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I “Quartieri FIAT” di Torino: Una Guida a Nizza Mille Fonti, Lingotto e Mirafiori

Le periferie sud della città stanno diventando esempi primari di rigenerazione urbana post-industriale

I luoghi che portano i segni di battaglia della storia industriale di Torino…sono quelli noti come i ‘quartieri FIAT’, dato che è in relazione alle enormi fabbriche del produttore di auto che [questi] sono esplosi e poi implosi.

Torino, città reale, elegante, con quel barocco “alla piemontese” che non sfoggia. Torino, molto riservata, con lo skyline segnato dalla Mole Antonelliana, sede del Museo del Cinema. Proprio al suo interno, però, anche il turista meno informato potrebbe imbattersi nei resti dell'”altra Torino” – la Torino industriale e operaia – soffermandosi qualche minuto a guardare gli spezzoni di film nella sala dedicata alla città.

Tra gli estratti mostrati qui ci sono quelli de La ragazza di via Millelire (La ragazza di via Millelire, 1980), che ti portano nei quartieri meridionali della città, nelle periferie non filtrate della Torino di fine XX secolo, capitale dell’industria automobilistica del paese. Disagio, tensioni operaie, terrorismo, eroina. Il suo brutale realismo non piacque agli spettatori dell’epoca – non è mai bello guardare in faccia i sogni che crollano – ma oggi il film è uno spaccato storico potentemente scioccante. Vedi una terra nata per l’agricoltura ma soffocata nel cemento, buchi perforati, materiali da costruzione ammucchiati: il sogno della modernità in tutta la sua violenza. Qua e là, iniziano a spuntare edifici nuovi, grandi, futuristici, solo che la scena è di qualche decennio fa e quegli edifici ora si accatastano l’uno sull’altro, invecchiati molto peggio del film che ne ha catturato la costruzione.

Nella Torino del Salone del Gusto, delle ATP finals, di CioccolaTo e dell’Eurovision, è utile riguardare queste immagini e ricordare che la città si è fondata sul lavoro di chi è migrato prima dalla campagna e dalla montagna, poi dal Triveneto, in massa dal sud, e ora da oltre il mare.

I luoghi che portano le cicatrici della storia industriale di Torino, dove è ambientata La ragazza di via Millelire, sono quelli noti come i “quartieri FIAT”, poiché è in relazione alle enormi fabbriche del produttore di auto che i quartieri di Lingotto e Mirafiori sono esplosi e poi implosi.

I “Quartieri FIAT”: Le Periferie Sud di Torino

Nizza Mille Fonti, Lingotto e Mirafiori – periferie sud di Torino – sono i centri della storia industriale e operaia della città. Un tempo terre agricole sonnolente punteggiate di piccole sorgenti sotterranee (da cui il nome “Mille Fonti”) collegate al vicino fiume Po, questi quartieri si trasformarono quando la FIAT arrivò in città nel 1900, impiantando la sua prima fabbrica a Nizza Mille Fonti e trasformando Torino nella capitale automobilistica d’Italia.

La natura resta comunque predominante, sul lato dei quartieri che seguono il corso del Po. Qui, una serie di parchi ha iniziato lentamente a proteggere la riva del fiume, dove ci si può sorprendere con gli scoiattoli mentre si legge un libro sulle panchine con vista sulla collina, guardare i canottieri sfrecciare lungo il fiume e fare passeggiate che raggiungono il centro o ti portano in campagna senza nemmeno rendertene conto. Da qui, in autunno, si possono ammirare alcuni dei migliori tramonti che Torino ha da offrire.

Mentre ci si sposta dal fiume verso il cuore industriale di Torino, però, emerge un fascino sbiadito – un mix di villaggi operai di inizio secolo con accenni di Art Nouveau e quartieri dormitorio invecchiati, che riecheggia l’industria automobilistica che un tempo li definiva. Anche se non è una tipica meta turistica, queste zone rivelano gemme nascoste e una bellezza grezza e non levigata che porta il peso di una storia che ha plasmato non solo la città di Torino, ma anche l’intero tessuto socio-economico dell’Italia.

Continua a leggere per scoprire la turbolenta storia dietro questi quartieri operai e i nuovi indirizzi – orti urbani, centri commerciali sostenibili, cascine restaurate – che fanno parte della loro rigenerazione.

The bolla (bubble) on top of the Fiat factory in Lingotto. In the background, the building of the regional administration of Piedmont by M. Fuksas.

LINGOTTO E NIZZA MILLE FONTI

Lingotto: una volta il fiore all’occhiello delle fabbriche FIAT. Preso il nome dalla famiglia Lingotto di Moncalieri, che ha prestato il suo nome a un umile cascinale diventato icona industriale, il sito si trova tecnicamente a Nizza Mille Fonti. È sorto dalle ceneri della villa dei Conti Robilant, che aveva una sua colorita storia – roccaforte partigiana, Casa del Popolo – prima che Giovanni Agnelli la trasformasse in un tempio della produzione automobilistica. Aperto nel 1923, Lingotto è stato all’avanguardia fino al 1940, quando la produzione si è spostata nello stabilimento più grande e luccicante di Mirafiori.

Ma Lingotto non aveva finito di rubare la scena. Il suo pezzo forte? Una pista di prova sul tetto costruita nel 1927, a forma di anello gigante con curve paraboliche in modo che le auto potessero raggiungere una velocità mozzafiato di 90 km/h – roba da far girare la testa in un’epoca in cui la maggior parte delle auto riusciva a malapena a toccare i 70. Persino Le Corbusier non ha resistito al suo fascino, definendola “uno degli spettacoli più impressionanti che l’industria abbia mai offerto.” ( The Italian Job il film, nel 1969, ha cementato lo status hollywoodiano della pista con un’indimenticabile scena d’inseguimento.)

Negli anni ’80, i giorni di produzione di Lingotto erano finiti, ma la sua storia non finì lì. Renzo Piano è arrivato e gli ha dato una seconda vita, trasformandolo in un centro commerciale, hotel e spazio espositivo. Nel 1994, l’ha coronato – letteralmente – con la “Bolla”, una elegante sala riunioni trasparente sul tetto.

An interior view of the former Fiat Lingotto factory building in Turin, an icon of industrial architecture

Cosa vedere a Lingotto e Nizza Mille Fonti

Oltre ai tanti eventi a cui potresti capitare di partecipare al Lingotto (il Salone del Libro, Artissima, Salone del Gusto), ecco cosa vale la pena visitare:

Pinacoteca Agnelli – La Pinacoteca Agnelli ospita 25 capolavori dalla collezione di Giovanni Agnelli e Marella Caracciolo, insieme a mostre affascinanti, come Arriving on Time (in mostra fino al 25 maggio 2025), la più grande dedicata all’artista Salvo. Non dimenticare di dare un’occhiata alla Pista 500, una pista storica sul tetto trasformata con installazioni d’arte di artisti internazionali – tra cui sculture, opere di luce e suono, progetti di cinema espanso – e completata da un rigoglioso giardino pensile.

Parco Arte Vivente (PAV) – Se sei interessato a forme d’arte più sperimentali, vai invece al Parco Arte Vivente (PAV), un centro d’arte contemporanea ideato dall’artista Piero Gilardi e diretto da Enrico Bonanate. Il parco è un’area verde in continua evoluzione e occupa un’ex area industriale di circa 23.000 metri quadrati dove troverai opere all’aperto, un museo interattivo e interventi artistici partecipativi.

Eataly – Un esempio trionfante della riqualificazione commerciale del quartiere è la sede del marchio globale Eataly – aperta nel 2007 in un’ex fabbrica di vermouth all’interno dello storico complesso industriale FIAT. Troverai tutti i prodotti alimentari che ti aspetteresti dall’impero del cibo, più una selezione di ristoranti.

Green Pea – Green Pea, aperto nel 2020 accanto a Eataly, è il primo centro commerciale italiano dedicato alla sostenibilità, che offre prodotti ecologici su cinque piani. Dai sistemi di energia rinnovabile a un ristorante e uno spazio benessere sul tetto, combina vita consapevole con design innovativo nello spazio industriale riqualificato.

Italia ’61 – Una cosa curiosa di cui non rimane molto, tranne qualche vestigia decadente e le tracce sbiadite del futuro che si sognava negli anni del boom economico, è Italia ’61 – il micro-quartiere all’interno di Nizza Millefonti che ha ospitato l’Expo del 1961. A quei tempi, i visitatori potevano godersi il Monorail, il Cicarama (un cinema a 360°), la funivia che passava sopra il fiume collegando il Parco del Valentino con il Parco Europa, e una fontana luminosa. Ciò che rimane ora è una fontana un po’ triste ma affascinante e una pista del monorail, che è stata usata solo per pochi mesi, come promemoria di cosa succede quando si sogna il futuro senza preoccuparsi del presente.

Italia 61; Photo by Paolo Monti

Dove mangiare a Lingotto e Nizza Mille Fonti

Se invece della comodità di trovare tutti i prodotti italiani in un unico posto, vuoi vivere il quartiere, troverai carattere e ottimo cibo in alcuni ristoranti locali:

Tiffany Bistrot di Mare – Vieni qui per un ambiente sorprendentemente rilassato dove gustare pesce di alta qualità, compresi piatti di pesce e vassoi di crudo.

Salumeria Gastronomia Ramello – Un posticino luminoso che ruota attorno a un banco gastronomia, con un soppalco e un paio di tavoli, questa trattoria è stata aperta nel 1956 come classica gastronomia, evolvendosi poi per offrire opzioni più varie ma mantenendo prezzi abbordabili e rispettando la tradizione. Non perderti il mix di acciughe verdi, formaggi, caponata e scarola.

Pout Pourri Vintage Café – Conosciutissimo nella scena mixology di Torino, questo locale porta il meglio dei cocktail in un quartiere che non brilla proprio per vita notturna. Le loro creazioni puntano sulla sostenibilità, con molte materie prime che arrivano dal giardino interno di 1.200 metri quadri.

Pinacoteca Agnelli

MIRAFIORI

Quando Mussolini e Giovanni Agnelli hanno tagliato il nastro di questa fabbrica gigante nel maggio del 1939, si dice che il Duce abbia avvertito: mettere 50.000 lavoratori in un unico stabilimento potrebbe essere rischioso. Ma Agnelli stava vivendo il sogno di Detroit, ispirato dalla Ford e realizzandolo in scala epica: 2.000.000 di metri quadri, 20 chilometri di binari ferroviari e 11 chilometri di strade sotterranee che collegavano i magazzini. Al suo apice, la fabbrica sfornava 5.000 auto al giorno. Ma salta al 2024 e i numeri non sono neanche lontanamente vicini ai fasti del 20° secolo: la produzione è crollata a soli 19.510 pezzi nella prima metà dell’anno, rispetto ai 53.330 del 2023.

Questi numeri illustrano in astratto ciò che si può vedere con una passeggiata nel quartiere – un’area dove quartiere e industria sono inestricabilmente legati, attraverso boom, lotte e declino, e dove la FIAT ha acceso uno dei più importanti movimenti operai d’Italia.

La lotta dei lavoratori per salari più equi e condizioni migliori è iniziata già nel 1900, con piccoli scioperi che hanno segnato l’inizio del lavoro organizzato nell’era industriale. Tuttavia, il periodo tra il 1919 e il 1920 – noto come Il Biennio Rosso – si è trasformato in una vera e propria rivolta operaia. Le fabbriche di tutta Italia, compresa la FIAT, sono state occupate dai lavoratori che chiedevano cambiamenti radicali. Gli scontri di quel periodo erano spesso tesi e violenti, con frequenti scontri tra lavoratori e forze di polizia.

Nel 1943, nel bel mezzo del caos della Seconda Guerra Mondiale, uno sciopero in fabbrica è diventato un momento storico. Gli operai della FIAT hanno incrociato le braccia alle 10 in punto, fermando la produzione e segnalando la loro resistenza non solo alle condizioni di lavoro oppressive ma anche al regime fascista – uno degli atti di sfida industriale più significativi durante la guerra, che ha gettato le basi per i movimenti operai del dopoguerra in Italia.

Gli anni ’60 e ’70 hanno portato un’altra ondata di intenso attivismo sindacale. I lavoratori hanno lottato per orari più brevi, salari migliori e maggiore sicurezza in un panorama industriale in rapida espansione. Queste lotte sono culminate in grandi vittorie, comprese leggi che hanno stabilito una maggiore protezione dei lavoratori e diritti sindacali.

Tuttavia, la crisi industriale degli anni ’80 ha cambiato drasticamente le dinamiche. Mentre la FIAT affrontava un declino della fortuna, le tensioni tra dirigenza e lavoratori sono aumentate. La Marcia dei Quarantamila del 14 ottobre 1980 è stata un momento cruciale. Impiegati e dirigenti, frustrati dai lunghi picchetti che avevano paralizzato le operazioni in fabbrica, hanno organizzato una contro-manifestazione. La marcia ha effettivamente interrotto lo sciopero, portando a un accordo che favoriva la dirigenza FIAT e segnando l’inizio di una divisione tra i colletti bianchi e i colletti blu dell’azienda – un momento che simboleggiava il declino del potere sindacale e la rottura della solidarietà che aveva caratterizzato i precedenti movimenti operai.

FIAT Mirafiori

Cosa vedere a Mirafiori:

Stellantis Heritage HUB – Anche se non è possibile visitare l’intero complesso di Mirafiori, puoi visitare lo Stellantis Heritage HUB, situato all’interno dello stabilimento storico. Il tour guidato, che dura circa due ore, include un viaggio immersivo all’interno dello spazio espositivo, che ospita circa 300 auto prodotte dai marchi FIAT, Lancia e Abarth.

Borgo Mirafiori – Se ti piacciono i contrasti, fai una passeggiata per i vicoli del Borgo Mirafiori del XIX secolo, il cuore rurale del quartiere, creato per servire il castello da cui il quartiere ha preso il nome “Miraflores”, perché era pieno di giardini. Anche se il castello non c’è più, la vocazione agricola del quartiere è rimasta viva, grazie anche ai tanti contadini venuti dal sud per lavorare nelle fabbriche e che coltivavano i terreni liberi nel tempo libero.

Orti Generali Ehi, senti un po’ – l’eredità di Borgo Mirafiori è esplosa più che mai negli ultimi anni grazie a ‘sta roba del giardino. Lanciata nel 2010 a Mirafiori Sud, ha unito scuole e associazioni, contadini e residenti, che si sono dati da fare per creare un grande parco-orto urbano nel quartiere (una ex zona operaia dove gli orti abusivi erano la norma). Nel 2023, ha vinto il Premio Nazionale del Paesaggio e ha rappresentato l’Italia al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa, diventando un modello di rigenerazione urbana, con 170 orti in un’area di circa 12 ettari e la riqualificazione di un ettaro di orti abusivi ora trasformati in centro educativo, fattoria urbana e orto collettivo. È aperto a tutti, e anche se non ti fermi abbastanza da coltivare un orto, puoi comunque esplorare il parco fluviale, scoprire gli animali, partecipare a laboratori e corsi per bambini, o farti una pausa al chiosco nel parco fluviale del Sangone.

Dai un’occhiata all’architettura – Se ti affascina il rapporto tra tessuto sociale e paesaggio urbano, fatti un giro alle Basse di Mirafiori (dove La ragazza di via Millelire è stato girato)–caratterizzate da basse case operaie in mattoni rossi costruite per i lavoratori FIAT–o le ville Art Nouveau progettate dal grande architetto e artista Carlo Mollino in Via Felizzano.

Dove Mangiare a Mirafiori:

Osteria Andirivieni – Nominata una delle migliori piole di Torino dalla guida I Cento di Torino 2024, questo posto offre un menu à la carte e tre percorsi degustazione nella Cascina Roccafranca, un centro culturale in una cascina ristrutturata. Il ristorante fa anche parte della Cooperativa Sociale Raggio, dedicata a fornire opportunità di lavoro a persone con disabilità.

Il Chiosco di Orti Generali – Aperto solo nei weekend, questo chiosco, con 28 tavoli nei prati del parco sul Sangone è un punto di riferimento per i pasti con tante opzioni vegane e vegetariane, dolci fatti in casa, e birre artigianali e vini naturali.

Fiat Factory; Photo by Fondazione Torino Musei

Pinacoteca Agnelli

Parco Arte Vivente (PAV)

Eataly

Green Pea

Tiffany Bistrot di Mare

Salumeria Gastronomia Ramello

Pout Pourri Vintage Café

Stellantis Heritage

Borgo Mirafiori

Orti Generali

Osteria Andirivieni

Il Chiosco di Orti Generali