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Amore

Amore all'Italiana:

Legati dal Mare

Di Alias Età: 31, Lei)

Un vassoio per la colazione con frittelle, salsa e una tazza su un letto disordinato in una stanza d'albergo a luce soffusa; lampada sul comodino, loghi a destra. Hotel d'Inghilterra Roma, Starhotels Collezione - Vassoio per la colazione con pancake, sciroppo e frutti di bosco su un letto stropicciato in una camera elegante.

Conoscevo Gregorio solo da qualche mese. Eravamo usciti insieme un paio di volte, non di più, ma avevo già capito un sacco di cose su questo tipo. Era un libro aperto – adoravo questo. In più, era affascinante; ancora meglio. Fino a quel momento, la mia esperienza con il fascino maschile italiano era stata sempre accompagnata da una buona dose di infedeltà. La personalità trasparente del mio nuovo ragazzo italiano mi aveva in qualche modo rassicurato. Se fosse stato il tipo da fare il furbo, speravo che lo facesse apertamente. Era preciso, quasi ossessivo; eppure un uomo ordinato – un altro fenomeno nuovo per me – che speravo si sarebbe rivelato molto utile. Era impulsivo, il che, nella fase iniziale piena di passione del nostro amore, rendeva le cose solo più gloriose, spontanee e divertenti. E poi c’era la sua più grande passione, o meglio, il suo amore senza pari: il mare. Convinto che nelle sue vene scorresse acqua salata del Mediterraneo, qualsiasi argomento marittimo di qualsiasi tipo faceva drizzare le orecchie a Cesare, gli faceva brillare gli occhi e gli faceva allargare un sorriso da una guancia baciata dal sole all’altra.

Così, dopo tre mesi, cinque appuntamenti, eravamo in viaggio verso la Sardegna. Gregorio ha una piccola barca, il suo orgoglio e la sua gioia. Attrezzata con una cabina per dormire in due, siamo partiti da Roma per trascorrere quattro giorni beati navigando nelle acque smeraldo incontaminate della Sardegna, esplorando le sue baie dalla sabbia morbida e viaggiando all’interno per mangiare nelle tante meraviglie gastronomiche che hanno reso la Sardegna un paradiso per gli amanti del cibo… proprio come noi.

Il giorno della partenza, sono stata svegliata da scosse vigorose. Erano le 5 del mattino e un Gregorio agitato era al mio fianco. Con uno sforzo encomiabile per nascondere il panico nella sua voce, mi ha esortato che dovevamo partire subito. Sono inciampata sul ponte, gli occhi annebbiati e la mente ancora piena di sogni. Un attimo dopo, mi sono ritrovata in mezzo a onde di tre metri, il cielo illuminato dalle sfumature persistenti della tempesta della notte prima, e Gregorio al timone, esultante come non mai.

Stavamo volando: letteralmente surfando sulle onde altissime che seguivano la barca. Non c’erano schianti o schizzi, e quindi non provavo alcun disagio o paura. Eravamo in armonia con il mare, lasciando me – una principiante della vela, e per giunta ingenua – a sorridere di gioia, proprio come Gregorio, mentre l’emozione di solcare i mari ci travolgeva entrambi.

Mentre il pilota automatico prendeva il controllo, lui mi ha baciato. Poi di nuovo. Ad ogni onda che si alzava, un indumento si toglieva, finché i nostri corpi non si sono incontrati e mossi in sincronia con l’ondeggiare della barca. Zero sforzo richiesto.

E al culmine di tutto, mentre scivolavamo in cima all’onda più potente di tutte, il sole è spuntato dall’orizzonte sottostante. In mezzo ai ruggiti del mare, la voce di Gregorio ha risuonato: “Ti Amooooo!”

Il mio primo “Ti amo” da quest’uomo, e uno che non era mai sembrato così azzeccato. Impulsivo? Fatto. Affascinante? Fatto. Ossessionato dal mare? Fatto, fatto, fatto…

Sette anni dopo — un po’ più saggi, un po’ meno spericolati — e un matrimonioal mare in arrivo, Cesare e io salutiamo il mare, la terza ruota che accogliamo con gioia.