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Monica Vitti: Un’attrice dalle mille contraddizioni

I due volti dell’Italia

Un vassoio per la colazione con frittelle, salsa e una tazza su un letto disordinato in una stanza d'albergo a luce soffusa; lampada sul comodino, loghi a destra. Hotel d'Inghilterra Roma, Starhotels Collezione - Vassoio per la colazione con pancake, sciroppo e frutti di bosco su un letto stropicciato in una camera elegante.

Come i veri artisti, Monica Vitti era una donna piena di contraddizioni. Era una bellezza unica, ma non si è mai considerata tale. Durante gli anni ’60, la Vitti incarnava la nevrosi della società italiana, per poi curarla con risate e commedie negli anni ’70. All’inizio della sua carriera, divenne famosa per ruoli alienanti, ma consolidò la sua notorietà con più di quaranta commedie. Interpretò parti drammatiche rivoluzionarie, ma cambiò anche la storia del cinema italiano con i suoi ruoli comici, irrompendo nella Commedia All’Italiana. Non solo una vera artista, ma la Vitti era anche una vera italiana, data quella costante dicotomia tra commedia e dramma che i suoi personaggi incarnavano così brillantemente. Monica Vitti rappresentava le due anime dell’Italia, l’eterno alternarsi tra dramma e farsa, commedia e tragedia, tristesse e felicità.

Nata Maria Luisa Ceciarelli a Roma il 3 novembre 1931, era la terza figlia di Angelo e Adele (Vittilia) Ceciarelli, il cui cognome adottò e accorciò per la sua carriera d’attrice. Dopo essersi diplomata all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica nel 1953, la Vitti recitò in alcune classiche pièces de theatre, in particolare Shakespeare e Molière, mentre interpretò una manciata di piccoli ruoli in film durante il decennio. Oltre alle sue eccellenti capacità teatrali, la Vitti era anche una doppiatrice di successo, doppiando per famosi registi italiani come Federico Fellini ( Le Notti di Cabiria), Pier Paolo Pasolini (Accattone), Mario Monicelli (I Soliti Ignoti) e Michelangelo Antonioni (Il Grido), che divenne il suo compagno nella vita e nella carriera. Sebbene la Vitti abbia recitato in più di cinquanta film, all’estero è ricordata soprattutto per i suoi film con Antonioni, girati durante gli anni ’60, spesso definiti come la “tetralogia dell’incomunicabilità”. Nei film, interpreta donne ansiose, che lottano per far fronte ai cambiamenti improvvisi ed estremi avvenuti nell’Italia del dopoguerra. Le eroine moderniste interpretate da Monica Vitti in L’Avventura (1960), La Notte (1961), L’Eclisse (1962) e Deserto Rosso (1964), infatti, combattono tra solitudine, amore preoccupato, e soprattutto, disagio, risultando in un’impossibilità di comunicare con il mondo esterno.

Monica Vitti in the movie Il Deserto Rosso (1964)

L’Avventura è un film sulla scomparsa di una giovane donna su un’isola vulcanica, e su come il personaggio di Monica Vitti, Claudia, riempia il proprio dolore con passione e oggetti materiali. Quando fu presentato a Cannes nel 1960, il film divise la critica, il pubblico fischiò il film, mentre i critici lo premiarono con il Premio della Giuria.

In La Notte, interpreta il ruolo di Valentina, una ragazza di 22 anni seducente che incontra una coppia il cui matrimonio si sta disintegrando. In L’Eclisse, interpreta Vittoria, una traduttrice che vaga per l’architettura romana dell’area EUR, riflettendo tormenti interiori dovuti a una profonda inadeguatezza ad amare. Infine, in Deserto Rosso, la Vitti interpreta delicatamente una donna alienata che è vittima della sua nevrosi in uno scenario industriale inquietante.

Nel 1967, la sua relazione d’amore e artistica con Antonioni finì, e, all’apice della sua carriera, la Vitti decise di reinventarsi, recitando in film comici – la popolarissima Commedia all’Italiana. Durante la seconda metà degli anni ’60 e attraverso gli anni ’70, recitò poi in commedie leggere con registi come Roger Vadim (Il Castello in Svezia, 1963), Luciano Salce (Alta infedeltà, 1964, Le Fate, 1966, Ti Ho Sposato per Allegria, 1967), Tinto Brass (Il disco volante, 1964), rimodellando l’ambiente dominato dagli uomini della Commedia All’Italiana. Grazie alle sue doti recitative, la signora Vitti è riuscita a creare personaggi comici indimenticabili nel cinema italiano, come la grande Adelaide in Dramma Della Gelosia (Tutti I Particolari in Cronaca) di Ettore Scola o Ninì Tirabusciò in La donna che Inventò la Mossa (1970), e Teresa in Teresa la Ladra (1973). Ha anche recitato al fianco di Alberto Sordi in (Amore mio aiutami, 1969, Polvere di stelle, 1973, Io so che tu sai che io so, 1982), e Ugo Tognazzi (L’anatra all’arancia, 1975), due dei comici più famosi dell’epoca.

Altrettanto importante, le due nature della Vitti, il dramma e la commedia, hanno contribuito a plasmare la storia del Cinema Italiano in due modi diversi. Con i suoi ruoli nei film di Antonioni, Monica Vitti ha esplorato i tormenti interiori dell’animo femminile, mentre con le sue commedie, la Vitti ha impersonato personaggi emancipati, capaci di criticare l’establishment e la società italiana. La Ragazza con la Pistola ( La Ragazza con la Pistola, 1968) racconta la storia di Assunta Patanè, una giovane donna che si trasferisce nel Regno Unito, in cerca di vendetta dopo la fuga del suo fidanzato. Degli anni ’70 Ettore Scola Dramma della Gelosia (tutti I particolari in cronaca) mostra un menage a trois tra Monica Vitti, Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini – una delle critiche più argute ai difetti italiani dell’epoca.

Durante la prima metà degli anni ’90, la Vitti ha pubblicato due libri (Sette Sottane, 1993, Il Letto è una Rosa, 1995) e ha diretto un film, Scandalo Segreto (Scandalo Segreto, 1990), una storia drammatica di adulterio. Nel 1995, Monica Vitti ha ricevuto il premio onorario Leone D’oro al Festival del Cinema di Venezia, e poi è lentamente scomparsa dalla vita pubblica, vivendo tristemente con una terribile malattia che alla fine le ha tolto la vita il 2 febbraio 2022.