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Matera: il ritorno moderno di una città antica

“È la città più antica d’Italia e si pensa che sia il terzo insediamento abitato più antico del mondo, risalendo alla preistoria, quando nacque come una rete di abitazioni rupestri scavate nella roccia.”

Un tempo bollata come fonte di “vergogna nazionale”, oggi Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO e Capitale Europea della Cultura, la città di Matera vanta un passato ricco di colpi di scena come il nido d’ape di abitazioni rupestri che compongono il suo antico nucleo, i Sassi. 

Situata al confine tra la Puglia e la Basilicata, una regione poco conosciuta del profondo sud italiano, Matera ha ottenuto un vero e proprio riconoscimento internazionale solo nell’ultimo decennio: prima era caratterizzata da una lunga reputazione di povertà indigente. Descritta dallo scrittore italiano Carlo Levi come “un’idea scolaresca dell’Inferno dantesco”, la Città Sotterranea è costituita da case in pietra che si espandono nelle viscere nella parete rocciosa. Incastrate in modo disordinato l’una accanto all’altra e l’una sull’altra, a volte dal pavimento al soffitto, Matera è un’esibizione tumultuosa di vita domestica. Guardando la città da lontano, essa si trasforma in un’unica casa scoscesa, una massa di intimità comunitaria che affonda nella terra circostante.

È un luogo che ne ha passate tante. È la città più antica d’Italia e si pensa che sia il terzo insediamento abitato più antico del mondo, risalendo alla preistoria, quando nacque come una rete di abitazioni rupestri scavate nella roccia. Queste costituivano la base dei Sassi, i due quartieri di case-grotta che sono incastonati nel suggestivo paesaggio. Nel corso del tempo, la combinazione tra il sistema di grotte e la grave povertà della città divenne una ricetta per la rapida e letale diffusione di malattie e carestie. Spesso famiglie numerose condividevano lo stesso spazio angusto, a volte schiacciate insieme ai loro animali, e la mortalità era molto diffusa. 

“I morti stanno sopra i vivi”, così lo scrittore Carlo Levi descriveva le condizioni di vita nei Sassi quando visitò Matera negli anni Quaranta. 

La crisi fu portata all’attenzione del governo italiano negli anni Cinquanta. La risposta fu il trasferimento forzato della grande maggioranza degli abitanti in un moderno complesso residenziale, una decisione che di fatto distrusse l’antica comunità e lasciò la Città Sotterranea come una città fantasma. Una fine brutale per la linea storica di abitanti della città, che era stata incrollabile fin dal suo debutto preistorico.

Nonostante il passato travagliato di Matera, le sue mura fatiscenti hanno ripreso vita. Nominata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1993, da allora l’attenzione per il complesso passato e lo straordinario aspetto della città è cresciuta costantemente, fino a culminare in un vero e proprio rinascimento. Andate a Matera oggi, e vedrete la città vibrante e vivace, con la luce calda che brilla dalle finestre nella roccia cotta dal sole. Le abitazioni rupestri un tempo abbandonate sono state accuratamente ristrutturate per ospitare alberghi e ristoranti, e un’ondata di persone è tornata nei Sassi con il desiderio di far rivivere lo spirito della città che le era stato brutalmente sottratto negli anni ’50. Matera è una delle città in più rapida crescita del sud Italia, con l’aumento delle presenze turistiche tra il 2012 e il 2019 più alto a livello nazionale e il raddoppio del numero di abitanti dagli anni ’60. Il recente risanamento della città significa che la vita è ben lontana dalle dure condizioni del passato. Ammirate le gallerie e i musei, passeggiate pigramente in Piazza Vittorio Veneto o fate un salto in una delle 150 chiese rupestri affrescate. Persino James Bond ha messo piede qui (in No time to die viene mostrato lo scorcio di Via Muro, uno dei panorami più mozzafiato della città).

Le antiche usanze di Matera sono tutt’altro che dimenticate. La tradizione della panificazione di Matera, il celebre pane di Matera, esiste da quasi quanto la sua rete di abitazioni rupestri. Il pane è prodotto secondo un processo tradizionale che sfrutta il sapore unico e intenso del grano della regione e prevede l’utilizzo di lievito naturale ottenuto dalla fermentazione dell’uva e dei fichi nell’acqua di sorgente locale. Grumoso, ruvido e dall’aspetto deliziosamente irregolare, si dice che assomigli alle forme delle vicine montagne della Murgia. Niente viene sprecato qui: quando il pane diventa raffermo viene utilizzato come base in piatti tradizionali come l’acquasala, (letteralmente “acqua e sale”), un composto di pomodori, cipolle, peperoni e uova. Questa tradizione culinaria della cucina povera è emulata nel piatto tipico di Matera, la crapiata, una semplice zuppa composta da grano e verdure e condita con una sana dose di olio d’oliva, storicamente preparata come piatto celebrativo per la fine del raccolto.

Vendor at Matera market selling pepperoni cruschi

Se passeggi per le strade dei Sassi durante i mesi estivi potresti scorgere pendenti peperoni cruschi, peperoni essiccati al sole che sono un alimento base sia del paesaggio culinario che urbano della regione. Versatili nella loro affumicatura pungente, i cruschi vengono utilizzati nella pasta, nei contorni, negli snack in stile aperitivo e tritati in polvere per esaltare il sapore di qualsiasi cosa, dalla carne al cioccolato. Chiamati affettuosamente “l’oro rosso della Basilicata”, i cruschi sono drappeggiati come gioielli in giro per le città e lasciati asciugare durante la parte più calda dell’anno, appesi in grappoli cremisi alle pareti, lungo i davanzali delle finestre e sui fili della biancheria.

Matera è qualcosa di più delle difficoltà che ha attraversato, e il ritorno della vita umana nella città di pietra getta una nuova luce sulla ricca storia culturale della città che è stata così a lungo trascurata. Una nuova linea ferroviaria a partire dal prossimo anno collegherà Roma alla Basilicata, segno che la regione si sta lentamente ma inesorabilmente aprendo grazie alle risorse finanziarie che la sua nuova ondata di visitatori sta fornendo. Levi descriveva Matera come un luogo di “dolorosa bellezza”. C’è certamente un sentimento di tranquilla nostalgia che si diffonde dalle mura color miele della città, e le difficoltà del suo passato non devono essere dimenticate. Ma anche per le tortuose strade dei Sassi risuona una quieta persistenza, il suono pulsante di una fonte di vita. La città più antica d’Italia è risorta ed è tornata alla ribalta.

Courtesy of Sextantio Le Grotte Della Civita

UNA BREVE GUIDA A MATERA

Ecco alcuni consigli approvati dall’IS su dove mangiare, bere e dormire in questa antica città.

MANGIARE

Regiacorte – Questo locale esclusivo nel centro di Matera con opzioni à la carte e menù degustazione offre versioni raffinate di piatti tradizionali. Sali sulla terrazza per una bellissima vista della città.

Dimora Ulmo – In uno spazio luminoso e moderno, questo ristorante con solo menù degustazione è ospitato in un palazzo del XVIII secolo. Qui il cibo è locale, ma con influenze globali, quella che chiamano “contaminazione della cucina italiana”. Prenotazione obbligatoria.

Baccanti – Nella grotta sotterranea o sulla terrazza in pietra, concedetevi i classici con un tocco in più in questo locale esclusivo, che vanta anche un’ampia lista di vini.

Da Nico – Vieni in questo ristorante con numerosi posti a sedere all’aperto per abbondanti carni alla griglia e piatti di pasta. Gli ingredienti sono tutti di provenienza locale, con tante specialità Presìdi Slow Food.

Stano – Questo ristorante rustico-chic serve piatti tipici con opzioni menù degustazione. Da non perdere i vermicelli al San Giovannino, con pomodorini, capperi e acciughe.

I Vizi degli Angeli – Questa gelateria artigianale proprio in fondo alla strada dal Museo Nazionale di Matera serve il migliore gelato della città con particolare attenzione alla purezza del sapore. Anche le granite sono fantastiche e sono l’antidoto perfetto per caldissima giornata estiva.

BERE

Enoteca Dai Tosi – Questo wine bar, ricavato in una grotta secolare nei Sassi, serve etichette italiane insieme alla cucina locale lucana. I favolosi mobili in pietra e gli eleganti accenti verdi sembrano usciti da un film di James Bond.

DORMIRE

Sextantio – Questo hotel minimalista, composto da 18 camere-grotta, è il posto migliore per dormire nei Sassi. Qui l’attenzione è posta sul rispetto del patrimonio culturale; nell’ambito del loro attento processo di restauro, la maggior parte dei mobili è costruita in pietra, mentre il resto è costruito con materiali riciclati.

Regiacorte

Dimora Ulmo

Baccanti

Da Nico

Stano

I Vizi degli Angeli

Enoteca Dai Tosi

Sextantio