


Pomeriggi pigri in Puglia / La bellezza di una vita tranquilla
La Puglia: una terra istintiva, antica, assetata. Una terra di campi di grano accarezzati dal vento, di mandorle amare colte direttamente dagli alberi, del profumo di mosto e olive carnose, e di pomodori appesi ad essiccare al sole, come facciamo con i merletti delle nonne, tramandati di generazione in generazione. Di sedie di paglia intrecciata e lunghe chiacchierate intervallate da espressioni dialettali. Di tavoli di plastica in un bar isolato, dove le carte da gioco e le birre stappate hanno trovato il loro palcoscenico. La Puglia seduce con le sue dolci curve e i suoi spigoli inaspettati. Ha il potere di catturare ogni anima. È un posto dove si colgono i ritmi di una natura travolgente, nascosta nella struttura di un muro a secco, di un fico d’india spinoso, di un vicolo di calcare bianco latte. Non c’è fretta. In Puglia, hai il tempo di riflettere, di riposare e di essere semplicemente.
“Meriggiare pallido e assorto, presso un rovente muro d’orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi, schiocchi di merli, frusci di serpi. Nelle crepe del suolo o su la veccia, spiar le file di rosse formiche, ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano a sommo di minuscole biche. Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare, mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi. E andando nel sole che abbaglia, sentire con triste meraviglia, com’è tutta la vita e il suo travaglio, in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia”. – Meriggiare pallido e assorto (Eugenio Montale, 1925)
“Sonnecchiare a mezzogiorno, pallido e assorto vicino a un muro rovente di giardino, ascoltare tra i rovi e gli sterpi il cinguettio dei merli, il fruscio dei serpenti. Nel terreno screpolato o sulla veccia spiare le file di formiche rosse che ora si spezzano e ora s’intrecciano sulla cima di minuscoli mucchi. Osservare tra le fronde il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli crepitii di cicale dalle cime spoglie. E camminando nel sole che abbaglia, sentire con triste meraviglia come tutta la vita e il suo travaglio è questo continuare lungo un muro che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia. ” –Sonno meridiano pallido e rapito (Eugenio Montale, 1925)



Blues pugliese (Sia i colori del mare che la nostalgia alla partenza)
Dal selvaggio nord all’estremo sud, l’orizzonte pugliese ha un solo colore: il blu. Il blu del mare e tutte le sue sfumature, tinte e tonalità. Schizzi di turchese e acquamarina scivolano tra le scogliere aspre della costa del Gargano, le dolci spiagge di Monopoli e le vertiginose pareti bianche di Polignano. Il mare della Puglia vive di vele scosse dal vento, di barchette cariche di ricci e polpi testardi. Vive del legame viscerale con i suoi abitanti: è un personaggio della vita quotidiana, che fa da sfondo e cornice, protagonista e sipario. Il mare pugliese è tradizione e la lenta sensazione di abbandonare il corpo al suo dondolio. Quella sensazione rimane dentro, anche quando si torna a casa.


Le perle di una collana chiamata Puglia
In Puglia, la vita si prende il suo tempo. Le città e i paesi accecati dal sole e dal suo calore si piegano a ritmi dilatati, più lenti. C’è qualcosa di sensuale nel svegliarsi all’alba e dirigersi verso l’ignoto, accettando le cose buone così come arrivano senza pensare troppo al futuro. Monopoli è un luogo di dolce indolenza: ti permette di perderti nel suo bianco e verde mentre cerchi un po’ d’ombra tra n’zerte di pomodori – appesi a grappoli – e muri pallidi e caldi – il cui colore è esaltato dal mare cobalto sullo sfondo. Circondata da uliveti e masserie, Monopoli è una vivace cittadina dove ombre nette disegnano delicati merletti sui sampietrini. E poi c’è Polignano, vivida e lussureggiante con le sue scogliere vertiginose corrose dalla schiuma del mare. È bello perdersi nei vicoli tortuosi, per poi emergere su un belvedere che offre viste mozzafiato. E infine, c’è la Valle d’Itria, un luogo per riposare tra il canto ininterrotto delle cicale e il profumo degli ulivi secolari.


