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Amore all'Italiana:

Tulipani sotto la pioggia

Da C (30 Anni)

Un vassoio per la colazione con frittelle, salsa e una tazza su un letto disordinato in una stanza d'albergo a luce soffusa; lampada sul comodino, loghi a destra. Hotel d'Inghilterra Roma, Starhotels Collezione - Vassoio per la colazione con pancake, sciroppo e frutti di bosco su un letto stropicciato in una camera elegante.

È una domenica di pioggia, certo non poteva essere altrimenti, ma è troppo tardi per cambiare idea. È deciso. “È la cosa giusta da fare, no?”. Mi chiedo per l’ennesima volta. Alla fine, come si fa a essere sicuri di averci davvero provato? Quando è il momento di dire ci sono andato vicino ma anche questa volta non è amore?

“Ci risiamo, ecco che sto ricominciando a pensare troppo” Basta, è ora: Prendo un ombrello, indosso la giacca e mi precipito fuori sotto la pioggia. Lì, in mezzo a Piazza del Duomo a Milano, la vedo. Sta sorridendo; non è un buon inizio, penso. Quando mi avvicino, lei chiude il suo ombrello, mi raggiunge sotto il mio e mi abbraccia, e poi inizia a camminare con me tenendomi a braccetto. Cominciamo a passeggiare e per un attimo torno a quella sera di sei mesi prima, quando ci eravamo conosciuti.

Era un sabato sera del 2016, una serata di musica elettronica al TOM, era fantastico, ho sentito che non è più lo stesso.  Ero ancora solo, aspettavo che arrivassero i miei amici. Mi piaceva chiudere gli occhi e ballare, dimenticare per un po’ la settimana e muovermi. Un quarto d’ora dopo stavo ballando con lei avevamo incorciati gli sguardi e tutto sembrava funziare. Dopo quel primo incontro, ci vollero alcuni giorni prima che potessimo fissare i nostri impegni e vederci. Credo che entrambi ci aspettassimo che non sarebbe successo – meglio giocare d’anticipo.

“Te come stai?, Per le 7:30 dovrei essere fuori”

“Ciao!! Io sono in alto mare possiamo rimandare a lunedi?

“Ma che figurati anche’io mi sa che farò tardi in ufficio, buono studio ci sentiamo nel weekend”

“si perfetto, buona serata :)”

“Aperitivo domani?”

“Come sei messo mercoledi? Io ho un esame martedi mattina”

“Ah va bene, nessun probelma ti confermo domani, buonanotte”

“perfetto a domani notte”

“Ehi ciao, Allora ci vediamo domani 7:30 ok?”

“Si perfetto! In che zona?”

Il giorno dopo le ho portato dei fiori, i suoi fiori. Ogni persona ha un fiore; lei era un tulipano. Ci siamo divertiti molto e mi è piaciuto parlare con una persona che aveva vissuto e attraversato più di un’università. Io mi ero laureata poco più di un anno prima, ma mi sembrava già molto tempo. Lei aveva 29 anni, io 23, lei era appena tornata all’università dopo una carriera da modella e io avevo iniziato a lavorare con entusiasmo e grandi idee. In un certo senso, sembrava che non ci fosse differenza di età: ci capivamo. Almeno all’epoca ci sembrava così. Andavamo alle gallerie d’arte contemporanea, correvamo insieme e parlavamo dei nostri prossimi passi nella vita. Avevo intenzioni serie, questa volta volevo innamorarmi un po alla volta e non disinamorarmi gradualmete come di solito accade con i colpi di fulmine. 

Sei mesi dopo siamo qui sotto la pioggia, lei mi tiene il braccio e io sto per dirle che alla fine non mi sono innamorato. Voglio davvero che capisca che ci ho provato, davvero, ma in quel momento devo accettare che non mi crederà. Devo essere messo in una scatola: l’uomo che non ha mai voluto avere una relazione. Ma ciò che conta davvero, alla fine, è che per la prima volta sento di aver dato davvero una possibilità all’amore. Ci salutiamo e ci incamminiamo in direzioni opposte sotto la pioggia. Sarà l’ultima volta che ci vedremo. A volte succede così, credo. Continuo a trovare questa la cosa più strana degli delle relazioni, sei qualcosa e poi *poof* di nuovo niente. Quetsa volta non ha funzionato, ma d’ora in poi, continuerò a cercare di innamorarmi e non a disinnamorarmi pensai tornando verso casa sotto la pioggia.