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Cultura del cibo

Profumo di festa

Ricordi di sapori e odori durante il Natale italiano

Un vassoio per la colazione con frittelle, salsa e una tazza su un letto disordinato in una stanza d'albergo a luce soffusa; lampada sul comodino, loghi a destra. Hotel d'Inghilterra Roma, Starhotels Collezione - Vassoio per la colazione con pancake, sciroppo e frutti di bosco su un letto stropicciato in una camera elegante.

Certi profumi restano con noi per sempre, riportando alla mente i ricordi migliori in qualsiasi momento, ovunque ci troviamo.

Quando entriamo in un nuovo ambiente veniamo sempre accolti dal suo odore, che subito scatena un’emozione. Sugo che cuoce sul fornello potrebbe confortarci con il ricordo della casa dei nonni, mentre le castagne che bruciano nel camino o l’odore burroso del panettone appena scartato ci riporteranno al periodo festivo.

Devo confessare che non ho mai avuto una famiglia numerosa o chiassosa ossessionata dal cibo e dalle tradizioni natalizie. Sono anche svantaggiato essendo cresciuto in una piccola città del Nord sulle rive del Lago d’Orta che non ha una ricetta natalizia unica evidente. Mia madre è una donna pratica; sì, è una grande cuoca, ma la sua cucina è sporadica e limitata alle occasioni speciali: una domenica, un compleanno, una festività. Solo allora si scatena la sua abbondante cucina in stile italiano, senza mai perdere però un fascino nordico di modestia.

 

Nonostante la mia educazione, posso collegarmi a pochi odori particolari che ricordano a tutti gli italiani questo periodo speciale dell’anno. Questi odori significano casa, famiglia e tradizioni:

PROFUMO DI MUSCHIO: È tradizione nella mia famiglia, come in molte case italiane, creare un presepe (quasi) da zero, il che significa muschio. Tanto muschio. Muschio soffice e verde che a volte essiccavamo e conservavamo per l’anno successivo. Mesi dopo Natale sentivamo ancora l’odore di terra che lasciava e sorridevamo al ricordo eterno di spensierati momenti in famiglia.

SCORZA D’ARANCIA essiccata sul termosifone o meglio, sul camino. Mia madre mi ha raccontato che negli anni ’80, quando il suo Natale era molto più modesto, i bambini ricevevano clementine e ‘spagnolette’ (arachidi) come regali. Per quanto possa sembrare surreale oggi, l’odore delle clementine è ancora un ricordo delle festività. Sono sempre presenti alla fine del nostro pranzo di Natale, e mentre ne sbucciamo una dopo l’altra tra una chiacchiera e un sorso di grappa, ci dà a tutti un motivo per indugiare attorno al tavolo, insieme. Un lusso di tempi ‘più semplici’ che è una grande parte del presente e della memoria collettiva di tutti.

UOVA MIMOSA, come le chiama mia mamma. Uova sode svuotate del tuorlo, maionese fatta in casa (per una grande occasione!) e acciughe per riempire il buco vuoto. Tuorlo grattugiato e prezzemolo sopra per servire. Una ricetta di cui non ci stancheremo mai.

BRASATO, la ricetta che passa di generazione in generazione, cucinata solo sotto la supervisione della nonna, è un vero segreto. Nessuno è pazzo del brasato di per sé, ma il suo sapore ricco accompagna il purè o la polenta — il mix dei due ti fa capire che è periodo di festa.

PANETTONE o PANDORO? Alcuni amano entrambi, altri ne mangiano uno dei due religiosamente. Questi due dolci sono pilastri delle festività. Nessuna casa ne ha meno di 3 durante il periodo natalizio, è un must del Natale e il suo odore, il suo aroma burroso, dolce e lievitato inonda le nostre case e inebria il nostro cervello.

VIN BRULE’ o vino caldo (Glühwein per i tedeschi). Simile a una sangria calda, ma ricco di cannella, anice, scorza di limone e molto altro, questa bevanda si sorseggia solitamente davanti alle chiese dopo la Messa di Natale o in speciali celebrazioni invernali. Da giovane facevamo tour la notte del 24 passando da una chiesa all’altra ubriacandoci di vin brulé.

Infine ci sono le cose che non possiamo veramente gustare o odorare.

Quei profumi che fluttuano nell’aria, sono in ogni respiro e luce che vediamo intorno a noi.

Riguardano l’attesa, la preparazione, l’aspettativa.

C’è la fretta, il giorno prima di Natale, di trovare gli ultimi regali, impacchettarli bene e cercare di sorprendere chi li riceve.

Potevamo sentire la magia nell’aria, era ovunque, in attesa che quei pacchetti apparissero la mattina senza sapere esattamente come i nostri genitori ci fossero riusciti.

Il Natale e le feste sono una rappresentazione nostalgica. Ogni anno, prendiamo un po’ dal passato e aggiungiamo qualcosa di nuovo. Nuove tradizioni mescolate a rituali diventano ancora una volta una nuova celebrazione. Forse è per questo che ogni anno è così unico e speciale.