei azzardare troppo, ma mi sembra che tra i millennials (la generazione di quelli nati tra il 1980 e il 2000, a cui appartengo) andare in Balera non sia più un tabù. Anzi, c’è una nuova “tribù del ballo”!

File di luci appese come festoni, musica senza tempo e coppie senza età che scivolano sulla pista da ballo. Signore e signori questa è La Balera, il vecchio luogo ricreativo che oggi accontenta tutti: nonni, manager, fashion victim, casalinghe e persino giovani affascinati. I pochi talentuosi ballano accanto a quelli che hanno due piedi sinistri e si buttano goffamente sulla pista.

“La parola liscio si sposa con la parola ottimismo” sosteneva Raul Casadei, un vero Romagnolo, l’indiscusso re del liscio in Italia e un uomo leggendario non solo per chi frequenta le sale da ballo.

E la balera è proprio il luogo – un grande salone con servizio bar usato come pista da ballo – dove si esibiscono i balli di gruppo più leggeri, forme di tango e musica allegra e leggera accanto ai balli da sala più formali. Un mix di valzer, musica folk e popolare che continua a scatenare, divertire e far innamorare intere generazioni.

La Balera è quel posto dove ci si dimentica delle fatiche della settimana, dei problemi, dei pensieri quotidiani volteggiando leggeri tra valzer, sguardi rubati e buon vino.

Gli amanti del liscio e delle sale da ballo sembrano spuntare ovunque ci sia voglia di ballare.

In Italia, le sale da ballo si diffusero, soprattutto al Nord, nelle zone più centrali nella prima metà del XX secolo. Era piuttosto difficile costruire strutture fisse dedicate al ballo e al divertimento, era più facile improvvisare semplicemente una struttura mobile, con un telo da appoggiare su un palo centrale e pannelli di assi di legno che si incastravano tra loro come pavimentazione. Luoghi semplici, destinati a gente semplice.

La prima sala da ballo italiana fu aperta da Carlo Brighi nel 1910 a Bellaria sulla Riviera Romagnola: il Capannone Brighi (successivamente meglio noto come “Salone Brighi“). Il Riviera Romagnola caratterizza indubbiamente la Balera nell’immaginario collettivo italiano, impressa come luogo sociale e culturale che attira persone con una disposizione allegra e socievole.

Liscio è la musica che fa uscire di casa le famiglie, che porta anche i bambini nei locali, è “l’altro genere musicale”, quello che, insomma, mobilita la maggioranza silenziosa, il genere che contrasta il pop con la musica più di nicchia.

E sì… Perché il liscio è gioia, vivacità ed energia per chi balla. E se, come me, non sei della generazione cresciuta ballando il liscio e non l’avevi mai sperimentato dal vivo con nonni, zii, genitori o parenti, nessuna paura: tutti in sala da ballo, senza distinzioni, vengono trascinati sulla pista, in un modo o nell’altro, per un ballo o per l’altro. E davvero, non è mai troppo tardi per imparare!

Non ci sono gerarchie o simboli di status sulla pista. La Balera è democratica, il ballo è democratico. E (ri)unisce tutti. Giovani e vecchi, ricchi e poveri.

A Milano il liscio (o lissio per i milanesi) si balla alla Balera dell’Ortica, un locale storico nel quartiere dell’ Ortica (vicino a Lambrate) dove il Dopolavoro (un’associazione per il tempo libero dei lavoratori nel 1925) una volta c’era. Dava ossigeno culturale a un quartiere molto fervente che negli ultimi anni è stato completamente abbandonato. Qui ogni giorno i ferrovieri venivano a ballare sette giorni su sette al suono di un jukebox. Enzo Jannacci era il medico di base di questo quartiere e conosceva bene il suo carisma intrinseco… e poi niente più, per 15 anni è rimasto abbandonato a se stesso. E poi, circa dieci anni fa, la gestione è passata alla famiglia Di Furia ( esperti di balere che l’hanno riportata in vita.

Cosa è cambiato? Il cibo, visto che la famiglia Di Furia è in parte abruzzese — la cucina è fatta in casa, immancabili gli arrosticini così come il ragù e la torta della nonna che viene servita alla fine di ogni pasto.

La proposta è vasta: serate danzanti con musica dal vivo, corsi di ballo, piste da bowling, mercatini vintage e tante altre iniziative che negli ultimi tempi hanno reso questo posto, ancora una volta, un luogo iconico e imperdibile della città.

Ho organizzato qui diverse delle mie feste di compleanno.

Cantare e ballare con euforia regna sempre sovrano.

Ora sogni anche tu di aprire presto una Balera?

Che dire? Speriamo che vada tutto liscio.