en
Viaggi /
Dove andare /
Viaggi /
Umbria

Il Sole Autunnale di Orvieto

Un vassoio per la colazione con frittelle, salsa e una tazza su un letto disordinato in una stanza d'albergo a luce soffusa; lampada sul comodino, loghi a destra. Hotel d'Inghilterra Roma, Starhotels Collezione - Vassoio per la colazione con pancake, sciroppo e frutti di bosco su un letto stropicciato in una camera elegante.

L’autunno in Italia è dolce e dorato nei miei ricordi. L’aggressivo sole estivo lascia il posto a un bagliore più gentile e caldo mentre le giornate si accorciano e tramonto e alba cadono sempre più presto e tardi. Ho passato un mese lì mentre l’estate volgeva al termine e gli italiani cominciavano a indossare giacche e cappotti, abbandonando i loro vestiti estivi per eleganti giacche e cappotti, ma tenendosi stretti i loro immancabili occhiali da sole.

Roma in autunno manteneva il suo calore mentre i turisti cominciavano a diradarsi e l’aria del mattino diventava frizzante. La pioggia è scesa per giorni, con tanto di temporali, tuoni e fulmini, mentre guardavo dalla mia finestra in mansarda, che si affaccia sul miscuglio di tetti in terracotta di Roma. Grida si alzavano dalla strada sottostante mentre i compratori schivavano pozzanghere, facendo scontrare gli ombrelli lungo i vicoli stretti che circondano Piazza di Spagna.

Le piogge si sono alzate e anche l’estate sembrava andarsene, ritirandosi verso sud mentre l’Italia centrale e settentrionale cambiava stagione. Quando il sole è riapparso da dietro le nuvole temporalesche, una fuga dalla capitale è sembrata improvvisamente molto allettante. Roma si trova nel Lazio, che confina con diverse regioni e io ero viziato dalla scelta. C’è Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise e Campania, tutte diverse sia nei loro paesaggi che nel loro grado di popolarità tra i turisti. Ho deciso per l’Umbria e mi sono ritrovato, prima del previsto un sabato mattina, a salire su un treno da Roma Tiburtina e sfrecciare verso nord in direzione di Orvieto.

Arroccata su uno sperone roccioso dai fianchi ripidi, che si erge dalla valle del fiume Tevere, Orvieto è proprio uno spettacolo quando ci si avvicina da nord. L’avevo già vista prima viaggiando in macchina verso Roma, la facciata della sua cattedrale dorata che brillava nella luce serale, visibile persino da diversi chilometri di distanza sulla autostrada. Arrivare con il treno da sud era un po’ meno spettacolare, anche se le viste dei campi autunnali umbri, degli uliveti e dei boschi certamente non hanno deluso.

Dalla stazione, si può raggiungere la città seguendo una strada tortuosa intorno al fianco della collina, o tramite una funicolare. Ho optato per la seconda, guardando la campagna rimpicciolirsi sempre di più mentre salivamo dolcemente su per i pendii e nella città. La città, dalle proporzioni delicate, è abbastanza popolare tra i visitatori, ma se scegli di visitarla in autunno, i turisti sembrano essere (per la maggior parte) partiti con il sole cocente dell’estate. La zona intorno al duomo e vicino al centro potrebbe essere abbastanza affollata, ma basta allontanarsi di qualche strada e il brusio e le chiacchiere lasciano il posto a un relativo silenzio e a un labirinto di vicoli tortuosi fiancheggiati da case e piccoli giardini. Davanzali e muri completi sia di fioriere che di gatti si trovano in abbondanza.

Il Duomo di Orvieto risale al 1290 e mostra sia lo stile gotico che quello romanico. La sua vasta facciata dorata si slancia verso il cielo, apparentemente altissimo, completo di numerosi mosaici multicolori che raffigurano scene della vita della Vergine. L’oro luccicante delle piastrelle brillava nella luce autunnale, illuminando la piazza sottostante. Questo, insieme ai rossi accesi nelle immagini sulla facciata, contrastava meravigliosamente con il cielo limpido e turchese sopra. All’interno ho trovato ancora più scene vivacemente dipinte della Bibbia sotto forma di affreschi in varie parti dell’immenso edificio. Girando intorno al Duomo si rivelano i suoi lati attraenti, striati di marmo verde e bianco e simili alle cattedrali toscane di Siena e Firenze. Il Duomo è in realtà così grande che domina la piazza principale, apparendo quasi fuori posto tra l’architettura altrimenti relativamente semplice e dall’aspetto abbastanza rustico.

Ho continuato la mia passeggiata per la città, allontanandomi dal luccicante Duomo e mi sono diretto verso le mura. Queste circondano la città collinare, salendo e scendendo con il terreno, proteggendo sempre la città da potenziali invasori con un basso muro che sporge sopra un ripido pendio color sabbia. Le viste da qui sembravano infinite e spettacolari, forse la sensazione di rubare un giorno in più di sole dorato autunnale ha reso il momento ancora più speciale. La brezza era dolce e leggera, l’aria pulita di campagna in contrasto con l’afa calda e polverosa di Roma.

Una visita a Orvieto in autunno non sarebbe stata completa senza assaggiare alcuni dei prodotti locali. L’autunno è la stagione del raccolto dei funghi, dell’uva e delle olive e di conseguenza, funghi, vino e olio d’oliva erano abbondanti a Orvieto quando ho visitato. I ristoratori offrivano vini locali e specialità come coniglio e cinghiale, serviti in sostanziosi stufati, arrosti e alla griglia. Sono persino riuscito a mangiare un piatto della spessa Umbricelli locale (una pasta simile agli spaghetti fatta con farina e acqua) servita con tartufo, sulla terrazza di una piccola trattoria locale, mentre mi godevo gli ultimi raggi di sole prima che un viaggio giù per la collina mi richiamasse, tornando alla normalità e al treno verso sud.

 

Consigli:

Mangia alla Trattoria la Palomba

Per una vista fantastica sali sulla Torre del Moro

Scendi nel Pozzo di San Patrizio