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Lento come la Polenta: Il Comfort Food Invernale Italiano a Base di Farina di Mais

“Sei lenta come una polenta! Sei lenta come una polenta!”

 

Il tormentone dell’estate scorsa della figlia di quattro anni di mio cognato italiano, Carolina. Durante quel periodo eravamo tutti polenta. Che fossimo lenti ad allacciarle le scarpe o in ritardo durante una passeggiata dopo pranzo, venivamo immancabilmente presi in giro, subito seguiti da una risatina adorabile e un sorriso, per essere “lenti come una polenta!” Addio ai paragoni con lumache, lumaconi o tartarughe, nel libro di questa bimba il gironzolare pigramente era da paragonare al piatto italiano di farina di mais cotto lentamente: la Polenta.

Nonostante le origini discutibili della frase (molto probabilmente una classe d’asilo italiana), ho subito fatto mia questa simpatica rima, usandola spesso per scherzare con i miei amici un po’ perplessi. Ma oltre a farci fare due risate, mi ha fatto riflettere. Nei miei otto anni di vita a Roma potevo ora, con orgoglio e gioia, considerarmi un intenditore quando si trattava delle iconiche Pizza e Pasta del paese. Conoscevo il buono dal cattivo, il sublime dal mediocre e il mio stomaco felicemente soddisfatto per tutto questo tempo è stato in gran parte grazie alla combinazione dei due piatti. Eppure con la terza grande P, l’altro grande pilastro culinario italiano, la Polenta, ero scioccantemente vergine. Mentre Carolina e io cantavamo la sua canzoncina, ho giurato lì per lì che con l’estate ormai finita e i mesi più freddi alle porte, mi sarei dato la missione di scoprire, divorare e deliziare la Polenta; il riscaldamento invernale per eccellenza dell’Italia.

Per millenni, le civiltà hanno bollito vari cereali con acqua per formare un piatto simile alla polenta. Gli antichi Romani diedero il nome di “Pultem” a una variante fatta con farro. Tuttavia la polenta gialla, come la conosciamo ora, in tutto il suo splendore dorato, è nata a metà del XVI secolo nella regione italiana del Friuli con l’arrivo del “”granoturco (grano turco), più comunemente noto oggi come mais.

Imbarcandomi nella mia ricerca a base di mais, sono rimasto incuriosito nell’imbattermi in un nome per ciò che cercavo di diventare; un “”polentone, letteralmente mangiatore di polenta! Tradizionalmente un pasto da poveri mangiato nelle regioni settentrionali della penisola italiana, questo epiteto dal suono dolce, mi è dispiaciuto sapere, era spesso usato come insulto dai meridionali riferendosi agli abitanti del nord. Sebbene il piatto ricco di carboidrati e a basso costo abbia salvato molti dalla fame durante le temute carestie, una dieta di sola polenta ha causato un’esplosione di casi di Pellagra, una malattia causata dalla mancanza di alcune vitamine essenziali. Un promemoria ben noto a me stesso per non diventare completamente dipendente da questa roba, la mia buona fortuna mi avrebbe fatto gustare la polenta nelle forme più semplici e anche carica di condimenti nutrienti che ero solo più felice di scoprire comportavano infinite possibilità!

Come britannico nato e cresciuto, molti dei miei ricordi d’infanzia legati al cibo vengono serviti con un contorno o due del nostro amato Purè di Patate. Eppure, proprio come il purè fumante e cremoso di mia madre, perfezionato con burro, mi faceva venire l’acquolina in bocca, il piatto della mia scuola di poltiglia tiepida e grumosa, che galleggiava in una pozzanghera di latte, mi fa ancora venire i brividi. Lo stesso vale, come avrete già indovinato, per la polenta. La chiave, come qualsiasi italiano nonna confermerà risolutamente, sta nella cottura o meglio ancora, nel mescolare. Più lungo è il mescolamento e più vigorosa è la mano, meglio è. Poiché questo alimento base ricco di amido richiede una buona ora sul fornello (nota per boicottare la varietà istantanea), potresti voler saltare la palestra e riservare le tue energie per un allenamento intensivo delle braccia nei giorni della polenta. Sebbene molte ricette richiedano alcuni aggiustamenti (alcuni suggeriscono il brodo, altri dicono latte o panna) la ricetta originale rimane forte e costante nella tradizione italiana:

Ingredienti

Per 6 persone

2 litri d’acqua

1 cucchiaio di sale

Un generoso giro d’olio extravergine d’oliva

400 g di farina di mais – per una consistenza molto morbida

500 g di farina di mais – per una consistenza più morbida

600 g di farina di mais – per una consistenza soda

Tempo di cottura: 1 ora

Porta l’acqua a ebollizione, aggiungi il sale, versa la farina di mais, poi l’olio e mescola via!

Una volta passata l’ora, inizia il divertimento. Mettila in una ciotola e aggiungici sopra una noce di burro, una manciata di parmigiano e oplà; è la semplicità perfetta. Oppure dai sfogo alla creatività con i condimenti e fai come gli italiani; funghi porcini, salsiccia, al sugo (nel sugo) e baccalà mantecato (baccalà mantecato) sono solo alcuni esempi! E se non riesci ad aspettare fino a cena e hai voglia solo di uno spuntino, lascia che la polenta si raffreddi e stendila sottile su un tagliere di legno. Tagliala a fette, cuocile sulla griglia a fiamma media, e servi questi snack a morsi, conditi, per farli gustare a tutti.

Quindi, con il nuovo anno davanti e la pancia che brontola per averne di più, non essere lento come una polenta ma DAI, PREPARA la polenta. Scopri questo piatto con me!