Milano è una città veloce e frenetica, a volte scolpita nel futuro, ma se ti lasci incantare dalle testimonianze dell’architettura milanese che fu, ti accorgi subito di quanto sia stratificata nel tempo. Una passeggiata per Milano è un viaggio nella storia dell’architettura, dove i protagonisti di ogni stile sfilano qua e là, raccontando evoluzioni, colpi di scena e spirito d’avanguardia. È una città che ha sempre accettato la sfida di essere architettonicamente innovativa e è rimasta all’avanguardia negli stili gotico, romanico, barocco lombardo, nuovo Liberty e Razionalismo.
Gli architetti sperimentali di Milano hanno sempre guardato oltre le Alpi per ispirarsi, ma senza limitarsi a copiare. Invece, adattano questi stili ai propri gusti, spesso portando a uno stile distintivo e all’eccellenza. Mentre pedalo per le strade di Milano, posso leggere le storie di case, palazzi e chiese indagando porte, facciate e scale eleganti che custodiscono vite passate.
Soprattutto, Milano è la capitale del Liberty. In Italia, lo stile Liberty nell’arte e nell’architettura fu inizialmente chiamato ” nuova” o “floreale” (“floreale”), ma presto divenne universalmente riconosciuto come una variante dell’Art Nouveau. Grazie all’Esposizione di Torino del 1902, che portò lo stile in Italia, gli edifici iniziarono ad essere arricchiti con fiori, piante e motivi fitomorfi e curvilinei – emblemi decorativi fino agli anni ’20. C’è una grande concentrazione di edifici in questo stile sparsi nei quartieri residenziali nati con il primo piano regolatore di Milano alla fine del XIX secolo. Questi edifici Liberty testimoniano come le linee e i fronzoli dell’Art Nouveau abbiano trovato il giusto respiro in città, anche se all’inizio alcuni milanesi più conservatori criticarono duramente i progetti. (Figure femminili sinuose apparivano tra le decorazioni ed erano considerate peccaminose e volgari nonostante fossero l’incarnazione dell’industria, della fortuna o dell’abbondanza.)
L’architetto simbolo del Liberty milanese è senza dubbio Alfredo Campanini. Originario di Emilia Romagna, Campanini si trasferì a Milano per laurearsi all’Accademia di Brera nel 1896 e fu subito riconosciuto come uno dei principali esponenti del nuovo stile, ispirato ad architetti d’oltralpe come Victor Horta e Jules Lavirotte. Ottenne le prime commissioni subito dopo, sposando gli stili eclettici del neo-romanico e del neo-medievale (vedi la chiesa di Santa Maria di Lourdes, costruita nel 1903). In seguito sperimentò nuove influenze francesi, di cui lasciò importanti eredità – soprattutto i dettagli decorativi che, tra Parigi e Bruxelles, erano emblematici del periodo storico: fiori, frutti, figure femminili, linee sinuose e raffinati ferri battuti.

Via Pisacane 12
Casa Campanini
Via Vincenzo Bellini 11
Come succede troppo spesso, gioielli architettonici come Casa Campanini, costruita nel 1904, non sono conosciuti né dai milanesi né dai turisti che affollano la città, e la posizione appartata dell’edificio in stile liberty lo rende una meravigliosa sorpresa. Due splendide cariatidi in cemento decorativo, opere di Michele Vedani, indicano la strada da percorrere attraverso il cancello in ferro battuto, realizzato dal più famoso maestro fabbro: Alessandro Mazzucotelli. Fiori e volute non sono solo sulla facciata, ma anche all’interno: decorano riccamente la balaustra della scala monumentale.
Attualmente, come all’inizio del XX secolo, è un edificio privato e non visitabile se non chiedendo al portiere di dare un’occhiata all’interno (come ho fatto io diverse volte).
Isolato Liberty
Via Carlo Pisacane 12, 16, 18, 20, 22
Chiamato Isolato Liberty per lo stile architettonico di questa fila di edifici, uno accanto all’altro, questo angolo di Milano ci riporta al tempo in cui nuovi lotti di terreno venivano costruiti per ospitare la borghesia in ascesa (cosa che fanno ancora oggi) tra ampie strade, negozi e un’eleganza aperta al futuro. Qui, Alfredo Campanini si è divertito tra il 1904 e il 1907 inserendo volute, pavoni e ghirigori floreali nelle facciate, completati dai ferri battuti di Mazzucotelli che alleggeriscono l’effetto visivo del cemento decorativo. Da lontano, la fila sembra essere un unico grande edificio punteggiato da diversi colori e fregi. Più ti avvicini, più vedi la creatività di un architetto che sapeva stupire e raffinare.
Casa Tosi
Via Senato 28
Nonostante la fama dell’architetto, molti edifici di Alfredo Campanini non godono del meritato hype, a volte per la loro posizione e a volte perché spesso ne basta uno più rappresentativo degli altri. Casa Tosi, costruita nel 1909, un tempo si affacciava sulla Cerchia dei Navigli, l’antica via d’acqua di Milano formata da una rete di canali che giravano intorno al centro storico della città e che fu interrata negli anni ’30. Oggi, la casa è purtroppo soffocata dal traffico e dalle frettolose attività quotidiane dei milanesi. Decorata in stile floreale – in particolare intorno all’ingresso e vicino al portone e al balcone del secondo piano, chiamato piano nobile – Casa Tosi ricorda un po’ gli interni dei palazzi barocchi, decorati con stucchi e fronzoli che qui sono resi sulla facciata. Questi ornamenti rappresentavano una netta rottura con gli stili del XVII e XVIII secolo, quando l’architettura enfatizzava la sobrietà, priva di decorazioni che non fossero elementi classici: capitelli, frontoni, fregi, colonne e pilastri.
Corso Monforte 32
Molto simile a Casa Tosi, all’angolo tra Corso Manforte e Via Conservatorio e a due passi da Casa Campanini, si trova questo edificio basso che si adatta perfettamente alle residenze più antiche della zona, dove facciate severe rivelano inaspettati e meravigliosi giardini interni e cortili. Le decorazioni Liberty sono dominanti sul balcone d’angolo, lungo l’ingresso e sulle cornici delle finestre, che si snodano leggere su tutto il perimetro.
Villa Bernasconi
Cernobbio
Alfredo Campanini ricevette un’importante commissione sul Lago di Como, già meta all’inizio del XX secolo grazie a ricchi imprenditori e industriali che trascorrevano le vacanze sulle sue placide rive. Nel 1906, completò la splendida Villa della famiglia Davide Bernasconi, che aveva una fabbrica tessile nella zona. La Villa è un tripudio di decorazioni Liberty e floreali che sfarfallano (nel senso più vero del termine) lungo la facciata e nei vari saloni e salottini interni, dove la luce illumina vetrate colorate e la splendida scala. La Villa è aperta al pubblico da alcuni anni, ed è lei che parla al pubblico attraverso installazioni visive e sonore che raccontano la storia della famiglia. È come se la casa fosse una porta verso un’età dell’oro piena di fascino.
Tomba Campanini
Cimitero Monumentale di Milano
Uno dei miei posti preferiti a Milano è il Cimitero Monumentale. Ci andavo da piccolo con mia nonna, e quando son cresciuto, ho scoperto la bellezza delle sculture e dei monumenti che raccontano la storia dell’arte e dell’architettura, dal Liberty al Razionalismo più puro. La Tomba di Alfredo Campanini è tra le prime che noti, perché appena entri nel cimitero, passi proprio sotto la galleria superiore del Ponente dove si trova la tomba. La tomba di Campanini sta proprio prima del Famedio. A differenza dell’architettura di Campanini, piena zeppa di decorazioni, la tomba in sé è un sarcofago con elementi classici: un’urna grande su una base di travertino, che finisce con due festoni e l’iscrizione in un font elegante: “Architetto Alfredo Campanini”, con l’anno di nascita e morte in numeri romani.
Era febbraio del 1926 quando l’architetto morì tragicamente cadendo dall’impalcatura dell’edificio in costruzione in Viale Umbria 76. Dopo le alluvioni dei giorni precedenti, una parte dell’edificio è crollata danneggiando le fondamenta già instabili. Quando una mente creativa se ne va prematuramente, ci si chiede sempre cosa avrebbe potuto lasciarci negli anni a venire. Chissà, magari si sarebbe ispirato agli anni ’30, diventando una firma del Razionalismo milanese insieme a Piero Portaluppi e Gio Ponti. Purtroppo non lo sapremo mai.

Villa Bernasconi