In una soleggiata giornata di settembre, le strade di travertino bianco di Termoli brillano sotto un cielo azzurro. Un castello veglia su una spiaggia dorata con onde turchesi che forniscono una dolce colonna sonora. I frequentatori dei caffè si meravigliano della vicina chiesa romanica mentre i residenti della città finiscono la loro spesa quotidiana prima di ritirarsi per preparare il pranzo dietro le pesanti persiane. I ritmi semplici di una cittadina italiana.
Anche l’insider italiano più esperto non si imbarazza nell’ammettere di non aver visitato il Molise, l’ultima regione ad aderire alla Repubblica nel 1963 (è anche la seconda regione più piccola del paese con poco meno di 4.500 chilometri quadrati). In effetti, alla maggior parte degli italiani piace scherzare sul fatto che il Molise non esista nemmeno, con tazze, magliette e pagine Facebook che cercano di trasformarlo nel bersaglio di uno scherzo nazionale.
Sembra però che la piccola regione appollaiata lungo il Mar Adriatico, che si estende sulle splendide montagne innevate dell’Appennino, potrebbe avere l’ultima parola. In un periodo in cui l’Italia è sotto il peso dei viaggiatori nazionali e internazionali, lo scorso anno il turismo è tornato ai numeri vicini a quelli pre-Covid e l’afflusso ha messo sotto pressione luoghi come Roma e Venezia. Ma il Molise rimane ancora poco affollato e pieno di bellezze naturali e storiche: spiagge, villaggi di montagna, tesori archeologici e splendide campagne incontaminate con solo cavalli selvaggi e cinghiali come residenti.
Nel Diciannovesimo secolo, molti abitanti locali abbandonarono la regione a causa della sua estrema povertà; fu bombardata durante la Seconda guerra mondiale come fronte tra alleati e tedeschi, e la zona ha visto una buona dose di disastri naturali, ma lo spopolamento e la mancanza di pubblicità rendono il Molise felicemente pacifico e serenamente visitabile anche quando è alta stagione. Non c’è aeroporto e le strade sono solo per i conducenti più intrepidi, ma potete fermarvi in gemme come il Parco delle Morge, costruito nella parete rocciosa, e a Pietrabbondante, sede dei Sanniti (i feroci guerrieri italiani che un tempo dominavano la regione) e complesso teatro-tempio: valgono più che l’emozione di arrivarci.
Sono un’appassionata folle della storia romana, quindi sono rimasta molto affascinata da luoghi come il teatro e il tempio ancora in piedi vicino al Lago Guardialfiera. Ma anche gli appassionati di archeologia alle prime armi adoreranno Saepinum, spesso descritta come una mini Pompei, e un ex insediamento sannita che divenne una roccaforte romana con il suo foro e il complesso di terme squisitamente conservati.

Photography by Gabriella Clare Marino
La cultura locale che qui è nata tiene ancora insieme la spina dorsale del Molise più come una vera e propria consuetudine che come un’attrattiva turistica. Se pensi di organizzare un viaggio a ferragosto ricordati di includere Termoli, quando i residenti mettono in scena la cacciata dei predoni turchi (anniversario di una battaglia avvenuta nel 1566) con tanto di danzatrici del ventre, pirati spavaldi e fuochi d’artificio. Ururi, d’altro canto, celebra la propria storia con un’epica corsa di carri trainati da buoi ogni maggio (le benedizioni dei bovini hanno luogo in anticipo) seguita da un’epica festa in tutta la città. Ma forse la festa più bella di tutta Italia è la ‘Ndocciata di Natale, con torce accese e un enorme falò che creano il festival delle luci del paese. Come da consuetudine, i giovani romantici si presentano sotto la finestra della loro Giulietta preferita: se lei non vuole essere corteggiata, getta un secchio d’acqua per spegnere letteralmente la sua fiamma.
Ma ci sono anche innovazioni culturali più moderne nella regione, come il CVT, uno Street Fest che si tiene a Civitacampomarano ogni giugno. Murales e installazioni site specific portano i segugi della cultura in una città che ospita solo 400 residenti per il resto dell’anno.

Art by @biancoshock for CVTA; Photo courtesy of @cvtastreetfest.
Anche qui fiorisce l’etica culinaria del chilometro zero, come approccio biologico senza fantasiosi piani di marketing: Carovilli è il cuore della produzione di tartufo in Molise (la seconda più grande d’Italia); la Signora di Conca Casale – una salsiccia di maiale condita con peperoncini, polline di finocchio e pepe in grani – era creata per i nobili; e di epoca romana è il caciocavallo di Agnone, formaggio vaccino a forma di lacrima. Da non perdere la “Locanda Mammi” di Agnone, guidata dalla chef emergente Stefania Di Pasquo, e focalizzata su ingredienti del posto (ci sono anche stanze al piano superiore), e “L’Acinello” di Campobasso, a conduzione familiare (se ti piace la trippa questo è il posto giusto per ordinarla!).
Ad Agnone, la Fonderia di campane Marinelli aprì i battenti nel lontano 1339 e detiene il premio per essere la più antica azienda familiare d’Italia. La fonderia, infatti, fornisce le campane anche al Vaticano. Sembra ironico che un pezzo di paese così importante sia nascosto in un angolo remoto del Molise, ma sembra che la regione si accontenti di non suonare il proprio campanello. Se fai un viaggio lì però, ti prometto che non te ne pentirai.

Agnone
Se pianifichi un viaggio in Molise:
La regione non ha un proprio aeroporto, quindi vola a Pescara o a Napoli. Un’auto a noleggio è d’obbligo per girare in autonomia: non perderti una giornata di avventura che passa da Sulmona in Abruzzo ai Parchi Nazionali del Molise e ritorno.
A meno che non abbiate intenzione di sciare (Campitello Matese dispone di 40 chilometri di piste e sentieri eccellenti), evitate gennaio e febbraio. Concentratevi invece da marzo fino a dicembre quando il Molise si anima di sagre e attrazioni naturali.
Tra gli hotel che vale la pena prenotare in anticipo c’è la “Residenza Sveva” di Termoli, con camere suggestive vista mare, e la “Fonte del Benessere” a Castelpetroso con servizi spa e attività adatte ai bambini.