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Oasi Zegna: 10 cose da fare nel visionario parco alpino del Piemonte

fotografie di Victoria Huisman

Inizi la mattina in un bosco baciato dal sole, dove le conifere si innalzano come colonne di una cattedrale e la luce filtra di lato tra gli alberi. Magari ti immergi i piedi in un ruscello così freddo da toglierti il fiato e fai un’escursione attraverso creste alpine quasi incontaminate fino a un punto panoramico sul Monte Rosa dalle sfumature rosa. Oppure ti dirigi verso le piste da sci alpine innevate dove i rifugi servono fumanti porzioni di polenta. Sulla via del ritorno, ti imbatti in un santuario del XIV secolo appollaiato sopra un labirinto di pietra. Infine, concludi la giornata percorrendo una tortuosa strada alberata (la Panoramica Zegna) che diventa arancione mentre il sole tramonta tra i rami. ‘Oasi’ sembra proprio azzeccato.

Benvenuti all’Oasi Zegna: un mosaico di 100 chilometri quadrati di sentieri selvaggi, strade di montagna ad accesso libero, piste da sci e installazioni artistiche, sparsi sulle Alpi Biellesi nel Piemonte settentrionale.

Ma questa non è solo un parco: è una filosofia.

Tutto è iniziato con una strada. Negli anni ’30, Ermenegildo Zegna costruì la Strada 232, oggi conosciuta come Panoramica Zegna, per collegare i due versanti della montagna sopra il suo lanificio a Trivero. La strada – ora un percorso panoramico di 26 km che collega Trivero e la Valle Cervo – si snodava tra le colline che aveva rimboschito con oltre 500.000 alberi. Oggi è diventata un simbolo della visione e dei valori della famiglia, apparendo come marchio su ogni capo Zegna.

Questa guida traccia 10 dei luoghi più belli dell’Oasi – un parco naturale gratuito e aperto a tutti, e una manifestazione fisica dei valori che Zegna continua a coltivare. Questi valori – cura per la natura, impegno verso la comunità e responsabilità intergenerazionale – si esprimono attraverso gesti grandi e piccoli, dai progetti di rimboschimento alle iniziative di design immersivo.

Prendi, per esempio, la Zegna Baby Forest. Dal 2010, viene piantato un albero nell’Oasi Zegna per ogni bambino nato da un dipendente, una tradizione che ora si estende ai dipendenti di tutto il mondo. Solo nel 2024, sono stati aggiunti 80 alberi alla foresta. È una testimonianza della convinzione di Zegna nel nutrire il futuro – sia umano che ecologico.

Quegli stessi valori prendono vita in Born in Oasi Zegna, un libro da collezione tattile che intreccia paesaggi pop-up, tessuti texturizzati e racconti stagionali in quattro capitoli – primavera, estate, autunno e inverno – per esprimere il profondo legame del marchio con la terra e l’eredità. Più che un libro, è una sorta di organismo vivente: un viaggio visivo e sensoriale pensato per essere toccato, letto ed esplorato.

1. Panoramica Zegna

Inizia con la strada che ha dato il via a tutto. La Strada 232, nota anche come Panoramica Zegna, è sia infrastruttura che icona – il gesto fondatore di Zegna reso visibile. Dalle sue origini all’inizio del XX secolo come progetto comunitario, è diventata la bussola del marchio: un’arteria panoramica attraverso l’Oasi, ora riflessa nel nuovo marchio Zegna.

Mentre sali le sue curve, ti lasci alle spalle i tetti ed entri in un suggestivo corridoio di conifere, crinali e viste mozzafiato sulle Alpi Biellesi.

2. Le Bandiere di Daniel Buren

Mentre sali le prime curve della Panoramica Zegna, i tetti industriali del Lanificio Zegna offrono uno scoppio di colore inaspettato. Sventolano sopra 126 bandiere vivaci che formano un arco prismatico dal verde al blu – l’ Le banderuole colorate, lavoro in situ (Colored Weathervanes, work in situ), creata nel 2007 e inaugurata come parte del progetto di arte pubblica ALL’APERTO nel 2008.

Buren – leggendario artista concettuale francese e vincitore del Leone d’Oro alla Biennale di Venezia – è stato il primo artista commissionato per ALL’APERTO, l’iniziativa di arte all’aperto della Fondazione Zegna che porta opere site-specific a Trivero e all’Oasi Zegna. Qui a Trivero, le bandiere di Buren animano la quotidianità – colore contro cielo, movimento contro montagna.

3. La Conca dei Rododendri

La Conca dei Rododendri è un anfiteatro naturale di fiori e fogliame che cambia tono con le stagioni. A maggio e giugno, esplode in una straordinaria tavolozza di rosa, viola e rosso, grazie alla visione di Ermenegildo Zegna negli anni ’20: recuperare le colline sopra Trivero piantando oltre 500.000 conifere e innumerevoli azalee, dalie, ortensie – e soprattutto, rododendri. Il sito fu modellato nella sua forma attuale negli anni ’60 dal leggendario architetto paesaggista Pietro Porcinai, e rimane uno dei luoghi più scenografici dell’Oasi Zegna. Anche fuori dalla piena fioritura, faggi rossi, frassini, spiree, erica e camelie mantengono il bacino riccamente strutturato tutto l’anno, soprattutto in autunno.

Qui troverai anche il padiglione di vetro specchiato e acciaio di Dan Graham, Two Way Mirror / Hedge Arabesque—un’installazione permanente per il progetto ALL’APERTO che gioca con i riflessi, la trasparenza e l’umore mutevole della foresta circostante.

4. Zegna Baby Forest

La Baby Forest è nata nel 2010 come tributo alla nuova vita – sia umana che ecologica. Per ogni bambino nato da un dipendente Zegna, viene piantato un albero nell’Oasi; una tradizione che ora si estende ai dipendenti di tutto il mondo. Nel 2024, sono stati aggiunti 80 nuovi alberi, portando il totale a 1.465.

Più che un boschetto, è un archivio crescente di appartenenza – ogni albero segna un nome, un futuro, un impegno per la continuità. Curati nel corso delle stagioni, questi alberi riflettono la visione a lungo termine di Zegna: che la responsabilità non è solo ereditata, ma piantata e coltivata nel tempo.

5. Bielmonte

Bielmonte è il cuore dell’Oasi Zegna – un balcone naturale a 1.500 metri con viste mozzafiato sulla Pianura Padana e sulle Alpi. Creato da Ermenegildo Zegna negli anni ’50, è diventato rapidamente un preferito per le famiglie. In inverno, è un paradiso per gli amanti della neve di tutte le età, con piste da discesa e da fondo, due scuole di sci e attività come il Winter Bielmonte Kids. Gli atleti si allenano al Ski Racing Center, mentre i percorsi con le ciaspole offrono modi più lenti per esplorare il paesaggio – anche al chiaro di luna.

In estate, Bielmonte cambia ritmo con escursioni panoramiche, percorsi di Nordic walking, sentieri per mountain bike e passeggiate a cavallo. È un luogo per il forest bathing, lo sport e l’avventura facile – qualunque sia la tua stagione, qualunque sia il tuo ritmo.

6. Tramonto sul Monte Rosa

Nel punto più alto della Panoramica Zegna, la strada si apre su una vista mozzafiato: il Monterosa che si erge all’orizzonte. Mentre il sole tramonta, scivola dietro la montagna in un bagliore ambrato. E anche quando le nuvole velano la vetta, puoi ancora distinguere la sua solenne sagoma.

7. Il Labirinto di Stavello

Su un ex campo da bocce, il Labirinto di Stavello è una spirale di pietra larga 29 metri, il cui grande sentiero sinuoso si avvolge verso l’esterno partendo da un vincastro—un bastone da pastore—piantato al centro, che simboleggia equilibrio e guida. La forma del labirinto riecheggia un linguaggio universale: dalle galassie e i vortici alle felci che si schiudono e le corna ricurve degli arieti, la spirale è ovunque in natura—una forza che si muove dall’interno, sempre verso l’esterno. Attraverso il tempo e la geografia, i labirinti hanno avuto un significato sacro, apparendo su pareti rocciose, pavimenti di cattedrali, muri di chiese e in paesaggi aperti come questo. Percorrilo lentamente, in modo meditativo. “Solvitur ambulando,” scrisse Sant’Agostino: si risolve camminando.

8. Santuario di San Bernardo

Arroccato sul Monte Rubello, il Santuario di San Bernardo sorge su un terreno ricco di storia. Secondo la leggenda, fu costruito per la prima volta nel XIV secolo in sole 50 ore, usando le rovine delle fortificazioni dolciniane per segnare il trionfo della Chiesa su Fra Dolcino – il frate radicale condannato al rogo con la sua compagna Margherita, e immortalato nella Divina Commedia di Dante.

Ampliato nel corso dei secoli e rimodellato nel 1948 grazie alla visione di Ermenegildo Zegna, l’oratorio ora si apre su viste mozzafiato della Pianura Padana e delle Alpi. È una tranquilla salita a piedi dalla Bocchetta di Stavello o dalla Bocchetta di Margosio, e una tappa gratificante lungo uno dei percorsi di trekking più lunghi della zona attraverso la Valsessera.

9. Alba al Rifugio Monte Marca

A 1.616 metri, il Rifugio Monte Marca si trova sulla cima più alta sopra Bielmonte, dove la vista si estende dal Monviso al Monte Rosa. Progettato nel 1956 da Ernesto Giuliano Armani, è raggiungibile a piedi o in seggiovia e offre una vista a 360°, cibo tradizionale di montagna, ed è una base perfetta per le escursioni in estate o lo sci in inverno. Passa la notte in una delle sette accoglienti camere e rilassati accanto al fuoco con un piatto di polenta, o vieni solo per l’alba. Se il tempo e la visibilità lo permettono, goditi l’eterea alpenglow sul Monte Rosa. Seconda montagna più alta d’Italia, le sue creste innevate si tingono di rosa alla luce dell’alba.

10. Il Torrente Sessera e il Rifugio Piana del Ponte

Il torrente Sessera serpeggia attraverso l’Alta Valsessera, invitando a un tuffo rinfrescante in estate. Segui il sentiero F10 dalla Casa del Pescatore, e in soli 35 minuti raggiungerai un trio di bacini naturali – limpidi, freddi e perfetti per rinfrescarsi dal caldo del sentiero. Qui troverai anche il Rifugio Piana del Ponte – un’autentica baita di montagna a 1.100 metri, aperta da giugno a ottobre e spesso animata da festival estivi.

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