Il boom del prêt-à-porter milanese negli anni ’70, le dinastie calzaturiere fiorentine, i saloni di alta moda romani: tutto ha contribuito all’identità nazionale italiana costruita sull’alta moda. Armani ha regalato al mondo abiti destrutturati che hanno rimodellato le sale riunioni; Prada ha trasformato il nylon in un materiale di lusso; Fendi ha trasformato una pellicceria di famiglia in una potenza globale di accessori. Ogni casa ha una filosofia distinta, un linguaggio visivo riconoscibile come un segno zodiacale. Abbinali e i parallelismi diventano irresistibili: l’infuocato Ariete brucia nelle catene d’oro di Versace, il saldo Toro si ancora nel greige di Armani, il sognante Pesci si dissolve nelle stampe vorticose di Pucci. In un paese dove le case di moda sono dinastie e le dinastie sono destini, chi sei potrebbe essere già scritto nelle stelle e nell’etichetta cucita all’interno della tua giacca.
ARIETE
L’Ariete entra come un fiammifero nella benzina, e VERSACE è nato esattamente in quel tipo di incendio. Fondata nel 1978, la casa si è fatta sentire con abiti bondage, catene d’oro e stampe barocche. Mentre altre case di moda milanesi cercavano di affinarsi, Versace mirava a provocare. L’Ariete non vorrebbe altrimenti. È appropriato che il logo di Versace sia la testa di Medusa rivestita di serpenti, perché uno sguardo fulminante di un Ariete e anche tu sei trasformato in pietra. Gianni Versace ha praticamente inventato l’era delle top model negli anni ’90, mandando Naomi, Linda e Cindy in passerella a braccetto, e dopo la sua morte, Donatella ha preso le redini e ha raddoppiato il dramma: l’abito verde giungla di J.Lo (quello che ha lanciato Google Images) è stata tutta opera sua. “La moda è un’arma che puoi usare quando ne hai bisogno”, ha detto una volta Donatella, e l’Ariete non potrebbe essere più d’accordo. Entrambi prosperano sullo shock e sullo stupore, brandendo la bellezza come potenza di fuoco. Questa è una coppia sempre pronta al combattimento, preferibilmente su tacchi da quindici centimetri e completamente d’oro.

Photo by Salvatore Delle Femmine - Vimeo: Versace Women’s Spring Summer 2020 | Behind the scenes (view archived source), CC BY 3.0
TORO
I Toro amano ciò che è senza tempo, il che li rende la coppia perfetta per GIORGIO ARMANI, il maestro del lusso discreto. Nel 1975, Armani ha ridefinito l’abbigliamento moderno con le sue giacche destrutturate, abbandonando imbottiture e rigidità per una sartoria fluida che si muoveva con il corpo. I Toro, governati da Venere, desiderano comfort, sensualità e stabilità; Armani ha costruito un impero sugli stessi valori, trasformando la moderazione in qualcosa che portava il proprio peso. La sua tavolozza tenue di greige (una parola che lui stesso ha coniato) e tortora riflette il temperamento del Toro: terreno, calmo e profondamente resistente al caos. (Il greige è quel perfetto equilibrio taurino tra appariscente e semplice.) “L’eleganza non significa farsi notare, significa farsi ricordare”, ha dichiarato una volta il compianto Armani. Questo è il culmine del Toro: potrebbero non arrampicarsi per attirare l’attenzione, ma hanno un modo di rimanere in giro. È così che gli abiti Armani sono diventati un modo di dire hollywoodiano per la raffinatezza, da Richard Gere in American gigolo a una sfilata di tappeti rossi degli Oscar. E come il toro, una volta che hanno rivendicato il loro terreno, sono assolutamente inamovibili.

Richard Gere wearing Armani in American
GEMELLI
I Gemelli prosperano nelle contraddizioni e VALENTINO ha padroneggiato l’arte di vivere in due mondi, passando facilmente dalla romance senza tempo and, beh, alla modernità degna di meme. Fondata a Roma nel 1960, la casa è diventata sinonimo del caratteristico Valentino Red di Valentino Garavani. “Il rosso è vita, passione, amore e un rimedio contro la tristezza”, ha detto una volta Mr. Valentino, e lo stesso vale per un Gemelli in una buona giornata. Ha vestito icone dalla principessa Diana a Sophia Loren, dimostrando il dono dei Gemelli per l’adattabilità e il magnetismo sociale. Ma la casa non si è fossilizzata negli anni ’60: sotto Pierpaolo Piccioli, ha scambiato il minimalismo couture con mantelle rosa neon, collaborazioni con sneaker e sfilate su scala da stadio, dimostrando di poter cambiare forma con i tempi. I Gemelli vengono accusati di essere “doppiogiochisti”, ma come Valentino, la loro dualità è la loro forza: un gemello flirta in chiffon di seta, l’altro si ribella in streetwear. I Gemelli vivono allo stesso modo, destreggiandosi tra stati d’animo, amici e idee a velocità warp. Valentino è il gemello zodiacale reso manifesto: classico e caotico, delicato e audace, per sempre abbagliante in qualunque veste indossi.

CANCRO
Emozionale, intuitivo e spesso incompreso, il Cancro trova la sua anima gemella in PRADA. Quando Miuccia Prada ha rilevato l’attività di pelletteria di suo nonno nel 1978, ha sovvertito il lusso sostenendo borse in nylon nero. All’epoca, il nylon era considerato un tessuto industriale “povero”, utilizzato per paracadute e tende, non materiale couture; ritagliando il robusto nylon Pocone nello zaino Vela del 1984 e appuntando la minuscola placca triangolare, Miuccia, tuttavia, ha trasformato l’utilità in status. È anche un materiale resistente come il guscio del Cancro e, come il Cancro, il minimalismo di Prada nasconde profondi strati di emozione e intelletto. La filosofia della casa prospera sulla contraddizione: “ugly-chic” che osa essere goffo, intellettuale, persino inquietante, ma mai noioso. (Miuccia una volta ha detto: “L’ugly è attraente, l’ugly è eccitante. Forse perché è più nuovo.”) Anche i Cancro vivono in modo simile: morbidi e sentimentali dentro, ma spesso corazzati in difese che il mondo fatica a decodificare. Le collezioni Prada spesso oscillano tra severità e morbidezza, abbinando cappotti squadrati a pizzi delicati, tessuti industriali a silhouette femminili. Anche i Cancro incarnano questo paradosso: nutrienti e nostalgici, ma capaci di un distacco affilato come un rasoio.

LEONE
I Leone sono nati per lo spettacolo e DOLCE & GABBANA è il loro regno couture. Fondata nel 1985 da Domenico Dolce e Stefano Gabbana, la casa ha costruito la sua identità sul massimalismo siciliano: corsetti di pizzo, stampe animalier, corone dorate e iconografia religiosa che rasentano l’operistico. I Leone, governati dal Sole, prosperano sotto i riflettori e nessun marchio capisce meglio la teatralità. I loro spettacoli sono carnevali di carisma, con musica dal vivo, fuochi d’artificio o interi villaggi che sfilano in passerella. Proprio come il Leone, D&G ha corteggiato sia l’adorazione che lo scandalo, rimbalzando ogni volta con collezioni più rumorose e campagne più feroci. La filosofia dei designer è radicata nell’orgoglio impenitente: i loro vestiti amplificano piuttosto che mascherare e Madonna, Beyoncé e Monica Bellucci hanno incarnato questa energia nei loro momenti D&G più grandi della vita. Anche i Leone non si accontentano mai della sottigliezza; chiedono devozione e abbagliano in cambio. Per entrambi, svanire sullo sfondo non è semplicemente un’opzione.

VERGINE
La Vergine funziona con precisione e FERRAGAMO è il progetto. Salvatore Ferragamo si è fatto un nome nella Hollywood degli anni ’20 come “calzolaio delle star”, trattando i piedi come problemi di ingegneria: misurando archi, intagliando forme personalizzate e depositando brevetti (oltre 300). Durante le carenze in tempo di guerra, trasformò notoriamente gli scarti di sughero in zeppe. Questa è la logica della Vergine: diagnosticare, iterare, perfezionare. I tratti distintivi di Ferragamo sono ordinati al millimetro, come l’hardware Gancini (modellato sulla lavorazione del ferro di Palazzo Spini Feroni a Firenze, quartier generale del marchio), che creano décolleté proporzionate. Come ha detto Salvatore, “Eleganza e comfort non sono incompatibili e chi sostiene il contrario semplicemente non sa di cosa sta parlando”. Questa è musica per le orecchie della Vergine. Questi segni di terra sono ossessionati dalla struttura e dediti a far funzionare senza intoppi la vita (e la vita dei loro amici). Trovano soddisfazione non nella fanfara, ma nel sottile trionfo della perfezione raggiunta e mantenuta. Come Ferragamo, lasciano semplicemente che i dettagli parlino da soli.

Salvatore and Wanda Ferragamo with their children Fiamma, Ferruccio, Giovanna, Fulvia, Leonardo, and Massimo.
BILANCIA
La Bilancia desidera l’equilibrio ma vive per la bellezza e GUCCI, fondata a Firenze nel 1921 come laboratorio di pelletteria, ha bilanciato tradizione e provocazione per un secolo. L’oscillazione tra l’edonismo vellutato di Tom Ford e il romanticismo massimalista di Michele è il perfetto Bilancia, che cambia volto a seconda dell’ambiente: può essere un diplomatico in ufficio, ma a mezzanotte si trasforma in una diva. Anche la sua grammatica visiva è pura Bilancia: il morsetto (nato dall’ambiente equestre fiorentino), il monogramma a doppia G intrecciata introdotto negli anni ’60 e il nastro a strisce verde-rosso-verde ripreso dalle cinghie delle selle. Questi dettagli di design erano, e sono, emblemi di agio aristocratico, il tipo di codice borghese che la Bilancia adora (non così) segretamente. Poche case di moda possiedono un logo riconoscibile a 20 passi – anche un’occhiata al nastro o a una singola G è sufficiente per capire – e anche i Bilancia sono esperti nel farsi notare (leggi: attirare l’attenzione). Che si tratti della borsa con manico in bambù di Jackie O o di Harry Styles con le perle, Gucci incarna l’abilità della Bilancia di essere molte cose contemporaneamente senza mai perdere il suo fascino. Per questa coppia, l’indecisione non è un difetto, è una vera e propria strategia.

SCORPIONE
Scorpio è ROBERTO CAVALLI: magnetico, animalesco e un po’ pericoloso. Roberto Cavalli fondò la sua casa di moda nei primi anni ’70, pioniere di audaci innovazioni tessili come il denim sabbiato e le stampe esotiche. Le sue sfilate erano un covo di pelle di serpente, pitone, leopardo e pelle così aderente da sembrare potenzialmente pericolosa da indossare, proprio come l’intensità tipica dello Scorpione. Questi segni d’acqua sono noti per la loro passione e segretezza, tratti che Cavalli incarnava attraverso collezioni che seducevano tanto quanto scioccavano. Negli anni 2000, l’estetica Cavalli dominava la cultura dei club: abiti tagliati, decorazioni in cristallo, corpi rivelati ma mai completamente svelati. Gli Scorpioni, seducenti eppure impenetrabili, canalizzano la stessa energia. Sono ferocemente leali al loro gruppo e assolutamente letali per i loro rivali, che impongono rispetto, che tu sia pronto o meno. Indossare Cavalli significa dichiararsi preda e predatore allo stesso tempo, e questa è pura essenza dello Scorpione.

SAGITTARIO
Il Sagittario è eternamente giovane di spirito, ed è esattamente lo spirito di MIU MIU. Lanciata nel 1993 come sorella minore di Prada, Miu Miu (chiamata così dal soprannome d’infanzia di Miuccia Prada) è sempre stata la combinaguai, saltando tra lo sporty chic e la studentessa surrealista. Il Sagittario ama le sfide, e Miu Miu continua a proporle – basti pensare al completo micro-mini + vita scoperta della Primavera ’22 che ha fatto esplodere la cultura pop, o al grande ritorno delle ballerine che ha miracolosamente trasformato scarpe comode in pezzi degni di conversazione. La longeva serie di film “Women’s Tales” del brand si adatta anche alla vena di ricerca della verità del Sagittario, commissionando registe donne come Ava DuVernay, Agnès Varda, Miranda July e Alice Rohrwacher per esplorare temi come l’identità, il potere e lo sguardo. Se la vita è un viaggio, Miu Miu è la valigia del Sagittario piena di fantasie contrastanti, accessori scintillanti e quel tanto di praticità sufficiente per sopravvivere al viaggio. Come il Sagittario, il brand è sempre in movimento: sfacciato una stagione, cerebrale la successiva, ma mai appesantito. Questa è la filosofia Miu Miu x Sagittario: mantienila leggera, mantienila curiosa e, soprattutto, mantienila in movimento.

CAPRICORNO
Il Capricorno odia le chiacchiere e venera i risultati: benvenuti da FENDI, la dinastia più industriosa di Roma. Fondata nel 1925 come atelier di pellicceria e pelletteria, la casa di moda è cresciuta come un grafico Excel del Capricorno con le cinque sorelle Fendi, poi Karl Lagerfeld che ha registrato un record di 54 anni, inventando il logo FF (“Fun Fur”) nel 1965. I Capricorno amano le infrastrutture, e Fendi le finanzia letteralmente – basti vedere il restauro della Fontana di Trevi e quella sfilata di alta moda del 2016 dove le modelle “camminavano sull’acqua”. I tratti distintivi della casa sono pragmatici con un tocco romano: le cuciture Selleria, la scultorea Peekaboo (2008) e la Baguette (1997), la borsa a spalla di Silvia Venturini Fendi immortalata da Sex and the city (“Non è una borsa, è una Baguette!”). Oggi, la linea rimane rigorosa, e i tratti del Capricorno – strategico, attento all’eredità – sono intessuti ovunque, dalla sede del Palazzo della Civiltà Italiana alle collezioni che prediligono il classicismo. Questa è la couture del Capricorno: uno status guadagnato non inseguendo la viralità, ma cucendo una cucitura impeccabile alla volta.

ACQUARIO
L’Acquario, lungimirante, è SCHIAPARELLI—secoli avanti rispetto al loro tempo in qualsiasi momento. Elsa Schiaparelli ha notoriamente integrato il Surrealismo nella moda: il Lobster Dress del 1937 (creato con Salvador Dalí) presentava un grande crostaceo cremisi dipinto a mano sulla gonna, guarnito sfacciatamente con rametti di prezzemolo. Commissionato per Wallis Simpson, scandalizzò e deliziò in egual misura, esattamente il compito dell’Acquario. Come osserva l’autrice Ann Shen, l’abito incanalava “il potere dell’innovazione e dell’emancipazione sessuale in una donna – e l’impatto che l’arte e la moda possono avere”, il che è puro Acquario: idee come attivismo, shock come strumento per far progredire il mondo. Le altre imprese rivoluzionarie di Schiap – abiti scheletro con costole trapuntate, maglie trompe-l’œil – mappano ulteriormente l’appetito di questo segno d’aria per l’insolito. (“Fortunatamente, o sfortunatamente per me, sono sempre al mio meglio quando sono libera: quando posso lasciarmi andare e divertirmi un po’,” disse una volta Elsa.) Sotto Daniel Roseberry, la casa mantiene quella tensione Acquariana vibrante attraverso momenti da prima pagina: il leone in finta tassidermia della Primavera 2023 che ruggisce su un abito di velluto; la collana dorata a forma di “polmoni” di Bella Hadid a Cannes; Doja Cat laccata con 30.000 cristalli scarlatti – pura delizia per l’Acquario. Dopotutto, questi segni d’aria, che mettono le idee al primo posto, amano far rimanere a bocca aperta la prima fila (metaforica).

Bow-knot sweater designed by Elsa Schiaparelli (1927). Anonymous drawing published on Vogue (Paris), vol. 8, no. 12, 1st December 1927, p. 9
PESCI
Nessuna casa di moda si adatta meglio alla sognante natura dei Pesci di PUCCI. Emilio Pucci, aristocratico e aviatore diventato stilista, fondò la sua casa di moda a Firenze alla fine degli anni ’40, pioniere di stampe caleidoscopiche in blu, rosa e arancioni vorticosi. Soprannominato il “Principe delle Stampe”, catturò l’ottimismo dell’era del jet-set, vestendo tutti, da Grace Kelly a Marilyn Monroe (che, a quanto pare, fu sepolta indossando un suo capo preferito verde menta del brand). I Pesci, governati da Nettuno, nuotano nella fantasia, e i design di Pucci erano sogni ad occhi aperti da indossare: abiti in jersey di seta che si muovevano come l’acqua, caftani perfetti per i tramonti di Capri, fantasie che richiamavano onde e cieli. “L’allegria è uno degli elementi più importanti che ho portato nella moda. L’ho portata attraverso il colore,” disse una volta Pucci, e questo è puro Pesci, che sentono le emozioni come se fossero una tonalità che pervade tutto il corpo. I pezzi ipnoticamente colorati della casa sono un’evasione tangibile, e persino la NASA si rivolse a Pucci per disegnare le uniformi negli anni ’60. La visione dei Pesci trascende anche la Terra stessa, abitando i mondi tra realtà e immaginazione. Nel mondo di Pucci, come nel cuore dei Pesci, tutto è poesia in movimento.
