Ti suona familiare? Non importa dove sei cresciuto, probabilmente hai canticchiato una delle canzoni di Domenico Modugno o Mina, hai avuto la pelle d’oca ascoltando i vibranti tenori d’opera Pavarotti e Bocelli, hai ballato sulle note di una canzone napoletana e ti sei emozionato con la musica di Morricone, Nino Rota e Nicola Piovani mentre guardavi un bel film.
Negli ultimi anni, in particolare quest’estate – un’estate fantastica per essere italiani, grazie ai trionfi sportivi nel calcio e alle Olimpiadi – possiamo aggiungere a questa lista la rock band Måneskin. Anche se non rappresentano un suono tipicamente italiano, sono senza dubbio originali nella loro musica.
Sono sempre stato appassionato di musica. Per un po’ ho lavorato nell’industria culturale dei festival più underground in Italia, lamentandomi sempre dell’irrilevanza della musica italiana. Ma oggi le cose stanno cambiando: i Måneskin sono solo il punto di arrivo, o di partenza (a seconda dei punti di vista), di una rinascita, di un cambio generazionale che sta aprendo la musica italiana – forse poco ascoltata all’estero anche per la lingua. Una musica che non è solo nuova, ma anche rappresentativa di un’Italia che cambia: molti leader di questa scena musicale emergente sono italiani, figli di immigrati, donne, rappresentanti della comunità queer. Attraverso la loro musica, questi artisti stanno portando l’attenzione su questioni che sono sempre state tabù o causa di tensioni politiche in Italia. Ma non solo: grazie al loro impegno e alla capacità di sensibilizzare le generazioni più giovani, la loro musica sta contribuendo a superare certi stereotipi. Chi avrebbe mai immaginato che un giovane di 26 anni, figlio di una coppia interrazziale (padre egiziano e madre italiana), apertamente gay, avrebbe vinto il Festival di Sanremo – un evento che incarna più di tutti la tradizione musicale italiana – con un pezzo contemporaneo e che, di fatto, è arrivato anche agli ascoltatori stranieri? Quella persona è Mahmood, forse il miglior rappresentante della scena che voglio presentarti, ma soprattutto invitarti ad ascoltare. In un certo senso, la sua vittoria è stata davvero il punto di “non ritorno” per la musica italiana. Da quel momento, l’Italia ha dimostrato di essere pronta per un nuovo sound.
Oggi voglio farti ascoltare un po’ di quello che suona nelle orecchie dei giovani italiani, andando oltre i tormentoni estivi che ricordiamo per tre mesi e poi dimentichiamo… Per farlo, ho chiesto una mano a Lucrezia Savino, A&R Manager di Universal Publishing Italy (in altre parole, una talent scout). È anche, per puro caso, una mia carissima amica dai tempi del liceo. Spesso parliamo di questo argomento, scambiandoci nomi di artisti da ascoltare prima che diventino famosi. Lucrezia ha compilato una playlist con 10 canzoni che illustrano la new wave italiana. “Questa lista è tutto ciò che c’è in Italia oggi che merita almeno un ascolto, dal più mainstream al più sperimentale. Per ballare o semplicemente per prendersi una pausa dalla vita. Un insieme di suoni e colori diversi in una scena musicale fervente e in continua crescita.”
Iniziamo con il primo, uno dei miei preferiti: Supreme ha creato un suono iconico e riconoscibile nella scena trap italiana. Ma non solo: mischiando l’italiano con il gergo trapper, ha creato una sorta di “nuova lingua”, a cavallo tra le due, che per me è un fantastico esempio dello spirito del tempo. In uNa DiReZioNe giUsTa, Davide Mattei duetta con uno dei “padri” dell’hip hop italiano, Neffa, creando un bellissimo dialogo tra presente e passato.
Poi viene uno degli artisti più vicini al cuore di Lucrezia: BLANCO, che ormai puoi sentire anche al supermercato (Lucrezia me l’ha fatto ascoltare quando era ancora uno sconosciuto). Lei definisce il suo stile come “un mix tra slowthai e Gino Paoli, tra punk e melodie smaccatamente italiane” che trovo essere una definizione incredibilmente creativa. In “LA CANZONE NOSTRA”, Blanco si alterna con Salmo, un popolare rapper italiano, accompagnato dalle note create da MACE, un produttore capace di scalare le classifiche con un sound decisamente ancora attuale.
E poi arriviamo a Madame, definita come la nuova stella del pop italiano contemporaneo che si è fatta notare a 16 anni con il successo “Sciccherie”. Ora a soli 19 anni è già arrivata a esibirsi a Sanremo, il festival musicale più importante d’Italia, con la bellissima “Voce”, una canzone emozionante dedicata – appunto – alla sua voce. Per Lucrezia, “Madame fa ben sperare per il futuro delle donne nella musica italiana”.
Andiamo avanti con roba più mainstream, mainstream di qualità che in Italia è abbastanza raro, te lo assicuro. Qui Lucrezia ci presenta un artista che ha già fatto capolino sulle pagine di Italy Segreta, il già citato Mahmood, vincitore del Festival di Sanremo nel 2019 con “Soldi”, secondo classificato all’Eurovision, e sicuramente l’esempio più brillante del pop urbano italiano. Mentre ascolto la canzone, mi viene in mente di aver cantato con lui (prima che diventasse famoso) per uno dei compleanni di Lucrezia, in un karaoke in via Paolo Sarpi a Milano, notando la sua voce molto particolare. Lucrezia mi dice che “fin dal primo giorno, abbiamo investito nel suo talento. È uno dei pochi progetti italiani che può suonare all’estero, abbiamo molta fiducia in lui” . Dovresti ascoltare il suo album per capire veramente perché.
Non possiamo concludere il genere “pop” senza menzionare Sangiovanni, prodotto del talent show “Amici” di Maria De Filippi, una conduttrice che potrebbe essere definita l’Oprah italiana. “Malibu” è praticamente onnipresente sulle radio italiane. Forse è stata questa canzone il tormentone estivo definitivo, ma almeno non era reggaeton, grazie al cielo.

Mahmood; Courtesy of Città di Parma
Andando avanti, esploriamo acque più profonde, in territori meno conosciuti ma interessanti. Qui Lucrezia ci porta in una deviazione strumentale, con “Canone Infinito” di Lorenzo Senni, un artista trance ben noto nei circoli elettronici internazionali, e Iosonouncane, che ha recentemente pubblicato il suo bellissimo album IRA, fatto di suoni di sottofondo a volte inquietanti. “Iosonouncane e Lorenzo Senni mostrano quanto sia varia la scena italiana oggi, oltre alle classifiche pop e urban. Entrambi gli artisti sono molto attenti alla sperimentazione”.
Dopo questo tuffo nel sottosuolo, torniamo al pop con un trio di artisti interessanti. Iniziamo con Frah Quintale, “uno dei migliori esempi di R&B italiano”, poi Venerus, con la splendida “Sei acqua” arrangiata con i Calibro 35 (una delle band più interessanti d’Italia; ti consiglio vivamente di ascoltarli). Venerus è un progetto multidimensionale dal punto di vista musicale e visivo: l’album “Magica Musica” è un viaggio tra introspezione e gioia espresso attraverso la bellissima voce del cantante milanese.
E infine, il tormentone della “mia” estate, “Marechià” dei Nu Genea, un duo di DJ napoletani che stanno reintroducendo il suono del funk napoletano degli anni ’70 in chiave contemporanea (per riferimento, ascolta i dischi di Pino Daniele e Napoli Centrale di quell’epoca). “Marechià” è fantastica e divertente, cantata un po’ in francese e un po’ in dialetto napoletano. Una perfetta rappresentazione dell’essenza dei tempi.
Condensare tutta questa grande musica in 10 pezzi è praticamente impossibile, quindi ecco solo alcuni nomi aggiuntivi da Lucrezia: bnkr44, ARIETE, Tropico, Franco126.
Bene, ora sai cosa ascoltare nei prossimi mesi – speriamo che ti piaccia la nuova era della musica italiana.