Al culmine di una pandemia, ho spedito circa quarantacinque scatole da trasloco in Italia. Mentre la maggior parte dei miei amici e della mia famiglia mi chiedeva se avessi completamente perso la testa, io ero più sicura e innamorata che mai.
Tutto è iniziato il 20 agosto 2018. Sono salita su un aereo da Londra Heathrow a Bologna per incontrare Leo, un ragazzo italiano che avevo conosciuto un decennio prima sulle spiagge della Sardegna. Questo adolescente, che era diventato un giovane uomo estremamente affascinante, si è rivelato l’amore della mia vita.
Al nostro primo appuntamento mi portò a provare la specialità emiliana dei tortellini in brodo, pasta tirata a mano e ripiena di carne che nuota in un brodo caldo. Ci sedemmo sulla terrazza che si affacciava sulle dolci colline modenesi. Tra sorrisi civettuoli e carezze sulle ginocchia, mi sono trovata indecisa su cosa avesse fatto salire la mia temperatura corporea: lui, questo brodo caldo che normalmente mangerei solo se avessi l’influenza, o la temperatura esterna di ventotto gradi! Probabilmente una combinazione di tutti e tre.
Nel 2018, Londra contava 8,9 milioni di abitanti, di cui suppongo circa il 50% maschi. Senza entrare troppo nel merito delle statistiche, da un po’ di tempo frequentavo senza successo un ragazzo. L’amore sembrava essere una parola straniera nella capitale inglese, così, come il destino ha voluto, ho trovato l’amore a 1.471 km dal mio appartamento di Marylebone. Più precisamente, nella provincia di Modena; la cosa più vicina a Modena, prima di allora, era l’aceto balsamico di Modena che spruzzavo sulle mie insalate.
Leo (il nome scelto deriva dal segno zodiacale del colpevole), un produttore di aceto balsamico, mi ha accolto nel suo mondo italiano e non ho più voluto lasciarlo. I miei precedenti appuntamenti “andiamo a bere qualcosa in questo nuovo bar di Soho” si sono trasformati in esperienze ponderate, come mangiare il pescato del giorno in un ristorante di pesce su un lungo molo sopra il mare Adriatico, sedersi sul retro di una Vespa d’epoca che percorreva strade di campi di grano, esplorare piccole città-castello e bere uno Spritz di troppo nelle loro piazze. Leo aveva sempre un’idea: avremmo girovagato per il Mercato Albinelli di Modena, per i portici di San Luca a Bologna e avremmo trascorso le notti in città vicine come Verona o Firenze. Ogni volta che partivo, desideravo tornare.
Dopo più di cento voli, innumerevoli chiamate FaceTime e continui alti e bassi – come accade per la maggior parte delle relazioni a distanza – la nostra storia ha subito una brusca battuta d’arresto: la pandemia. Gli aerei hanno smesso di volare, le videochiamate sono aumentate e la saudade è stata un colpo allo stomaco. Sebbene questa pausa sembrasse eterna, si è rivelata una scintilla, il fattore che mi ha spinto a trasferirmi in Italia.
Il motivo per cui sono ancora qui, quasi cinque anni dopo, è che ho scoperto due amori della mia vita: non solo il mio Leo, ma anche un Paese che mi ha fatto sentire accolta e felice come nessun altro al mondo.