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Otto segreti, stereotipi e posti siciliani dalla seconda stagione di “The White Lotus”

Non c’era carenza di brillantezza nella popolarissima seconda stagione di “The White Lotus” di Mike White, dai personaggi complessi, gli abiti epici e le battute iconiche al caos oscuro che avvolge tutto. Ma per gli italofili irriducibili risulta ancora più favolosa perché ambientata in Sicilia. Ardente, misteriosa, sfaccettata e in gran parte incompresa, la Sicilia è uno dei luoghi più affascinanti del Mediterraneo, un luogo dove culture e storie convergono contro il drammatico rombo dell’Etna e dove molti, inclusi i personaggi della serie, hanno perso la testa.

 

Ambientato nella turistica Taormina, “The White Lotus” è andato avanti a tutto vapore mettendo in scena panorami incontaminati e immagini dell’idillio italiano, ma era tutt’altro che perfetta nel rappresentare questa spettacolare isola. Queste sono le otto cose che abbiamo scoperto sulla Sicilia nel corso della visione, da quelle positive (ceramiche, spiagge e ville da aggiungere alla to-do-list per un prossimo viaggio) alle negative (dov’era tutto il cibo?!) fino all’orrendo (quei fastidiosi, inevitabili stereotipi).

Un vassoio per la colazione con frittelle, salsa e una tazza su un letto disordinato in una stanza d'albergo a luce soffusa; lampada sul comodino, loghi a destra. Hotel d'Inghilterra Roma, Starhotels Collezione - Vassoio per la colazione con pancake, sciroppo e frutti di bosco su un letto stropicciato in una camera elegante.

TESTE DI MORO

La Sicilia è conosciuta per le sue ceramiche colorate ed elaborate, e soprattutto per le caratteristiche Teste di Moro. Le vedrai assolutamente ovunque: coppie di vasi smaltati dai colori vivaci raffiguranti le teste di un uomo e di una donna. La loro prevalenza nella vita siciliana è tale che meritano un’intera scena nel primo episodio, in cui un fattorino ne spiega il significato agli ospiti. Secondo la leggenda, un moro in viaggio e una ragazza siciliana del posto si innamorarono perdutamente, solo che la ragazza scoprì che aveva una moglie e una famiglia in Oriente, dalla quale sarebbe presto tornato. Accecata dall’amore e dalla gelosia, la ragazza aspettò che il Moro si addormentasse e gli tagliò la testa per poterla conservare per sempre, esponendola sul suo balcone e piantandovi del basilico innaffiato dale sue lacrime. È una storia di ammonimento per gli innamorati siciliani, una storia che, come scoprono presto i personaggi di “The White Lotus”, viene dimenticata troppo facilmente in una terra che ispira una passione così ardente. 

Alcune delle Teste di Moro più elaborate e belle sono realizzate a mano nella città di Caltagirone e in maiolica, insieme ad altre forme siciliane iconiche come la pigna, dall’aspetto piuttosto rude, che adorna le soglie di tutta l’isola, così come la maggior parte degli angoli dell’hotel nella serie.

VAL DI NOTO

“The White Lotus” ha mostrato uno dei luoghi più belli della Sicilia quando ha inviato Harper e Daphne in una gita di un giorno a Noto. In provincia di Siracusa, a due ore di macchina da Taormina, sulla punta meridionale della Sicilia, è uno squisito esempio di architettura barocca con i suoi caldi edifici in pietra calcarea, la spettacolare scalinata e la maestosa cattedrale. E se sembra familiare, è perché ha fatto da sfondo a innumerevoli film nel corso degli anni, in particolare l’iconico “L’Avventura” di Michelangelo Antonioni del 1960 e “Malena” di Giuseppe Tornatore (con Monica Bellucci). “The White Lotus” in realtà ha reso omaggio all’illustre storia cinematografica della città: la scena in cui Harper cammina a disagio per la piazza in mezzo a una folla di uomini inquietanti e lascivi rispecchia quasi esattamente la scena di Monica Vitti in “L’Avventura”.

Coloro che cercano un posto un po’ meno invaso dai turisti, tuttavia, dovrebbero avventurarsi oltre la città stessa per scoprire il resto delle magiche città che compongono l’area del Val Di Noto, certificata dall’UNESCO, che comprende otto città costruite in stile tardo barocco siciliano, ognuno unico e affascinante a modo suo. Pensa a Modica per il cioccolato, Scicli per l’autenticità fuori dai sentieri battuti e gli innumerevoli ricordi di Montalbano, Caltagirone per la ceramica e Ragusa per la cena di alto livello in uno dei suoi numerosi ristoranti stellati Michelin.

FABRIZIO DE ANDRÉ 

Per molti, “The White Lotus” è servito come introduzione necessaria all’uomo che è probabilmente il miglior “cantautore italiano”, Fabrizio De André. Cantautore non ufficiale del movimento di protesta italiano degli anni ’60, De André è meglio descritto come un poeta della musica: il suo stile tipico combina melodie apparentemente semplici e allegre con testi che sono invece complessi, filosofici e incredibilmente profondi. Sebbene lui stesso non sia siciliano, De André è stata la scelta musicale perfetta per una serie che consiste nel grattare una superficie apparentemente perfetta per scoprire l’oscurità e il disordine che si cela sotto, ancora di più dal momento che tocca argomenti come l’amore, la lussuria e la gelosia, l’ipocrisia e la prostituzione. Non c’è da stupirsi che sia l’artista più rappresentato della serie: la sua musica viene riprodotta nove volte e in alcune delle scene più significative.

La tua playlist The White Lotus x Fabrizio De André:

“Bocca di Rosa” (Lucia intravede per la prima volta Cameron)

“Preghiera in Gennaio” (Harper vede Cameron togliersi i pantaloncini; Ethan e Daphne scompaiono su Isola Bella)

“Amore Che Vieni Amore Che Vai”

“Via Del Campo”

“Spirituale” (Quentin dà il benvenuto a Tanya a Palermo)

“La Stagione Del Tuo Amore” (Tanya vede *quello* scioccante momento zio-nipote)

“Si Chiamava Gesù”

VILLA TASCA

La villa neoclassica gloriosamente opulenta in cui Harper e Daphne fuggono durante il loro viaggio non si trova infatti a Noto, come suggerisce lo show, ma più vicino a Palermo, ai margini della storica città di Monreale. Di proprietà di una delle famiglie aristocratiche più importanti dell’isola, è ricca di splendidi affreschi, mobili storici e lampadari di Murano e ha ospitato personaggi del calibro di Jacqueline Kennedy, Wagner e Verdi, nonché innumerevoli reali. Ma oltre a fungere da cornice perfetta per Daphne per godersi alcuni momenti hot, svelare i segreti della sua relazione ad Harper e “tornare a Cam”, Villa Tasca è una location per matrimoni ed eventi perfetta e disponibile all’affitto tramite Airbnb per circa 5.000 euro a notte (droga e drama esclusi).

L’INEVITABILITÀ DEGLI STEREOTIPI SICILIANI

La Sicilia e la mafia sono indissolubilmente legate nella cultura popolare e, come evidenziato in “The White Lotus”, Hollywood non riesce ancora ad abbandonare gli stereotipi, né ci prova. Non passa molto tempo dall’inizio della seconda stagione prima che venga menzionata la Mafia e prevedibilmente “Il Padrino”, mentre la famiglia Di Grasso si avventura in un tour delle varie location presenti nel film del 1972, lo sfondo più adatto per le loro discussioni altrettanto obsolete sul machismo. 

Poi, ovviamente, c’è la bellissima prostituta locale Lucia, il cui elaborato piano per truffare i Di Grasso gioca (e si aggiunge) al cliché secondo cui i siciliani siano imbroglioni e truffatori. E infine, il bellissimo “mafioso” spacciatore di cocaina e potenzialmente omicida che seduce Tanya e arriva sullo yacht con una borsa nera dall’aria sospetta. È un’aggiunta essenziale al cast? No. Ha “The White Lotus” resistito alla tentazione di includere un personaggio mafioso così stantio? No di nuovo. Mentre agli americani in “The White Lotus” vengono rappresentati come personaggi affascinanti e complessi, meritevoli di un’esplorazione intima infinita, i siciliani, al contrario, sono mantenuti inspiegabilmente semplici, piatti, deprimentemente monotoni. Forse è questo che il pubblico si aspetta, e quindi vuole ancora vedere? Ma come può la Sicilia uscire dalle sue associazioni negative se il resto del mondo non glielo permette?

LE SPIAGGE DI CEFALÙ

Taormina potrebbe avere i suoi panorami epici, eventi glamour, la storia classica e la vista seducente dell’Etna che incombe in alto, ma l’abbondanza di spiagge di sabbia bianca? Non proprio. La città principale di Taormina si trova su una collina rocciosa e, mentre c’è una funivia che porta i visitatori alla pittoresca Isola Bella in basso, le spiagge mostrate in “The White Lotus” sono in realtà dall’altra parte della Sicilia, in una città chiamata Cefalù. 

Infatti, a uno sguardo più attento non sfuggirà la famosa Cattedrale normanna di Cefalù sullo sfondo della prima e dell’ultima scena dello show. Le spiagge di Taormina e della vicina Giardini Naxos hanno il loro fascino rustico e roccioso, ma è significativo che Mike White abbia scelto un altro posto per mostrare la sabbia bianca e l’idillio di acque cristalline del mare siciliano (e quello di Cefalù è uno dei migliori in tutta l’Italia, tra l’altro).

VILLA ELENA

Proprio come la già citata Villa Tasca, la sontuosa e aristocratica villa che Quentin e “i gay” abitano vicino a Palermo si trova in realtà poco distante a… Noto. È una delle residenze private più straordinarie della Sicilia, se non dell’intera Italia, ed è stata descritta ovunque, da “Architectural Digest” a “House & Garden”, oltre ad essere oggetto di un intero testo edito da Rizzoli. Un monastero del XVII secolo costruito nella caratteristica pietra calcarea dorata di Noto, è stato riportato a nuove glorie dal designer d’interni di fama mondiale Jacques Garcia, completo di tutti i saloni spettacolari, marmi lussuosi, arredi opulenti e oggetti d’antiquariato inestimabili mostrati negli ultimi episodi della serie. L’impresa più impressionante, tuttavia, è il modo in cui Garcia ha saputo fondere così magistralmente le numerose influenze della complessa storia della Sicilia – araba, normanna, rinascimentale, barocca – in un’unica visione gloriosa e coesa. Purtroppo non è possibile alloggiarvi (e probabilmente ci sarebbero centinaia di migliaia di richieste a settimana), ma le foto sono sempre a disposizione sul sito per sognare.

LA SERIE NON MOSTRA AFFATTO LA VERA SICILIA

La serie non si è mai proposta come un’immersione profonda nella storia, nei paesaggi e nella cultura siciliana, ma la sua rappresentazione dell’isola sembra comunque un po’… riduttiva. Innanzitutto, i suoi abitanti vengono descritti in gran parte come truffatori e imbroglioni, quando in realtà sono tra i più generosi, cordiali e appassionati del mondo. Poi c’è il fatto che il cibo non sia quasi presente: una decisione impensabile e decisamente bizzarra per un programma ambientato in una delle destinazioni culinarie più famose al mondo, dove il cibo è senza dubbio al centro di (quasi) tutto.

Ci sono le laute colazioni, gli innumerevoli Spritz e pasti monotoni ovviamente, ma che dire degli arancini, dei gamberi rossi, della caponata, della pasta alla Norma e dei cannoli dei nostri sogni gastronomici siciliani? Gli americani in Italia potrebbero non avere la migliore reputazione in quanto a palato raffinato, e gli ospiti di “The White Lotus” non sono esattamente il gruppo più colto, ma mangiare nello stesso ristorante dell’hotel, giorno dopo giorno, con scarso interesse nel provare qualcosa di nuovo – e perfino osare lamentarsi di conoscere il menù a memoria! – è davvero inconcepibile, se non addirittura ridicolo. Per non parlare del fatto che lasciano a malapena il resort per tutta la durata della loro vacanza, se non per una manciata di gite di un giorno piuttosto raffazzonate… 

Non è il modo di vivere la Sicilia, o qualsiasi altro posto, del resto. Imparerai molto di più sull’isola mentre ti godi un caffè e una granita in piazza che in un’intera settimana tra le mura di quattro lussuosi hotel. Ma per i personaggi della serie sembra che la Sicilia sia poco più che uno splendido scenario immobile in cui si svolgono i loro drammi e problemi personali. Per noi, per fortuna, sarà sempre molto di più.