


Questa selezione di immagini offre un ritratto crudo e intimo della Sicilia. Uno sguardo dall’interno, distaccato dalla visione romantica delle solite rappresentazioni di questa regione. Nel corso degli anni, attraverso queste immagini e i miei vari progetti sul mio luogo di nascita, ho cercato una prospettiva più realistica, fedele a me stesso e a nessun altro. Perché non ho mai visto la Sicilia rappresentata nel modo in cui l’ho vista io.
Le palette di colori sono pensate per trasmettere la stessa energia ed emozioni che provo quando giro per il paesaggio. Sono sopraffatto da un senso di nostalgia, eccitazione e rabbia, intriso da un irrazionale senso di connessione ancestrale, tanto audace quanto inspiegabile. Queste sensazioni vibrano sotto la mia pelle quando il sole appare dopo la pioggia, quando tutto diventa rosso e arancione come le pietre laviche sotto il sole estivo e quando il mare diventa argento e blu scuro a settembre.
Una sensazione perpetua che esplode ancora e ancora.
Quando attraverso le strade, accecato dal fumo che viene dalle braci che arrostiscono carne di cavallo, carciofi e peperoni, quando mi imbatto in una carrozza trainata da cavalli in mezzo alla città o quando vedo decine di ragazzini arrampicarsi su una scogliera saltando e tuffandosi in mare, infilandosi pericolosamente tra le fessure rocciose. In definitiva, in tutti quei momenti in cui l’umanità e il folklore si sublimano in perfetta armonia tra amore e morte. Fianco a fianco.
Nella stessa dinamica subconscia questi sentimenti spesso si trasformano in due energie polari opposte: una propulsiva che mi spinge fuori, cercando nuove scoperte e fili da investigare, incontrando persone e scattando fotografie; e, all’opposto, un’energia che affonda trascinando giù il morale, assorbendo tutta la forza e la volontà, allineandosi al ritmo impassibile del Mediterraneo, non portando da nessuna parte. Come sabbie mobili.
Il fil rouge che collega i miei progetti e la retorica, è stato quello di vedere la Sicilia come uno specchio e una metafora del Mediterraneo.
Situata ai margini dell’Europa, di fronte all’Africa e al Medio Oriente, è ritratta come uno spazio transitorio dove territori, culture e storia si sovrappongono e si intrecciano.
Nel corso degli anni ho fatto ricerche su un’idea del Mediterraneo che contribuisce alla cultura, al paesaggio e all’identità. Il Mediterraneo, inteso non solo come il mare stesso, ma come una frontiera o barriera tra Nord e Sud, Est e Ovest, un intricato sito di incontri e correnti. Evocando il movimento di popoli, storie e culture che sottolinea la continua trasformazione storica e la traduzione culturale che lo rende un luogo di perpetuo transito.
Un territorio liquido, come lo definì Braudel.
Negando spontaneamente l’identità sovrapposta dal sistema legale europeo, negando la creazione di confini e mettendo in discussione le nozioni di ‘dentro’ e ‘fuori’.
Un’identità liminale giustapposta alla rigida struttura in cui il resto d’Europa si suddivide all’interno.
Durante questo progetto di ricerca fotografica a lungo termine mi sono spesso concentrato sui giovani della Sicilia, credendo che le generazioni più giovani portino i tratti più espliciti del cambiamento demografico di un luogo.
La cosiddetta ‘crisi migratoria’ ha sopraffatto la Sicilia dalla fine degli anni ’90.
Ora, circa 30 anni dopo, i discendenti delle prime generazioni di migranti sono nati, cresciuti ed educati in Sicilia. Quindi sono culturalmente nutriti ed educati in Italia, ma cresciuti in famiglie di una cultura diversa. Sono sempre stato affascinato dalla dualità e molteplicità di questa identità, e attraverso la mia fotografia ho cercato di catturare questi aspetti sfaccettati del volto in continua evoluzione della mia terra natale.
Semplicemente guardando la storia della Sicilia, è chiaro che la regione non può davvero essere inquadrata in una singola radice e patrimonio. Tutte le popolazioni che sono passate attraverso il Mediterraneo, si sono stabilite per un periodo in Sicilia, lasciando un segno permanente, tanto nella pelle dei suoi abitanti quanto sulla superficie dell’architettura e della topografia delle sue città e dei suoi villaggi.
Girovagando e scoprendo la storia della regione, sembra che nessuna di queste culture abbia mai lasciato la Sicilia. Per questo motivo, molti dei migranti più recenti hanno deciso di restare qui, o in alcuni casi di tornare, nonostante abbiano fatto esperienze di vita più a nord in Italia o in Europa, trovando la Sicilia più simile a casa.









Photography by Glauco Canalis








