Uno dei miei primi ricordi è legato alle passeggiate pomeridiane con mia nonna, nonna Maria, la sarta siciliana più elegante che tu possa immaginare. Ancora oggi, quando torno nella mia città natale Torino, la chiamo per merenda e lei mi aspetta all’angolo, con la sua acconciatura impeccabile, la sua eleganza discreta in uno dei suoi cappotti blu navy. “Andiamo” dice mentre cammina già un passo avanti a me.
Il rituale legato al raro piacere di andare in pasticceria è qualcosa di prezioso. Ho messo in pratica questo rituale in ogni città in cui ho vissuto come un atto che mi tiene con i piedi per terra. È anche una buona scusa per passeggiare in una nuova città e per orientarsi, dopotutto, le piccole abitudini e i rituali di ciascuno definiscono il proprio significato. Perciò, prima di trasferirmi a Milano, ho fatto le mie ricerche e mi sono imbattuto in diversi indirizzi mainstream finché la mia amica e fotografa Lucia Romanello, che ha scattato le bellissime foto di questo articolo, mi ha parlato della Pasticceria Castelnuovo.
Questa pasticceria pazzesca si trova a Lorenteggio, un ex quartiere operaio con palazzi eleganti e case popolari. Un’area affollata dove chiunque può respirare la cultura italiana del XX secolo. Fondata nel 1945 in un piccolo villaggio vicino al lago di Como da Enrico Castelnuovo, un veterano della Seconda Guerra Mondiale, la Pasticceria Castelnuovo ha trasferito la sua attività a Milano. Ancora oggi, la famiglia di Enrico gestisce questo indirizzo iconico la cui fama lo rende un punto di riferimento del quartiere: lo status di eccellenza milanese, premiato e riconosciuto come “Negozio Storico” dalla regione Lombardia.
Proprio come la torta più perfetta, il fascino di questo posto si rivela strato dopo strato: a prima vista, il mio occhio cade immediatamente sul bancone di vetro con i pasticcini lucidi, le brioche morbide e i bignè, le colorate tartellette alla frutta, i dolci da passeggio – dolci da gustare durante le passeggiate – come i cannoli, i babà e i biscotti. Proprio come una descrizione di Camus, i miei occhi vanno più in profondità al livello successivo e si tuffano nell’angolo delle torte; all’improvviso mi sento come se stessi vivendo in una di quelle scene colorate e gioiose di “Mine Vaganti “”” di Ferzan Ozpetek. Qui trovi la torta più morbida di ricotta e cannella, la torta Vulcano con i suoi doppi strati di pan di spagna al cacao e poi la torta signature che testimonia l’importanza di questo indirizzo unico: la torta Enrico, una variazione della classica torta pere e cioccolato con cioccolato extra fondente e pere Williams che, secondo la famiglia Castelnuovo, va gustata calda. Tutto da Castelnuovo narra una presenza equilibrata di tradizione e innovazione.

Ed eccolo lì, lo strato successivo, il più profondo da Castelnuovo: la cultura. L’album dei ritagli è appeso alle pareti della pasticceria come un album di foto, e non senti più la differenza tra famiglia e ospiti perché è tutto uguale, è storia e ricordi. Trovi foto di famiglia, premi e vecchi articoli che testimoniano la storia di Lorenteggio negli anni ’70, casa di giovani artisti che sarebbero poi diventati figure acclamate a livello nazionale. Uno dei frequentatori abituali della Pasticceria Castelnuovo era Lucio Battisti, la cui fama era così rilevante che, secondo il New York Times, “veniva talvolta paragonato a Bob Dylan, meno per il contenuto politico delle sue canzoni che per il modo in cui definivano un’epoca”. Non sorprende che una delle torte più iconiche della Pasticceria Castelnuovo sia Fiordipesco – Fiore di Pesco – il cui nome è legato a uno dei successi più rilevanti di Battisti, Fiori di Pesco. Scritta da Battisti e dal paroliere Mogol più di 50 anni fa, Fiori di Pesco è ancora una delle canzoni più rappresentative d’Italia che si adatta a qualsiasi esperienza legata a un giovane amore perduto nello stesso modo in cui la torta Fiordipesco narra un’intramontabile sensazione di piacere trovata in sorprendenti piccoli pezzi di frutta all’interno di una crema alla pesca, e la sua crosta di zucchero preserva questo prezioso istante di piacere.
A parte Lucio Battisti, la Pasticceria Castelnuovo era un punto di riferimento anche per cantanti come Tony Dallara e per i più grandi comici del cabaret di fine ‘900, tipo Renato Pozzetto e Diego Abatantuono. Ancora oggi, tutti i grandi artisti che sono passati dalla Pasticceria Castelnuovo sono appesi alle sue pareti e raccontano la storia di un bellissimo palcoscenico di buon gusto e convivialità.
Mi chiedo se prima o poi nonna Maria riuscirà a venirmi a trovare per una delle nostre merende a Milano. Sono sicuro che dovrei portarla alla Pasticceria Castelnuovo senza neanche dirle perché deve provarla. Dopotutto, posso ancora vedere i vinili di Battisti a casa della nonna, così come posso immaginarlo mentre fa colazione alla Pasticceria Castelnuovo per iniziare la giornata nel modo migliore.

Photo by Lucia Romanello