“Estate” di Jovanotti suonava alla radio, il termometro segnava 38℃, l’umidità rendeva l’aria pesante e le file di auto erano infinite. In mezzo a quel casino di gas di scarico e caldo, avevamo come unica fonte di sopravvivenza mezza bottiglia di Fanta e un panino al prosciutto. Ci siamo guardati e ci siamo promessi che l’estate prossima saremmo andati in Valle D’Aosta invece.
Una regione a cui spesso pensiamo solo nei mesi invernali quando ci va di scendere, come canta Rita Pavone in “Cucuzzolo Della Montagna”, “dalla cima della montagna con un paio di sci”, ma che di nascosto ha ancora di più da offrire nella stagione estiva, quando si può scoprire la Val Ferret a cavallo, camminare ai piedi di un ghiacciaio senza congelare e fare un tuffo nelle bellissime cascate di Lillaz a Cogne o nel Lago Blu in Val d’Ayas.
Una terra completamente circondata dalle vette più alte d’Europa – il Cervino (Matterhorn in inglese), il Monte Bianco, il Gran Paradiso e il Monte Rosa – dove s’incontrano due culture, quella della Francia e dell’Italia settentrionale. Un posto dove le valli glaciali lussureggianti e profonde sono punteggiate da laghi alpini cristallini e castelli medievali, torri e fortezze: 120 per l’esattezza, un numero che la rende la regione più fortificata d’Italia e d’Europa.

Tredici ore nel nostro viaggio, muovendoci a due chilometri all’ora, diretti a Palermo senza più nulla da bere o mangiare, abbiamo iniziato a sognare non solo le passeggiate, la brezza fresca e dormire con una coperta ad agosto, ma anche la fontina, il capriolo della Baita Ermitage e la costoletta alla valdostana del Cadran Solaire.
In estate, mentre il resto d’Italia annaspa, la regione più piccola e meno popolata d’Italia respira a pieni polmoni e apre castelli, siti archeologici e musei per un ricco calendario di eventi teatrali e musicali. Il programma Culturété va dal 10 luglio al 31 agosto con eventi come workshop di fotografia, passeggiate nei siti archeologici, musica classica nella residenza estiva storica dei Savoia e un festival nel grande Castello di Aymavilles.
Ed è lontano dal caos delle spiagge affollate, delle autostrade con l’asfalto bollente che “Nei silenzi assoluti, negli spazi immensi, ho trovato la mia ragione d’essere, un modo di vivere a misura d’uomo.”


Photography by Enrico Romanzi