La natura delle città italiane spesso ci fa credere che siano sempre state dove sono oggi, congelate nel tempo come se fossero dentro una teca di cristallo. Eppure, in un periodo di 2.000 anni, queste città sono nate, come primule in primavera, da un bagliore di vita in un’epoca antica.
La stratificazione del tempo, delle epoche, delle guerre e delle generazioni ha plasmato piccole città – spesso minuscoli gruppi di case o accampamenti militari – e le ha trasformate in moderne macchine urbane capaci di ospitare decine o addirittura centinaia di migliaia di abitanti già in epoca romana.
Questi agglomerati urbani erano caratterizzati da nuclei compatti dove si svolgevano le principali funzioni pubbliche (commerciali, religiose, residenziali, ecc.) – tutti contenuti all’interno di possenti mura e fortezze che continuavano a tracciare confini netti tra la città e la campagna.
Durante il Rinascimento italiano, ci furono vari tentativi di teorizzare il modo perfetto per progettare una città, per lo più senza successo, ma che mostrano comunque quanta attenzione fosse dedicata al tema dello sviluppo urbano in un’epoca in cui l’uomo iniziava a porsi al centro del proprio mondo. Anche gli ambienti in cui viveva dovevano seguire questa nuova concezione della sua esistenza.
Nel XIX secolo, con l’impulso della rivoluzione industriale, la città italiana iniziò la sua espansione fuori dalle mura medievali e sviluppò nuove strade con viali alberati e un ordinato impianto geometrico.
All’inizio del XX secolo, i problemi della città contemporanea furono affrontati con una nuova attenzione al benessere psicofisico dell’individuo. Le città stabilirono standard di funzionalità, igiene, flusso d’aria e luce per i loro abitanti, standard che sono ancora oggi alla base delle nostre città.
Ecco l’evoluzione della città ideale italiana attraverso musei, città e libri:

GALLERIA NAZIONALE DELLE MARCHE, URBINO
Il concetto filosofico della “città ideale”, un insediamento urbano geometricamente strutturato, fu teorizzato per la prima volta alla fine del XV secolo con l’intento di mettere in stretta relazione arte, architettura, urbanistica e filosofia. Sebbene la concettualizzazione non possa essere ricondotta a un pensatore specifico, ci sono molti dipinti dell’epoca nella Galleria Nazionale delle Marche di Urbino che esplorano questo tema.
PIENZA
La Pienza toscana fu la prima applicazione del concetto umanistico rinascimentale di progettazione urbana. Deve la sua fama a Papa Pio II, che decise di dare nuova vita alla sua città natale implementando una ristrutturazione. Dal 1459 al 1562, furono costruiti nuovi spazi pubblici e abitazioni, tra cui la Cattedrale dell’Assunta, Piazza Pio II e Palazzo Ammannati.
PALMANOVA
Palmanova è una città fortezza nella provincia di Udine, eretta nel 1593 per volere della repubblica veneziana nel tentativo di rafforzare il confine austriaco. La città è nota per la sua caratteristica forma a stella: il numero tre (e i suoi multipli) fu usato come unità di riferimento per il progetto della città – tre cerchi di mura, nove bastioni, 18 strade, tre porte d’ingresso…

Piazza Grande in Palmanova
CRESPI D’ADDA
Crespi d’Adda, un paesino operaio vicino a Bergamo in LombardiaÈ stato eretto nel 1876 intorno al Cotonificio Crespi. Costruito e gestito dalla famiglia Crespi per 50 anni (dalla fine del XIX secolo all’inizio del XX secolo), l’esperimento si basava sulla cultura urbanistica anglosassone della “città aziendale” ed era il prodotto dell’opinione raffinata del XIX secolo secondo cui le cose utili dovevano essere necessariamente anche belle. L’obiettivo era soddisfare le esigenze dei lavoratori sia fisicamente che esteticamente: Crespi d’Adda è stata la prima città italiana a ricevere un’illuminazione pubblica in stile moderno e dal 1892 in poi, ai lavoratori di Crespi sono state offerte case unifamiliari con i propri giardini.
LA CITTÀ NUOVA DI ANTONIO SANT’ELIA
Le idee di utopia urbana generate dall’architettura del Movimento Moderno portarono il comasco Sant’Elia a creare una raccolta di disegni “La Città Nuova” nel 1914 con cui ruppe con la tradizione passata e immaginò alti edifici in ferro e vetro – spesso interconnessi da ponti e passerelle aeree – insieme all’abbandono degli ordini classici. Sebbene abbia realizzato pochissime opere fisiche, i suoi disegni furono enormemente influenti nel movimento dell’architettura futurista.
TRESIGALLO
Costruita negli anni ’30, Tresigallo è una città metafisica nella provincia di Ferrara, caratterizzata da uno stile architettonico e urbanistico razionalista, che includeva una piazza centrale con una “Torre Littoria” attorno alla quale furono eretti i principali edifici pubblici. Tresigallo è l’applicazione su larga scala delle teorie tedesche sul design democratico della ” città nuova” (“new town”) e un prodotto del periodo fascista italiano.
