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Amore all'Italiana:

Mi Manca L’Italia

Da Annette (57 Anni)

Un vassoio per la colazione con frittelle, salsa e una tazza su un letto disordinato in una stanza d'albergo a luce soffusa; lampada sul comodino, loghi a destra. Hotel d'Inghilterra Roma, Starhotels Collezione - Vassoio per la colazione con pancake, sciroppo e frutti di bosco su un letto stropicciato in una camera elegante.

Mi manca l’Italia. Lo dico a mio marito, Mark, accompagnando la frase con un sospiro. Cosa mi manca? Il cibo e il vino? Certo. Le persone? Ovviamente. Ma mi manca I’Italia è un motto in codice per qualcos’altro.

Mark è entrato nella mia vita dopo la morte dei nostri primi coniugi. Quando ci siamo incontrati, le fiamme si sono accese e poi sono divampate. Sommersa per anni, la mia esistenza è esplosa. Sentii una liberazione a cui non riuscii a dare un nome finché non andammo in Costiera Amalfitana.

Ma innanzitutto, un anno prima del nostro matrimonio, Mark e io ci unimmo ai miei genitori e alle mie sorelle per visitare la “Santa Trinità” delle tappe turistiche in Italia. A parte mio padre, noi tutti eravamo al nostro primo pellegrinaggio dall’Ohio alla terra dei nostri antenati. Le giornate erano piene di visite al Vaticano e di folle di persone che si aggiravano intorno al Duomo di Firenze. Ho trascinato i membri della famiglia lungo i canali veneziani e fatto e disfatto valigie alle sette del mattino. In quel viaggio non ho avuto che un misero assaggio dell’Italia che avevo tanto desiderato.

L’anno successivo però ci siamo scambiati le promesse di matrimonio e Mark mi ha sorpreso con un viaggio ad Amalfi per la nostra luna di miele. Quella nuova Italia rifletteva una mia esplorazione interiore, un vedersi specchiati nella superficie del Mediterraneo mentre sorseggiavamo Prosecco e nuotavamo nel mare.  

Abbiamo fatto la tappa obbligatoria a Ravello per le ceramiche. Abbiamo visitato i negozi di carta ad Amalfi e siamo saliti su un autobus che ha deviato lungo i bordi della costa fino a Positano. In un negozio ho notato un paio di scarpe col tacco punteggiate di paillettes. Con il poco italiano che conoscevo – ce l’hai nella mia taglia? – sono diventata Cenerentola.

Volevo tutto. Prima che la mezzanotte scoccasse di nuovo.

Qualcosa si era risvegliato in me. Non mi preoccupavo più. Lasciavo che le cose mi rapissero nello stesso modo in cui io bevevo limoncello: lentamente e con facilità, il dolce sulla mia lingua seppelliva l’amarezza per ciò che la vita mi aveva portato via.

La nostra suite d’hotel era incastonata nel fianco della montagna, affacciata su un blu infinito che corrispondeva agli occhi di mio marito. Per arrivare alla nostra camera, bisognava passare attraverso i limoneti, assaporando la danza tra agrumi e sale. Abbiamo raccolto la frutta da terra e spremuto la polpa nei nostri bicchieri di prosecco. Abbiamo premuto le loro metà sui nostri corpi e leccato i loro succhi dai nostri stomaci abbronzati e ancora tesi. Ogni tocco della mano di mio marito mi pungeva la pelle mentre mi attardavo a guardare il panorama dalle porta-finestre. Mi misi a nudo. 

La vita passò. I miei genitori morirono. I viaggi in Italia cominciarono a includere i nostri figli. Attraversammo le Cinque Terre e la costa ligure. E ancora una volta: guidando verso l’Abruzzo, in pellegrinaggio verso Spoltore, paese d’origine della famiglia di mia madre, i chilometri si allontanavano dietro di me, chilometri che mia nonna Raffaela aveva percorso attraverso la Grande Maiella fino a Napoli con mia madre in grembo, per imbarcarsi verso l’America. Miglia che mi separavano dall’Ohio, allungando un corpo che voleva di più.

“Mi manca l’Italia”. Che cosa voglio dire? Mi manca quella giovane donna in luna di miele che, un anno dopo, sarebbe tornata a casa con una figliastra che lottava contro la depressione, una sorella che combatteva contro i fantasmi in una bottiglia, un padre a cui era stato diagnosticato il Parkinson e una madre che danzava con la demenza. Mi manca quella donna che se ne stava in piedi, con i seni pallidi puntati verso la brezza dove la nebbia delle rocce sottostanti spruzzava il suo corpo con i sali curativi del mare. “Mi manca l’Italia” significa che voglio ancora essere quella donna, come mia nonna, che rischia tutto.