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L'”Opera” di Nilufar: Nina Yashar sul Connettersi Emotivamente con gli Oggetti di Design

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“C’è una psicologia emotiva in tutto questo, e Yashar ha una comprensione profondamente intuitiva di essa.”

Un vassoio per la colazione con frittelle, salsa e una tazza su un letto disordinato in una stanza d'albergo a luce soffusa; lampada sul comodino, loghi a destra. Hotel d'Inghilterra Roma, Starhotels Collezione - Vassoio per la colazione con pancake, sciroppo e frutti di bosco su un letto stropicciato in una camera elegante.

C’era una volta un tappeto – per l’esattezza un tappeto scandinavo. Aveva un motivo astratto, un lavoro manuale intricato, e forse anche un po’ di magia. Nina Yashar non aveva mai visto niente di simile prima. “Portava con sé una poesia silenziosa che risuonava profondamente in me”, ricorda. “In quel momento, ho capito che il design poteva andare oltre la sua funzione fisica, diventando un contenitore di emozioni e significati.”

La gallerista, collezionista, mecenate e trendsetter internazionale nata a Teheran si era occupata principalmente di tappeti e tessuti francesi del XIX secolo fino alla fine degli anni ’90. Questa scoperta, tuttavia, ha segnato un punto di svolta nella carriera di Yashar, che ha fatto di Milano la sua casa fin da giovane. Ha rivolto la sua attenzione agli oggetti di design storici e contemporanei creati da alcuni dei talenti più celebrati del settore. Fondata nel 1979, la Galleria Nilufar potrebbe essere iniziata come una galleria di design da collezione a Milano, ma si è evoluta in un universo a sé stante, immergendoci in un viaggio metaforico attraverso decenni, stili e innovazioni; da un raro mobile dipinto a mano della fine del XIX secolo a librerie stampate in 3D che sembrano creature cosmiche di un’altra galassia. Yashar crede che ogni oggetto di design sia portatore di memoria, identità ed espressione; recando una narrazione che lo collega al suo creatore e, in ultima analisi, al suo proprietario.

Forse questo spiega perché i clienti formano connessioni emotive così forti con i pezzi che acquistano da Nilufar, e perché vengono da lontano per trovarli. Galleria Nilufar in Via della Spiga è una destinazione del design europeo che non ha bisogno di presentazioni; un portale verso l’evasione dove ogni tipo di curiosità visiva si fonde in vetrine di mobili sapientemente curate, mostre d’arte e presentazioni di design durante tutto l’anno. Situata nel Quadrilatero della Moda di Milano, la Galleria Nilufar a due piani è sempre in cima alla lista dei ‘must-see’ del Salone del Mobile ogni anno e ha ospitato una lunga lista di mostre che celebrano luminari del design come India Mahdavi, Gaetano Pesce, Pietro Consarga e Gabriella Crespi, tanto per citarne alcuni. Ma non è solo l’estetica superficiale dei tesori di Nilufar a renderli, e la galleria, così affascinanti. Le selezioni di Yashar – che si tratti di pezzi iconici di Gio Ponti o Ettore Sottsass, o opere contemporanee di designer e studi come Maximilian Marchesani e OLDER – sono testimonianze di cultura e creatività universale e, forse cosa più importante, portano lo spirito dei loro creatori, molti dei quali Yashar conosce (o conosceva) personalmente.

Le persone, dice Yashar, non si limitano ad acquisire oggetti di design, ma si proiettano su di essi. ‘Una sedia audace e scultorea potrebbe parlare allo spirito avventuroso di qualcuno, mentre un raffinato tavolo vintage potrebbe evocare nostalgia o un legame con le proprie radici culturali’, spiega. ‘Gli oggetti diventano specchi, riflettendo e amplificando l’identità dei loro proprietari’. C’è una psicologia emotiva in tutto questo, e Yashar ne ha una comprensione profondamente intuitiva.

È facile passare davanti al Nilufar Depot, la location secondaria di Yashar, alla tua prima visita in Viale Vincenzo Lancetti. Con il suo esterno sobrio e la posizione arretrata rispetto alla strada, questa ex fabbrica di argenteria nella zona nord-orientale di Derganino a Milano è stata trasformata da Yashar in un grandioso spazio magazzino-showroom-esposizione nel 2015 (il che significa una gigantesca torta per il suo decimo anniversario quest’anno!). Progettato dall’architetto Massimilano Locatello, il deposito a tre livelli è stato ispirato dalla disposizione del Teatro alla Scala, ma invece di soprani e baritoni che ti fanno venire la pelle d’oca, gli oggetti di design con ‘anima’ sono le star di questo spettacolo. Curato secondo designer, idee e storie tematiche, il Nilufar Depot sembra piuttosto un ‘tableaux’ teatrale o un epico set operistico. Dal divano ‘Cornaro’ di Carlo Scarpa alle lampade da parete ‘Mod’ di Franco Albini e una ‘Scrivania di valigette’ di Maarten de Ceulaer, ogni oggetto di design nella collezione di Yashar porta lo spazio in vita con una bella dose di personalità. È un posto dove è perfettamente accettabile (almeno si spera) fantasticare di essere Cleopatra sdraiata su un divano in velluto di cotone di Federico Munari, o un personaggio felliniano femme fatale alla Fellini raggomitolata nelle labbra di un tappeto “Il Bacio” di Barnaba Fornasetti.

Il Bacio_Barnaba Fonasetti; Photo by Matteo Bartoli.

Cosa significa essere un ‘trendsetter’ in una città come Milano piena di, diciamo, ‘trendsetter’? Significa essere Nina Yashar; una donna con un forte senso dell’intuizione che sa quando qualcosa le ‘parla’ oltre il livello estetico. Un vero trendsetter probabilmente non si considera mai un ‘trendsetter’, e si ha questa impressione con Yashar. Tutto le sembra senza sforzo, persino definire il suo stile distintivo, espresso anche attraverso i suoi outfit esuberanti e accessori che attirano l’attenzione. Lo riassume in una frase: ‘Una fusione eclettica di tradizione storica ed elementi contemporanei inaspettati, dove stili contrastanti convergono in un dialogo armonioso.’ L’universo Nilufar, quindi, è l’universo di Yashar. Entrare nella Galleria Nilufar o nel Nilufar Depot è come entrare nel salotto o nel soggiorno di Yashar, e si può solo immaginare i profondi legami che ha formato con certi pezzi nel corso degli anni. Tra questi, una libreria BBPR – ‘Penso che sia semplicemente un elemento d’arredo perfetto,’ dice semplicemente – e la serie ‘Gio Ponti Translated’ di Martino Gamper, in cui Gamper reinterpreta i design di Ponti degli anni ’60 per l’Hotel Parco dei Principi a Sorrento. ‘È un progetto di design tra passato e presente, che simboleggia una delle sfide per i designer di oggi,’ nota Yashar.

Nilufar avrebbe potuto esistere, come lo conosciamo, in qualsiasi altra città del mondo? Yashar non esita. ‘Nilufar è profondamente legato a Milano,’ dice. ‘L’Italia, e Milano in particolare, ha notevolmente arricchito la crescita della galleria, offrendo una comunità vivace e focalizzata sul design e un patrimonio culturale senza pari.’ Milano, crede, è una città dove tradizione e modernità esistono in un perfetto equilibrio. Un esempio lampante è il Salone del Mobile, quando la città diventa una mecca per i principali designer, collezionisti e curatori del mondo.

‘Ogni anno, la città si trasforma in un hub dinamico di creatività, con un flusso costante di idee e persone,’ dice Yashar. ‘La Milano Design Week non solo amplia la nostra conoscenza ma ci permette anche di condividere nuove narrative visive, influenzando e ispirando la comunità del design globale.’ Questo mix di patrimonio e innovazione, nota Yashar, è ciò che significa veramente essere milanesi. ‘Significa essere aperti al mondo mentre si custodisce la cultura locale e l’artigianato. È sofisticatezza, innovazione e un forte senso di identità tutto in una volta.’ Questo ethos si riflette nel contributo dell’Italia alla sfera del design da collezione globale, che Yashar descrive come ‘ineguagliabile’.

Nilufar è un”opera’ in continua evoluzione. Nel corso degli anni, Yashar ha continuamente ampliato il suo ambito e la sua portata, celebrando il lavoro di nuovi designer, scoprendo talenti emergenti e creando contesti stimolanti per sperimentare il design. Tra le ultime imprese di Nilufar c’è ‘Nilufar Editions’, una collezione di mobili progettati da talenti internazionali con l’input curatoriale di Yashar, prodotti in pezzi non limitati e distribuiti attraverso rivenditori selezionati in tutto il mondo. Questi includono il giocoso ‘Divano Macaron’ in cioccolato e rosa disegnato da Gal Gaon e l’elegante tavolino basso cilindrico ‘Supersonic’ in acciaio inossidabile di Architude. Nilufar Editions è una mossa audace per una galleria che ha costruito il suo lascito su pezzi da collezione unici, ma Yashar lo vede come un’evoluzione naturale. ‘Stiamo espandendo la narrativa, rendendo il grande design più accessibile pur mantenendo l’integrità e la visione di Nilufar.’ Quando si tratta di scoprire nuovi designer e collettivi come Andrea Mancuso, Marco Lavit e Francesco Faccin, Yashar segue il suo istinto. ‘È un processo profondamente personale,’ dice. ‘Sono ispirata da coloro che spingono i confini, sfidano le convenzioni e portano passione e autenticità nel loro lavoro. Che siano figure affermate o stelle nascenti, ciò che conta davvero è la loro dedizione all’artigianato e all’innovazione.’

Ma dai, la tecnologia digitale sta rivoluzionando il mondo del design da collezione. Chi ha paura? Non Yashar, che crede nel potere dell’artigianato tradizionale. “La mano dell’artigiano porta un senso di umanità e autenticità che nessuna macchina può replicare,” insiste. Mentre la tecnologia può migliorare il design, lei crede che la “mano” del designer e del creatore sia insostituibile. “Osservare l’impronta dell’artigiano in un oggetto ci ricorda la bellezza nell’imperfezione e la profonda profondità della creatività umana.” Questo è, forse, uno dei motivi per cui rimane attratta dagli oggetti di design moderno e di metà secolo. “Sfidano le convenzioni pur rimanendo senza tempo,” dice. “C’è un equilibrio accattivante tra innovazione ed eleganza, offrendo design che continuano a ispirare.”

Da Milano al Marocco al Medio Oriente, e ben oltre, Nina Yashar continua a plasmare il modo in cui gli esseri umani vivono il design, ricordandoci che è perfettamente accettabile emozionarsi per una poltrona. Si tratta tutto di connessione, dice lei. E quando trovi il pezzo giusto, lo sai e basta.