Il vecchio era dolce e intenso, sapeva di miele e cannella, e aveva il colore del mare. Era lo sfondo dei movimenti dell’anima ed era uno strumento di consolazione e celebrazione.
L’arbiter bibendi, antenato del sommelier ai banchetti, era l’unico incaricato di distribuire il vino nelle coppe di ogni ospite. Decideva con quante parti di acqua profumata diluire il liquido per renderlo più leggero e poi lo mescolava saggiamente. Il versare il vino era considerato un’arte tanto quanto la poesia.
Ad esempio, il poeta romano Orazio dedicò una parte considerevole della sua produzione poetica al vino, considerato il fedele compagno delle fasi più importanti della sua vita. Scriveva agli amici e li invitava a piantare filari di viti nelle loro tenute di campagna nella provincia di Roma. Da Urbs in giù, infatti, l’Italia era genericamente chiamata Enotria, che significa “terra del vino” dal greco οίνος (vino) a causa delle numerose distese di vigneti.
L’uomo greco, sebbene più incline agli eccessi rispetto al romano, per il quale la moderazione era una virtù, si incontrava regolarmente al simposio, un luogo di incontro per l’aristocrazia intellettuale, un luogo per bere ma anche per discutere, relazioni d’amore, canto, danza e poesia. I proverbi vinicoli sono citati come un invito a godersi la vita, a cogliere l’attimo.
Beviamo, perché aspettare le lampade a olio? Il giorno dura un dito: ragazzo mio, porta giù le grandi coppe decorate. Per il figlio di Zeus e Semele, oblio delle preoccupazioni, diede il vino ai mortali. Mescolalo misurando due di vino e uno di acqua, riempito fino all’orlo: una coppa scaccia l’altra
346.V (Alceo)
E così, poco dopo l’ebbrezza offuscava la vista e confondeva la mente. Un afrodisiaco, il vino disinibisce, scioglie le membra e porta alla dissolutezza. Per questo motivo era considerato sacro, poiché era capace di conferire poteri semi-divini agli uomini che ne facevano uso e faceva parte di vere e proprie funzioni religiose pagane.
Le Menadi, o Baccanti, erano le sacerdotesse di Dioniso / Bacco, dio del vino, e celebravano in suo onore riti esoterici legati alla vendemmia nei mesi di settembre e ottobre. Il culto delle Baccanali, diffuso soprattutto nei territori campani e lucani della Magna Grecia, era inizialmente riservato alle donne, che lo praticavano come simbolo propiziatorio per la semina e il raccolto. Le celebrazioni erano per lo più nomadi, bucoliche, e iniziavano in danze selvagge al suono di flauti e timpani, spesso culminando in manifestazioni orgiastiche e perdizione, tanto che nel 186 a.C. l’editto Senatus consultus de Bacchanalibus, il volto di una Roma conservatrice e patriarcale, vietò la pratica in Italia, trasformando il rito da festa pubblica a festa proibita.
In politica votavano solo gli uomini e il fatto che un gruppo di donne selvagge potesse essere libero di gestire i propri corpi in totale anarchia, non piaceva… era una verità troppo scomoda.
Il significato profondo della celebrazione di Bacco risiedeva nella filosofia dell’eterno ritorno e della liberazione catartica. Le donne folli danzavano a piedi nudi (come si pigiano anche le uve) e si purificavano attraverso il canto, e così tornavano allo stato primordiale dell’età dell’oro, dove abbondanza, latte, vino e miele sgorgavano. Una libagione che ricorda anche quella che avveniva a teatro, quando si assisteva a uno spettacolo. Infatti il teatro, secondo la mitologia classica, fu istituito dal dio Bacco.
Così prende forma un’antica tradizione: Italia, terra del buon vino e della dolce vita, un paese di amori folli e avventure audaci, che finisce sempre con il vino come protagonista di ogni banchetto.
Altri proverbi:
Il bronzo è lo specchio del volto, il vino quello della mente
Vino os facundum facit = il vino rende eloquente la bocca
Il vino rallegra il cuore dell’uomo
Nunc vino pellite curas = ora scaccia le preoccupazioni con il vino
Sapientiam vino obumbrari = la cognizione è offuscata dal vino
Nunc est bibendum = adesso devi bere
Inter pocula = tra i bicchieri
Inter pocula laeti = nella gioia del bere
Il vino fa ballare persino un vecchio che non vuole