Andiamo dritti al punto. Milano non sarà mai la prima tappa di un tour artistico in Italia. Ci sono altre priorità percepite da affrontare prima. Prima di tutto c’è la Santa Trinità di Venezia, Firenze e Roma rispettivamente per i semidei Tiziano, Raffaello e Michelangelo. Inoltre, il percorso di viaggio che ti porta da Venezia a Roma rende piuttosto illogica la visita a Milano nello stesso viaggio. Per aggiungere altra benzina sul fuoco, il patrimonio artistico di Milano non è così consolidato come quello di altre città lungo tutta l’Italia – la sua fama è invece per la moda, la finanza e la frivolezza.
Come curatore d’arte in buona fede (ok, magari uno che è andato in pensione a 28 anni per scrivere di vino), posso dirti che questa prospettiva è sbagliata. Cominciamo con le basi: Leonardo da Vinci. Nonostante si sia formato a Firenze, da Vinci ha lavorato a Milano dal 1482 al 1499 e poi dal 1508 al 1513 su vari progetti religiosi e laici. Se non c’è una figura più importante per cui Milano dovrebbe essere riconosciuta come un centro artistico che vale la pena, allora non so cosa ci sia.
E se non basta, allora devi solo dare un’occhiata alla varietà e ricchezza dei musei che rendono omaggio alla storia artistica di Milano, che si tratti di scenari grandiosi come il Castello Sforzesco o dell’intimo museo-casa del Poldi-Pezzoli, e ai vari collezionisti, dal Ducato Sforza ai Baroni Bagatti Valsecchi, le cui collezioni nel corso dei secoli sono diventate parte del tessuto della città. E di conseguenza conferendo a Milano lo status di uno dei più grandi nuclei d’arte in Italia che io possa immaginare.
Ecco quindi la guida concisa ai musei di Milano che dovresti visitare… cioè per passare il tempo fino all’ora dell’aperitivo (un’arte in cui Milano eccelle).

Pinacoteca di Brera
Pinacoteca di Brera
Il gioiello della corona. La prima tappa di qualsiasi tour artistico di Milano, la Pinacoteca di Brera è uno degli edifici più grandi di Milano e, di conseguenza, il museo più grande della città. È stata fondata nel 1776 e, da allora, è diventata un deposito di opere provenienti da tutta Italia. Napoleone fu l’ideatore di questo, usandola per conservare opere d’arte saccheggiate in tutta Italia, con l’intento di stabilirla come il “Louvre d’Italia”. Questa intenzione è attestata dall’imponente statua del conquistatore francese come “Marte pacificatore” di Antonio Canova che domina il cortile del museo. Anche se molte delle opere che fece rubare dal suo esercito da chiese e palazzi sono state restituite ai loro legittimi luoghi, la Brera conserva ancora una collezione eccezionale con una ricca raccolta di opere dal Veneto e dalla Lombardia. Molti ci vanno semplicemente per vedere Il Bacio di Francesco Hayez, ma vale anche la pena soffermarsi nelle prime gallerie per ammirare alcune delle opere d’arte più belle del Rinascimento, tra cui capolavori di Andrea Mantegna, Raffaello e Piero della Francesca.

Lucio Fontana at the Museo del Novecento; Photo courtesy of Heinz Bunse
Museo del Novecento
Chi ha detto che questa lista sarebbe stata tutta sul Rinascimento? Il Museo del Novecento si concentra sull’arte del novecento, cioè il XX secolo secolo o gli anni 1900 (sì, l’Italia etichetta i suoi secoli in modo più sensato). Aperto nel 2010, il museo segue una crescente dedizione al ruolo che gli artisti italiani hanno giocato nei movimenti d’arte Moderna. I Futuristi italiani sono i protagonisti, cosa non sorprendente dato che fu a Milano nel 1909 che Filippo Tommaso Marinetti pubblicò il suo Manifesto del Futurismo, che mise in moto le ruote di questo movimento. Ci sono anche sezioni importanti dedicate ad artisti come Giorgio de Chirico, Carlo Morandi e Lucio Fontana (le cui viscose sculture in ceramica non devono essere perse), la cui eredità artistica continua globalmente fino ad oggi.

Lorenzo Bartolini's "La Fiducia in Dio", on display at Museo Poldi-Pezzoli
Museo Poldi-Pezzoli
Il museo-casa per eccellenza. Il cuore della collezione è quella personale del Conte Giacomo Poldi Pezzoli, che donò le sue opere per la fondazione del museo nel 1881. La collezione riflette quindi il suo gusto personale tanto quanto l’ambientazione è un tuffo in come viveva questo Conte. Un uomo del Rinascimento nel cuore, Poldi Pezzoli cercò e si procurò dipinti di artisti come Sandro Botticelli e Giovanni Bellini, insieme a innumerevoli pezzi di armature, tessuti orientali e vetri veneziani; è una vera wünderkammer. Un’atmosfera intima si stabilisce fin dall’inizio: luci soffuse, mogano e velluto cremisi, interni classici che non sono cambiati da oltre un secolo e non dovrebbero mai farlo.

Castello Sforzesco; Photo courtesy of David Salamanca
Castello Sforzesco
Sarebbe una bugia cercare di dire che questo è un singolo museo, perché non lo è. Piuttosto, il Castello Sforzesco è l’ex residenza della dinastia Sforza, successivamente divisa in musei più piccoli che si concentrano su diversi aspetti della loro collezione. C’è un museo per le Arti Decorative, un museo per gli Strumenti Musicali, un museo per l’Arte Antica… ma il must-visit è il più semplice di tutti. Il Museo Pietà Rondanini, dedicato all’ultima scultura creata da Michelangelo. La scultura fu un progetto che occupò Michelangelo per oltre un decennio, dal 1552 al 1564, e riprende un tema che aveva affascinato Michelangelo per tutta la sua carriera: il rapporto tra la Vergine Maria e Cristo. Nella sua forma sinuosa ma essenziale, la Pietà Rondanini è una riflessione sulla costante ricerca di Michelangelo di estrarre il pathos dalla pietra, fino ai suoi ultimi giorni. C’è una testimonianza migliore del perché Milano dovrebbe essere sulla lista di ogni amante dell’arte?

Museo Bagatti Valsecchi; Photo courtesy of Luca Di Ciaccio
Museo Bagatti Valsecchi
Un’altra collezione personale che è stata trasformata in museo per mantenere intatta la raccolta. Questo museo è la collezione di due fratelli eccentrici: i baroni Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi. La loro dichiarazione fondativa era “ricostruire una dimora signorile di metà ‘500° secolo” nella loro casa di famiglia, ora nel cuore del quartiere della moda. Questo significava un’enfasi sulle arti decorative, oggetti domestici e antichità che sono affiancati a dipinti, arredi in legno e una buona dose di pezzi in vetro e ceramica. Questa perla di museo è davvero più della somma delle sue (comunque eccellenti) singole parti.