Ho conosciuto Federico in una giornata grigia tra ottobre e novembre, in un paesino della Puglia settentrionale distante 150 km dalla mia città. Federico era il proprietario di un ristorante che mi avevano consigliato, quindi avevo deciso di provarlo insieme alla mia famiglia per un pranzo domenicale. Eravamo gli unici ospiti del ristorante, cosa che mi è sembrata strana, visto che il posto era davvero molto gradevole, un palazzo storico del 600 con un cortile decorato con zucche e tavoli in ferro battuto e un interno affrescato con volte a botte in pietra.
Federico mi è piaciuto fin dal primo sguardo. Ci ha accompagnato al tavolo, indossava una camicia bianca e un classico maglione blu navy, ma senza essere scontato.
Non conoscevo ancora il suo nome, quel nome che mi sarebbe diventato poi così famigliare.
Dopo gli antipasti, ci ha servito dei primi piatti e ci ha portato un vino rosso di una cantina locale.
Tra una portata e l’altra mi sono alzata da tavola per scendere nell’atrio dove c’era un caminetto acceso e un bellissimo bancone in marmo a vista. Volevo uscire in cortile a fumare una sigaretta ma Federico mi fermò, dicendomi: “Rimani qui davanti al caminetto, fuori fa molto freddo” spostandomi la mia sedia per farmi accomodare. Fumai la mia sigaretta al caldo, senza parlare, ma sentendo il suo sguardo fisso su di me. Mi sentivo osservata, ma in modo discreto e complice.
Il pranzo, come tutti i pranzi pugliesi, è durato almeno tre ore, e si è concluso solo quando mio zio ha pagato il conto a Federico, con la musica di Rino Gaetano e Vinicio Capossela. Non avevo molta voglia di lasciare quel posto, nel salutarmi Federico mi ha stretto la mano con leggerezza ed educazione dicendo semplicemente grazie. Sulla via del ritorno mio zio guidava, io guardavo fuori dal finestrino e ho cercato il suo contatto sui social. Non avevo mai cercato uno sconosciuto sui social dopo averlo incontrato in quel tipo di occasioni, ma sentivo che era la cosa giusta da fare.
Alle 20:00 ero a casa sul divano e ricordo ancora di aver ricevuto il suo primo messaggio: Che piacere ritrovarti.
Da quel momento ci sono stati tanti messaggi, cene, e pian piano noi siamo diventati famiglia e quel posto è diventato casa. Non tutte le case però lo sono per sempre, e dopo qualche anno ci siamo lasciati.
Anni dopo, mentre rovistavo senza motivo tra le foto di famiglia, tra compleanni, vacanze al mare, anniversari, matrimoni, facce che non riconoscevo più e luoghi dimenticati, mi soffermai su una foto del compleanno di mia madre: erano i suoi 60 anni, festeggiati in un ristorante in cui andavamo spesso, vicino casa. Tra i commensali immortalati per caso come sfondo dei nostri festeggiamenti vedo un volto che conosco bene, Federico, sei anni prima di quello che credevo fosse stato il nostro primo incontro. Era lì, seduto esattamente al tavolo dietro il nostro e nel ristorante dove eravamo soliti festeggiare le occasioni in famiglia.
E tu, credi nel destino?