9 marzoth, il primo mattino ufficiale del lockdown. Il padre del mio ragazzo, che vive appena fuori dalla piccola città di Orte, a sessanta chilometri da Roma, ha iniziato la sua solita passeggiata di dieci minuti in città. Ma non ha fatto neanche due passi che sua moglie gli è corsa dietro chiedendogli dove diavolo stesse andando. Per il suo caffè, ovviamente. Ma i bar sono chiusi, gli ha spiegato. Lo shock e l’orrore di una vita senza ‘il caffè al bar’ lo hanno colpito allora, e forte, e non era certo l’unico…
Sì, gli italiani sapevano, come tutti, che le loro vite sarebbero dovute cambiare, che avrebbero dovuto rinunciare a certe comodità; alcune per il meglio, altre per il peggio. Ma vedi, prendere il caffè del mattino al bar locale è così radicato nella cultura italiana che è quasi scontato, abituale come lavarsi i denti o, oserei dire, come lavarsi le mani è diventato ora in questo nuovo fenomeno.
‘Il caffè al bar’ è un rito; un modo di vivere, la cui bellezza, come tante cose nella vita, si apprezza davvero solo quando ci viene tolta. Strano, potresti pensare, dato che il caffè è un bene essenziale in casa – bevilo a casa e sii felice. E gli italiani lo fanno; difficilmente troverai una casa italiana dove la moka, consumata dall’uso costante, non sia posizionata in bella vista in cucina.
Per un amante del caffè , il caffè fatto in casa è comunque una delizia – un aroma meravigliosamente ricco che circola per la casa, una dose tanto necessaria di caffeina o un dolce finale per qualsiasi pasto se si è inclini ad aggiungere un cucchiaino di zucchero. Ma bevuto a casa, il caffè è caffè; una piacevole bevanda calda per un po’ di energia.
Ma è ai banconi di marmo dei numerosi bar italiani, che gli italiani frequentano una o forse due volte al giorno, che avviene la magia. Entrando nel bar, vieni accolto con il solito ‘Buongiorno!’ ‘Ciao bella’, ‘Come va stamattina?’ sia dal barista che dai vicini che frequentano il bar alla stessa ora. La familiarità ha già soddisfatto un senso di comfort, che tu scelga di intavolare una conversazione completa o solo di ricambiare i ‘Ciao’.
Senza che tu lo chieda, il barista ha già messo il tuo caffè sul bancone; un’impresa di per sé ricordare tutti quei ‘soliti’, ma resa più semplice dal fatto che in Italia ci sono solo tre opzioni: ‘il caffè’ (un corto shot di espresso con un gusto italiano unico che deriva dal non essere troppo annacquato o troppo tostato), ‘il cappuccino’, o la via di mezzo ‘il caffè schiumato’ (letteralmente ‘il caffè schiumoso’ ed equivale a un espresso con una piccola dose di latte montato). ‘Il caffè corretto’, una traduzione diretta di ‘the correct coffee’ potrebbe essere considerato da alcuni come la quarta opzione non ufficiale, un espresso con un goccio di liquore. Nessun bisogno di specificare le dimensioni in Italia; piccolo, medio, grande o gigantesco sono sostituiti da una porzione standard uguale per tutti che sarà sia saziante che digeribile allo stesso tempo.
Dopo aver finito il caffè, paghi un euro al bancone (questo se non hai optato per un cornetto alla crema italiana) e sei pronto per andare. Semplice, delizioso, un valore notevole e nel complesso l’inizio perfetto per qualsiasi giornata.
Due mesi dopo il primo giorno di lockdown e le cose sembrano promettenti in Italia; i casi di virus stanno diminuendo; le restrizioni sono state allentate e le attività stanno riaprendo. Concludo questa stravaganza sul caffè con una storia che mi ha toccato molto: nelle prime ore di lunedì mattina, preparandosi per la riapertura, il proprietario del mio bar locale, (‘il mio paradiso del caffè’ che prometto di non dare mai più per scontato!) è sceso dalla sua auto, parcheggiata davanti al suo bar, con le braccia cariche di grandi sacchi – pieni di caffè, speriamo! Tuttavia, prima che potesse fare un passo avanti, è stato accolto da un tremendo applauso che ha raggiunto anche le mie orecchie, che in quel momento erano molto assonnate, cinque piani più su. La gente che si era radunata lungo tutta la strada stava applaudendo al suo arrivo. Ha posato i sacchi e si è messo a piangere.
*Posso aggiungere che anche se parlo del bar del mio quartiere, ‘I Monticiani’, situato nel quartiere Monti di Roma e che vanta un cappuccino davvero buono e il miglior ‘Buongiorno’ della città, i miei otto anni di vita a Roma e il mio amore per il caffè hanno un po’ allungato la mia lista personale di ritrovi locali. Ecco alcuni dei miei consigli migliori, tutti situati nel centro città:
Per l’intenditore di caffè: Sant’Eustachio il Caffè
Fai come i romani – il caffè in stile ‘Dolce Vita’: Ciampini Roma
Il gioiello nascosto: Caffetteria del Chiostro (situata all’interno del Chiostro del Bramante del 15° secolo)