“Sei qui per Tonino!” strilla, lasciando cadere le borse della spesa a terra con entusiasmo. Sembra avere circa 80 anni, con capelli rosso elettrico e occhi azzurri penetranti. Eravamo appena entrati in quello che sembrava un giardino incantato, aprendo un cancello arrugginito alla ricerca di un museo, trovando invece una colonia di gatti, sculture in metallo e ceramica, tappeti ricamati e colline erbose tutt’intorno. Una televisione accesa e una ciotola di ceramica piena di pomodori maturi sono gli unici indizi che la casa fosse abitata.
È così che entriamo accidentalmente nella casa dei Guerra e incontriamo Lora Guerra, la moglie di Tonino Guerra, il famoso sceneggiatore e artista multidisciplinare le cui opere hanno ispirato la nostra visita in questo angolo rigoglioso dell’Emilia-Romagna.

Photo by Luca Bacciocchi, 2022; Courtesy of Regione Emilia-Romagna-Settore Patrimonio Culturale
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L’Emilia-Romagna è una regione che nasconde molti tesori: una città semi-abbandonata con alcuni degli esempi più intatti di architettura razionalista, un piccolo borgo le cui mura sono state segnate da famosi pittori dagli anni ’60, e villaggi medievali isolati dal paesaggio agroindustriale che domina il resto della regione, come quelli di Santarcangelo di Romagna e Pennabilli.
Sono queste città che contano Tonino Guerra tra i suoi ex residenti. Questo rinomato sceneggiatore ha lavorato con alcuni dei più grandi registi neorealisti del secolo scorso, tra cui Fellini, Visconti, Mastroiami, Tarkovsky e Wim Wenders. Potresti conoscerlo per film come Amarcord (1973), un classico sulla società italiana pre-industriale che gli ha fatto vincere un Oscar insieme a Fellini; il bellissimo e malinconico Nostalgia (1983) con Tarkovsky; e il classico romantico Beyond the Clouds (1995) in collaborazione con Mastroiami e Wim Wenders.
Dopo il suo ritiro dalla sceneggiatura, Guerra, nato a Santarcangelo di Romagna, è fiorito come artista multidisciplinare dedicandosi alla poesia, al design e alla scultura. Per praticare queste arti, si è trasferito nella città interna di Pennabilli con la sua già citata moglie Eleonora (Lora) Kreindlina Guerra, che a sua volta ha lavorato con alcuni dei più grandi cineasti del cinema russo.
Sia qui che nella sua città natale di Santarcangelo di Romagna, puoi trovare le sue installazioni sparse come uova di Pasqua. Aveva un’affinità per la progettazione di fontane, come “Il Bosco della Pioggia”, una fontana che raffigura il dialogo tra una foresta e la sua pioggia; “La fontana della Chiocciola”, scolpita come una lumaca per ricordare le virtù della vita lenta; e “La Fontana della Pigna”, situata nella piazza principale di Santarcangelo, dove Tonino giocava da bambino dopo la scuola.
Ma è il museo all’aperto di Guerra I Luoghi dell’Anima, Spaces of the Soul, a Pennabilli che mostra davvero la sua creatività (scorri verso il basso per una guida alle mostre). Questi sette spazi pubblici formano una rete di installazioni artistiche sparse per il villaggio, senza un ordine particolare, con l’obiettivo di evocare meraviglia e scoperta spirituale. Tra questi, c’è “Il Giardino dei Frutti Dimenticati”, un frutteto pubblico di frutti e verdure dimenticati, abbellito da statue e sculture; “Il Giardino dei Pensieri”, un’installazione scultorea che funge da spazio di meditazione; e “La Strada delle Meridiane”, una strada di meridiane che attraversa il centro storico.
Stavamo cercando il museo ufficiale di Guerra, Il Mondo del Tonino Guerra, quando per sbaglio siamo entrati a La Casa Dei Mandorli, l’ex casa di Tonino e l’attuale di Lora, che senza esitazione ci ha invitato dentro. La casa/museo, che è decisamente più casa che museo, è piena zeppa di opere d’arte, prodotte da Tonino o regalate da colleghi e amici: uno schizzo colorato di Wim Wenders, un acquerello di Michelangelo Antonioni e De Chirico, illustrazioni di Renzo Vespignani. Una poltrona circondata da muri di libri, piante e mosaici in una veranda piena di sole che si affaccia sui campi sottostanti è dove Tonino si sedeva per scrivere. Lora indica vagamente l’orizzonte, spiegando che ci sono molte sorgenti naturali nelle colline intorno a Pennabilli; ricordavano a Tonino ‘l’infanzia della terra stessa’, dice.

Photo by Luca Bacciocchi, 2022; Courtesy of Regione Emilia-Romagna-Settore Patrimonio Culturale
Ogni stanza, ogni angolo ha una storia che Lora è ansiosa di raccontare: come un dipinto ha ispirato la trama di un classico film neorealista, le origini della loro collezione di vasi, o la sperimentazione di Guerra con il design dei mobili. È così che impariamo il simbolismo della farfalla sempre presente nell’arte di Tonino. Dopo essersi unito alla resistenza partigiana nella Seconda Guerra Mondiale, Tonino fu catturato e imprigionato nel campo di Troisdorf. Dopo la liberazione, scrisse:
Contento, proprio contento
sono stato molte volte nella vita
ma più di tutte quando
mi hanno liberato in Germania
che mi sono messo a guardare una farfalla senza la voglia di mangiarla
Felice, davvero felice,
sono stato molte volte nella vita,
ma mai quanto quando
mi hanno liberato in Germania
e ho visto una farfalla senza volerla mangiare
Lora ci porta fuori in giardino, che si estende fino alla cima delle colline di Pennabilli e domina la valle del Valmarecchia (puoi vedere questo paesaggio nello sfondo della Mona Lisa). Fu qui che, nel 1994, su invito di Tonino, una copia di una campana sacra fu portata a Pennabilli da Tenzing Gyatso, il 14° Dalai Lama, come modo di onorare il legame Italia-Tibet. (Una volta, un monaco di Pennabilli viaggiò a piedi fino in Tibet e stabilì lì una comunità, ma questa è una storia per un’altra volta.)
Mentre il sole inizia a calare, Lora apparecchia la cena, vino incluso, per uno di troppo. Da dodici anni, dalla scomparsa di Tonino, Lora ha lasciato un posto per lui a tavola, uno dei suoi modi sciamanici di ricordarlo e onorarlo. Parla spesso di lui al presente, la sua presenza prendendo vita nella loro casa ritualizzata, adornata come un altare.
Mentre ci salutiamo, Lora ci chiede se abbiamo piani per la sera successiva, offrendoci un invito irrinunciabile per festeggiare insieme il Capodanno russo a Santarcangelo. Il ristorante non è altro che La Sangiovesa– fondato dalla famiglia Maggioli, che, aiutata dall’immaginazione e dal tocco di Tonino stesso ha creato un baluardo della cucina romagnola–dove condividiamo pasta coi fagioli, agnolotti, e un sontuoso dessert di pera cotta con crema e fior di latte gelato con Lora e i suoi amici intimi, inclusa Miresa Turci, la figlia di Giulio Turci, un pittore surrealista e vecchio amico di Tonino. (Curiosità: il padre di Giulio Turci possedeva il primo cinema in Italia, la cui storia ha ispirato il film iconico Cinema Paradiso.)
E questa è la bellezza di viaggiare fuori dai sentieri battuti in Italia: una semplice ricerca di qualcosa di diverso può portare a una delle cene più memorabili della tua vita. Trovi l’arte profondamente intrecciata anche nei paesini più piccoli e la poesia che permea ogni aspetto del vivere, senza bisogno di fare la fila per musei sold-out. Forse queste parole di saggezza, tramandate a noi da Lora da Tonino Guerra, dicono tutto:
la bellezza è già una preghiera (la bellezza è già una preghiera).

Photo by Luca Bacciocchi, 2022; Courtesy of Regione Emilia-Romagna-Settore Patrimonio Culturale
LE TAPPE DE I LUOGHI DELL’ANIMA
L’Orto dei Frutti Dimenticati: Una delle tappe più memorabili del museo all’aperto è L’Orto dei Frutti Dimenticati, il giardino dei frutti dimenticati, dove specie di alberi da frutto antiche e la flora della campagna appenninica che non vengono più coltivate trovano rifugio. Qui, il Dalai Lama ha persino piantato un gelso durante un secondo viaggio nel 2005 (amava così tanto Pennabilli che l’ha visitata due volte).
L’angelo Coi Baffi: Il museo più piccolo del mondo, L’angelo Coi Baffi, ospita solo un dipinto che racconta la storia di un angelo che vuole mostrare orgogliosamente i suoi uccelli impagliati agli altri angeli, ma finisce per essere preso in giro. Un giorno, li espone di nuovo e gli uccelli improvvisamente iniziano a volare; una metafora evocativa sul potere dell’immaginazione.
Il rifugio delle Madonne abbandonate: Una collezione di Madonne create su terracotta da vari artisti che, secondo l’immaginazione di Tonino, si sono rifugiate per sfuggire all’incuria dell’uomo e all’oblio. La strada delle Meridiane: Una strada di sei meridiane che attraversa il centro storico e segna il tempo secondo antichi metodi appartenenti a diverse epoche storiche. Il giardino pietrificato: Sette tappeti in ceramica del ceramista Giovanni Urbinati con illustrazioni fantasiose. La Madonna del rettangolo di neve: Una piccola cappella in pietra che dal 1754 funge da spazio simbolico e ritualistico per la comunità di Pennabilli. Il santuario dei Pensieri: Un santuario meditativo che ospita sette enigmatiche sculture in pietra che simboleggiano aspetti della mente, del corpo e dell’anima.

Ristorante La San Giovesa
DOVE MANGIARE A SANTARCANGELO E PENNABILLI
Lazaroun – Vai da Lazaroun se vuoi concederti la tradizionale cucina Romagnola : buona per il corpo, buona per l’anima. Le loro pappardelle rustiche con ragù al coltello sono una versione incredibile del sugo alla bolognese, e la porchetta e la faraona sono da leccarsi i baffi.
La Sangiovesa – Un altro punto di riferimento per la cucina tradizionale romagnola. Qui puoi ammirare molte installazioni di Tonino Guerra, soprattutto i forni unici che adornano ogni stanza. Il ristorante è collegato alle antiche grotte Tuva che formano un’infrastruttura sotterranea della città.
Oltre Borgo – Vieni qui per un aperitivo accogliente con drink ben preparati e alcuni stuzzichini gustosi come mozzarelle in carrozza e olive ascolane. Osteria Piadina e Collina – Questo piccolo ristorante a conduzione familiare offre tradizionali piadine con un’incredibile selezione di prodotti freschi delle regioni centrali d’Italia.
Osteria Al Bel Fico – La raccomandazione personale di Lora per Pennabilli: salumi di alta qualità, gratin di verdure e squacquerone fresco che è fuori dal mondo. Vieni affamato!