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Cultura

La Gen X e l’adolescenza che sapeva di fragole e panna

“Anche la cancelleria scolastica profumava di fragola, e il 3D, il gommoso e lo squishy erano onnipresenti. Il rosa era il colore alla moda.

Un vassoio per la colazione con frittelle, salsa e una tazza su un letto disordinato in una stanza d'albergo a luce soffusa; lampada sul comodino, loghi a destra. Hotel d'Inghilterra Roma, Starhotels Collezione - Vassoio per la colazione con pancake, sciroppo e frutti di bosco su un letto stropicciato in una camera elegante.

“Smettila di guardare Non è la Rai!” Ricordo ancora il tono particolare con cui mia madre urlava a mia sorella in qualsiasi giorno degli anni ’90. Ribelle e farfalla sociale allo stesso tempo, mia sorella maggiore sfoggiava deijeans Levi’s 501 a vita altissima e delle Superga bianche di tela, portando uno zaino Invicta troppo pesante, carico di dizionari di latino e libri di testo, su una spalla sola. I suoi capelli erano acconciati con un ciuffo davanti, messo meticolosamente a posto con una quantità eccessiva di lacca; era quasi rigido come la plastica. Sono abbastanza sicuro che il suo uso di lacca sia almeno in parte responsabile del buco nell’ozono. Quasi sempre masticava una striscia di gomma Brooklyn, così lunga che lei e i suoi coetanei dovevano piegarla contro la lingua per farla entrare in bocca, un atto quasi rituale nel suo gruppo. L’aria in casa era spesso impregnata di menta o di frutta non identificabile.

Essendo il quarto e ultimo figlio della famiglia, nato qualche anno dopo le mie tre sorelle nate tutte negli anni ’70, ho avuto la possibilità di essere in contatto con l’ultima era archetipica e culturalmente influente della giovane età adulta in Italia: quella della Generazione X. Lascia che te lo spieghi meglio.

Silvio Berlusconi

Gli anni ’90 sono stati un periodo cruciale per la cultura mainstream italiana, plasmata principalmente dall’ascesa dell’impero del magnate dei media Silvio Berlusconi. Ha introdotto una serie di canali TV commerciali, offrendo un mix di intrattenimento, notizie e talk show, che hanno rivoluzionato la televisione italiana; furono le sue reti – tra cui Canale 5, Italia 1 e Rete 4 – a giocare forse il ruolo più significativo nel plasmare l’opinione pubblica e le norme culturali.

“Ha introdotto una cultura del lusso e del sesso, del tutto diversa dalle tradizioni di austerità promosse dal cattolicesimo e dai comunisti,” scrisse Alexander Stile di Berlusconi in The Sack of Rome. “His control of commercial television meant that he is the only politician in the world who helped create and shape his own electorate before it elected him.” And, at the center of it all, was the hypersexualization of women, whether it was le veline (showgirl) di Striscia La Notizia o quelle che mia madre considerava le “Lolite” di Non è la Rai che cantavano, ballavano e si comportavano in modo giocoso davanti alla telecamera. Lo show era condotto dalla magnetica sedicenne Ambra Angiolini, anche se i produttori le tolsero un anno per far credere al pubblico che fosse ancora più giovane.

Miriana Trevisan and Laura Freddi, Striscia La Notizia, 1995

C’è molto da dire, e molto è stato scritto, su come l’oggettivazione delle donne (e delle ragazze) in questi spettacoli abbia influenzato la generazione, le loro percezioni del valore di sé e le aspettative sociali delle donne. Detto questo, e nonostante ciò che ci si potrebbe aspettare dal pubblico di questi spettacoli, era un periodo in cui il femminile prevaleva nel cache culturale (se si intende per “femminile” ciò che è stereotipicamente da ragazza).

I gusti di fragola e panna e di gomma da masticare dominavano, molto probabilmente grazie al successo commerciale del gelato Fragolino di Algida e della gomma “Big Babol”. Anche la cancelleria scolastica era profumata alla fragola, e il 3D, il gommoso e lo squishy erano onnipresenti. Il rosa era il colore alla moda.

Questi sapori erano probabilmente un’eredità dell’infanzia della Generazione X, quando le Barbie e i My Little Pony vendevano meglio se erano profumati e/o rosa, e la fragola e panna evocava un confortante ricordo proustiano che non avevano intenzione di lasciare indietro: a differenza della generazione dei loro genitori, non avevano fretta di diventare adulti.

L’Ultima Generazione Analogica

Le mie sorelle, e le ragazze di Non è la Rai, appartengono alla Generazione X–coniata da Douglas Coupland nel suo romanzo del 1991 Generation X: Tales for an Accelerated Culture per quelli nati tra il 1965 e il 1980. Spesso confusi con i Baby Boomers, data la loro goffaggine con le tendenze e la tecnologia al giorno d’oggi, i loro anni da adolescenti erano una capsula del tempo di ricordi chimicamente deliziosi forse meglio rappresentati dallo spettacolo del 1995 Generazione X con Ambra Angiolini, dopo la sua esperienza in Non è la Rai.

Lo show aveva il formato di un talk show con 200 adolescenti – ragazze e ragazzi – che discutevano di vari argomenti come moda, gossip, musica e famiglia, oltre a temi più tabù come droga e sesso. Non era solo rivolto ai giovani adulti; sembrava essere completamente gestito da loro. Ogni puntata mirava a raccogliere risultati di sondaggi sul tema del giorno, con i ragazzi che rispondevano tramite un telecomando speciale che offriva quattro opzioni possibili; era il modo per sapere cosa fosse figo o meno prima che le tendenze venissero trasmesse attraverso ogni social media. Fu in questo show che, per la prima volta nella storia della TV italiana, venne trasmessa una dichiarazione d’amore gay. Andò così: ‘Questo è un ragazzo che vi scrive. Potrebbe sembrare strano, ma mi sono innamorato di uno dei ragazzi dello show. Ha i capelli castani e un naso un po’ grande, che in realtà lo rende molto affascinante. A casa nessuno sa ancora di me, quindi scrivere questa lettera non è stato facile. Per favore, aiutatemi.’

Amici, 1992

La Generazione X è stata l’ultima a vivere un’adolescenza e una giovane età adulta non toccate dai social media, slegate da internet e libere dall’onnipresenza dei computer nella maggior parte delle case. In altre parole, è stata l’ultima generazione analogica dell’umanità. Invece, erano show come questi- Generazione X prima, e Amici dopo – che affrontavano i problemi e le esigenze dei giovani in un decennio in cui il mondo dei loro genitori era andato in pezzi. Gli adolescenti dovevano ricostruire e prendere possesso dei propri valori, nuovi valori. Assassini di mafia, inflazione senza freni, corruzione sfacciata e tassi di divorzio in aumento; era un periodo in Italia in cui la politica aveva perso il suo fascino e l’età adulta era intimidatoria. La gioventù, nel frattempo, era molto più colorata e allettante. I motorini Piaggio Ciao, i quaderni Smemoranda stracolmi di angoscia adolescenziale e cotte, i walkman Sony, i francobolli rosa profumati, tutto al gusto di fragola e crema segnarono quest’epoca in cui gli adolescenti erano semplicemente adolescenti. E, per la prima volta nella storia italiana, lo scontro tra generazioni non si manifestava nelle proteste di strada (come negli anni ’60 e ’70), ma attraverso le scelte musicali, i programmi TV e gli snack chimicamente colorati.

La Tabaccheria

La tabaccheria degli anni ’90 era più di un posto dove comprare sigarette e biglietti della lotteria. Per gli adolescenti della Generazione X italiana, era il posto dopo la scuola, un tesoro di dolci, leccornie e cancelleria figa. Tubble Gum (gomme da masticare rosa neon in un tubetto) e leccalecca che tingevano la lingua – ‘Ti verrà il cancro in bocca!!’ mi avvertiva sempre mia mamma – erano gli elementi base. Le gomme ‘Big Babol’, progettate per fare le bolle più grandi immaginabili (più grande era la bolla, più eri popolare) venivano in diversi gusti, ma fragola e crema era prevedibilmente il migliore. Le tabaccherie profumavano di un mix vertiginoso di fumo (a quei tempi, si poteva fumare dentro), aria condizionata e caramelle alla fragola ed erano piene zeppe non solo di cibo spazzatura, ma anche di videogiochi e gadget da collezione; pensa ai minuscoli ciucci di plastica e ai cordini di vinile scubidù, che le ragazze passavano i pomeriggi a intrecciare e annodare in elaborati portachiavi e accessori per zaini.

Cibi da 2 Calorie

Non avendo mai conosciuto la fame indotta dalla guerra delle generazioni dei loro genitori e nonni, la Gen X ha oscillato nella direzione opposta – verso un’ossessione per tutto ciò che era a basso contenuto calorico. Le caramelle Dietorelle, che promettevano due calorie a pezzo, erano una solida preferita – specialmente il gusto, sorpresa sorpresa, alla fragola. Chi può dimenticare la pubblicità in cui il bimbo piccolo della famiglia prende in giro la sorella adolescente canticchiando ” fa la dieta, vuole fare la modella!“?

SlimFast, il primo mix per frappè in polvere rivolto alle ragazze adolescenti, divenne anche una tendenza significativa; i frappè al gusto di fragola erano ‘garantiti’ per mantenersi in forma, senza dover rinunciare ai piatti amati come la pasta. Erano i giorni prima che si parlasse di bullismo e body positivity – basta chiedere ad Ambra Angiolini, che i giornalisti ebbero l’audacia di etichettare come ‘grassa’ in più di un’occasione.

Una Generazione Alimentata dal Femminile

Se guardi i simboli e i risultati di questa generazione, è chiaro che erano guidati da una forte forza femminile (non necessariamente femminile, ma femminea). Non è un caso che la rivista più prolifica dell’epoca, Cioè, aveva le ragazze come pubblico principale. L’equivalente italiano delle riviste americane Bop e Tiger Beat, Cioè era esattamente quello che ti aspetteresti: pettegolezzi, consigli di moda, poster staccabili di celebrità maschili da attaccare alle pareti della camera. Altri materiali di lettura includevano romanzi d’amore, che andavano alla grande. Il bestseller più venduto era Và dove ti porta il cuore (titolo inglese Follow Your Heart) di Susanna Tamaro, la cui trama mirava a impartire la lezione omonima alle ragazze giovani.

Guardando indietro, è facile capire perché questa generazione e quest’epoca occupino un posto così speciale nella memoria culturale italiana, eppure la Gen X spesso si sente dimenticata tra la tanto discussa divisione tra Baby Boomer e Millennial. Mi ricordo di essere bambina, guardando mia cugina della Gen X che cuoceva le sue Nike Air Max nel forno “in modo che il tallone imbottito si gonfi!” con stupore e divertimento (tieni presente che all’epoca non c’erano tutorial), ed eccomi qui, a volte a perpetuare lo stereotipo della Gen X come una generazione di disadattati goffi, troppo abituati agli incontri faccia a faccia e per i quali il digitale è arrivato dopo la fine dell’adolescenza. Spesso siamo visti come “Boomer più giovani”, eppure facciamo fatica a identificarci con i valori di quella generazione, anche se possiamo essere altrettanto goffi e sospettosi della tecnologia di oggi. Forse siamo davvero dei disadattati, ma oserei dire che la Gen X è stata, per molti versi, l’ultima generazione veramente iconica in Italia. Dev’essere stato per via di tutte quelle fragole e panna.

Photo courtesy of David Zellaby

Piaggio Ciao moped; Photo courtesy of Rikdom

Elegante ristorante dalle pareti blu con sedie arancioni, tovaglie bianche, opere d'arte, specchio dorato e vista sul bar. Arredamento caldo e classico. Elegante sala da pranzo con pareti blu, specchio dorato e poster d'epoca. Sedie arancioni su tavoli rivestiti di bianco. Presenti i loghi Helvetia e Bristol.