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I Piccoli San Pietro di Roma

Radicati nel suolo romano tanto quanto nella vasta e incantevole storia della città, queste piccole pietre meravigliose sono immerse in storie che oscillano tra fatto e leggenda.

Un vassoio per la colazione con frittelle, salsa e una tazza su un letto disordinato in una stanza d'albergo a luce soffusa; lampada sul comodino, loghi a destra. Hotel d'Inghilterra Roma, Starhotels Collezione - Vassoio per la colazione con pancake, sciroppo e frutti di bosco su un letto stropicciato in una camera elegante.

Vivere la propria vita seguendo le orme di San Pietro suonerebbe alla maggior parte di noi come un compito più che impegnativo da intraprendere. Addio alle piccole bugie bianche e ai giorni passati a poltrire a letto, molto meno alcol e locali o tempo speso sui social media; da sostituire con umili azioni e opere pie. Ma se ti dicessi che nella Città Eterna di Roma, capitale di La Bella Italia, è molto più semplice e un sacco meno virtuoso di tutto ciò? In realtà, è semplice come uscire di casa, mettere un piede fuori, l’altro davanti e continuare così. I sampietrini che tappezzano il labirinto di vicoli scoscesi e gloriose piazze della Città sono chiamati dai suoi abitanti “Sampietrini”, che in inglese si traduce come “Piccoli San Pietro”. Quindi, che tu possa o meno parlare come lui, nel bene o nel male nel nome di quest’uomo santo, ovunque tu vada a Roma, camminerai come lui.

Quadrati all’apparenza, i Sampietrini sono in realtà piccoli blocchi conici di roccia ignea, provenienti dalle regioni vulcaniche che circondano la città. Ognuno è tradizionalmente tagliato e dimensionato a mano, poi martellato in un letto di sabbia e terra. Radicati nel suolo romano tanto quanto nella vasta e incantevole storia della città, queste piccole pietre meravigliose sono immerse in storie che oscillano tra fatto e leggenda.

Apparvero per la prima volta sulla scena alla fine del 16° secolo, sotto il famigerato urbanista Papa Sisto V, noto per aver realizzato molte impressionanti modifiche all’assetto urbano di Roma in un regno straordinariamente breve di cinque anni. Se la storia è vera, fu una notte tardi, di ritorno alla sua residenza in Vaticano, quando la sua immaginabilmente grande e sfarzosa carrozza ricevette un colpo quasi catastrofico a causa di una grossa buca nella strada. Infuriato, il suo carattere irascibile essendo un’altra delle sue famose ma meno apprezzate caratteristiche, ordinò il rifacimento delle strade e delle piazze che confinavano con la sua residenza e quella della vicina Basilica di San Pietro. In omaggio a Sua Santità, i “Sampietrini” originali si misero all’opera. Vedi, il primo uso del termine era in verità designato agli artigiani e ai lavoratori vaticani; i primi uomini che si misero a organizzare questo nuovo stile di pavimentazione. A poco a poco, col passare del tempo, il nome si spostò dall’allocare quello di carne e ossa e si attaccò invece alle pietre.

Un centinaio di anni dopo, Papa Clemente VIII diede l’ordine per una massiccia diffusione delle pietre. La Cooperativa Romana degli Scalpellini fu chiamata in azione; i loro minatori, scavatori, portatori e lastricatori si misero al lavoro colossale e nel 1870, mentre il paese Italia si unificava, la stragrande maggioranza delle strade della Capitale aveva ricevuto il restyling dei Sampietrini. I brutali anni della Seconda Guerra Mondiale lasciarono il centro storico di Roma quasi intatto dalle sue bombe e distruzione, ma molti civili furono uccisi. Nel 1992, l’artista tedesco Gunter Demnig, pavimentò un modo per commemorare le vite romane perse nell’Olocausto nelle strade stesse. Patch di Sampietrini di bronzo, le “Pietre d’Inciampo”, si possono trovare in tutta la Città, posizionate fuori dalle ultime residenze delle vittime. Ogni pietra, un tragico ricordo di quei passi che si fermarono troppo presto, è incisa con un nome, data di nascita e data di morte in un campo di sterminio nazista.

Le strade acciottolate rimangono ancora oggi parte integrante della Città, proprio come le cupole incombenti, le facciate barocche e le fontane di marmo bianco. Splendenti al sole e luccicanti sotto la pioggia, i Sampietrini formano un favoloso assortimento di motivi. Ventagli, arcobaleni o motivi geometrici possono sembrare una pura estetica visiva, ma piuttosto intelligentemente, sono tanto belli da vedere quanto pratici. Il posizionamento verticale o diagonale indirizza i pedoni nella giusta direzione, mentre i disegni ad arco permettono alla carrozza o all’auto di colpire prima la chiave di volta, aiutando a distribuire il peso.

Non è tutto rose e fiori (scusa, sampietrini!) quando si tratta di questo 16° Invenzione del secolo. Anche se la roccia vulcanica era stata originariamente scelta per la sua resistenza e longevità, né Sisto né Clemente avrebbero mai potuto prevedere la dimensione, la velocità e la pura follia delle invenzioni moderne. Le auto, i camion e i tir da 30 tonnellate di oggi hanno messo alla prova i piccoli sassi fino al limite e, di conseguenza, sia la pietra che i veicoli ne hanno fatto le spese. I Sampietrini allentati o mancanti sono incidenti in attesa di succedere e, anche se evitati, la semplice esperienza di viaggiarci sopra su ruote è un inferno di sobbalzi. I motociclisti e gli scooteristi affrontano la strada tremando e sussultando, i turisti con i trolley creano un bel po’ di casini e i bebè che dondolano non sembrano troppo contenti mentre le loro guance traballano nei passeggini. Le fashion victim che cercano di pavoneggiarsi per le strade con i loro tacchi a spillo sono un’altra categoria che si lamenta. I tacchi si incastrano continuamente nelle fessure e la loro camminata diventa un’impresa quasi impossibile.

È un bel dilemma quando si tratta dei Sampietrini di Roma. Alcuni possono urlare per la loro rimozione, ma la maggior parte, che si crogiola nella bellezza e nella tradizione delle antiche strade romane e nella storia che raccontano, prega che rimangano. Oggi, il Sindaco della Città ha messo in pietra, o meglio, in mancanza di essa, un piano per estrarre le pietre dalle zone principali, con traffico intenso, e posizionarle invece in vicoli più tranquilli e pedonali. Speriamo che questo compromesso attuale ci permetta di goderci di nuovo in pace la passeggiata sui Piccoli San Pietro.