Tu mi hai portato al fiume per pranzo. Ben lontano da Piazza di Spagna o dal Vaticano, mi hai invece mostrato la vita…
Ricordo ancora il saggio e semplice pescatore con mille storie nascoste tra le rughe del suo viso seccato dal sole. Anche se parlava una lingua straniera, sono rimasto catturato dal ritmo eccitato con cui fluivano i suoi racconti, mentre i suoi occhi brillavano di gioia.
L’uomo indiano, con un sorriso che sembrava lungo quanto il fiume stesso, ha messo sul tavolo i piatti che aveva preparato con orgoglio. Il cibo era particolarmente buono. “Una volta ero chef allo Sheraton,” ha proclamato con orgoglio, ora vive sulle rive del fiume cucinando per amici che sono diventati famiglia.
La vecchia signora a capotavola, apparentemente una matriarca di questa collezione di personaggi non imparentati, ha perso il marito, ma non la voglia di vivere. La storia pendeva dalle sue pareti improvvisate e sulle sue spalle curve. Gli anni le avevano tolto il passo facile, lasciandole un’andatura zoppicante, una mente acuta, un sano appetito e ricordi da condividere.
Quel giorno abbiamo pranzato in dodici, ero l’unico a non capire cosa si diceva, ma ho capito molto di più…

Mentre mi allontanavo in macchina, sono stato commosso fino alle lacrime dalla mia toccante esperienza. Ho capito che la connessione umana non è una questione di parlare la stessa lingua, né di condividere uno stile di vita simile, una religione o un paese d’origine. Si tratta di avere un cuore e una mente aperti. Non riguarda le cose che possediamo o che ci possiedono; si tratta di capire che non importa chi siamo, quanto siamo privilegiati o in quale sistema di classe siamo finiti, ognuno di noi un giorno morirà.
Posso solo immaginare l’istante in cui sarò confrontato con la morte. Sono sicuro che in quei momenti rimanenti, ovunque mi trovi o con chiunque sia, non mi preoccuperò dello status o di quale marca di scarpe sto indossando… Immagino di guardare profondamente nei loro occhi e stringere le loro mani vicino al mio cuore, afferrando quell’ultimo momento di connessione umana.
Quel viaggio al fiume mi ha ricordato quanto sia importante sentirsi vivi e connettersi con tutte le persone. Non si tratta della tua gente o del mio tipo; si tratta di essere gentili. Si tratta dell’umanità.