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Gocce di Bellezza Italiana: Tesori Nascosti

“Questo è un paese straordinario il cui patrimonio incommensurabile è ancora in gran parte sconosciuto – a meno che tu non sappia dove guardare e con chi.”

La parola d’ordine è oltre. Perditi, fuori dai sentieri battuti, lascia le strade segnate e scopri un’Italia segreta, insolita, non celebrata. Questo è un paese straordinario il cui patrimonio incommensurabile è ancora per lo più sconosciuto – a meno che tu non sappia dove guardare e con chi. Abbiamo selezionato due tesori meno conosciuti in quattro città italiane molto famose per portarti con noi in un viaggio alla scoperta dell’Italia Segreta.

 

TORINO

Il genio di Carlo Mollino

Architetto, designer, pilota di aerei, creatore di auto da corsa, fotografo con un’ossessione per il corpo femminile che spesso traduceva in forme e architetture sinuose. Mollino era un artista a tutto tondo nato e vissuto a Torino per tutta la vita. La sua casa, situata al primo piano di una villa in stile francese di fine ‘800, è rimasta sepolta per molti anni dopo la morte dell’artista. È ancora avvolta nel mistero ma dà la misura del genio di questo straordinario personaggio del Novecento che è ancora in grado di ispirare i nostri giorni moderni. Costruita come un progetto intellettuale e spirituale sulla scia dell’Antico Egitto, la sua casa era destinata ad ospitare l’anima anche nella sua vita dopo la morte. Tra i tanti riferimenti simbolici alla civiltà egizia, c’è un letto ottocentesco a forma di barca e una parete ricoperta di farfalle colorate, che rappresentano la rinascita dalle tenebre. Il genio eclettico di Mollino sta proprio nella sua innata capacità di fondere nello stesso ambiente riferimenti di diversa ispirazione, dal surrealista al barocco all’estetica giapponese. Ma la sua casa non è l’unico tesoro nella sua città natale: a Mollino fu commissionato anche il Teatro dell’Opera nel 1965. Rifiutò di seguire un metodo filologico e, al contrario, usò un linguaggio personale e contemporaneo che riprendeva l’originale spirito barocco del teatro. Utilizzando linee curve e sinuose concepì il foyer a forma stellare in mattoni che richiamava le geometrie decorative del vicino Palazzo Carignano e progettò il palcoscenico e i balconi come costole che originavano dalla volta. Il teatro divenne presto una delle sue opere più importanti e apprezzate grazie all’invenzione di nuove forme e alla sua audacia di osare, mescolando antico e contemporaneo.

 

FIRENZE

La grazia del Pontormo e una Fondazione segreta

 

Considerata dagli storici dell’arte e dagli accademici come uno dei suoi più grandi capolavori, la Deposizione del pittore manierista Jacopo Carrucci, conosciuto come “Il Pontormo” è un’opera d’arte di toccante bellezza situata all’interno della Cappella Capponi nella Chiesa di Santa Felicita. A pochi passi dal affollato Ponte Vecchio ma un mondo lontano dalle folle, poiché i passanti ignorano l’esistenza di questo magnifico dipinto che si trova in un’oasi di pace e tranquillità nel cuore pulsante di Firenze. Il dipinto segna una svolta nella storia dell’arte poiché molti lo considerano la nascita del movimento manierista. La Deposizione è di capitale importanza in quanto sovverte per la prima volta tutte le convenzioni stilistiche rinascimentali sconvolgendo i suoi due pilastri: armonia ed equilibrio. Lo spazio sembra inesistente, i personaggi sono instabili e in posizioni irrealistiche, l’equilibrio è precario. I vestiti aderiscono ai corpi, un segno che diventerà tipico durante il periodo manierista, così come i colori freddi, lontani dalla vivacità delle tonalità rinascimentali: blu, verde chiaro, rosa – le tinte che in seguito prevarranno. Un’atmosfera sospesa, alienata in linea con il temperamento lunatico del pittore che si ritrae nell’opera: è il personaggio biondo con la barba che appare all’estremità destra della composizione.

 

È un fotografo di architettura e interni di fama mondiale ed è fiorentino. Bello! Nel 2018, la casa editrice Taschen gli ha dedicato un volume monografico intitolato ‘Le biblioteche più belle del mondo’. Ha fotografato più di 3.500 posti, tipo chiese, musei, biblioteche, castelli, ville, palazzi, appartamenti e case. Grazie a suo padre, un giornalista e scrittore, Massimo Listri è cresciuto con un occhio abituato alla bellezza e all’osservazione. La sua passione per l’arte l’ha portato, col tempo, a formare collezioni di archeologia e arte antica, disegni e volumi di storia dell’arte e la fondazione che porta il suo nome. Situata nel cuore di Firenze, in un edificio che una volta apparteneva ai Cavalieri di Santo Stefano, ospita nelle varie magnifiche stanze del palazzo disegni e pezzi di arti decorative e una collezione da far girare la testa di ventimila volumi, incluso un antico nucleo di fonti di storia dell’arte. Listri ha acquistato il palazzo del 16 ° secolo, che oggi è diventato un meraviglioso gabinetto delle curiosità pieno di tesori che ha raccolto in giro per il mondo.

 

ROMA

Un oratorio affrescato del XVI secolo e una villa affrescata del XVIII° secolo

 

Nascosto nelle strade del centro storico di Roma c’è un magnifico Oratorio affrescato. La Chiesa di Santa Maria Annunziata del Gonfalone, meglio conosciuta come Oratorio del Gonfalone, è la sede del Coro Polifonico Romano. È stata costruita a metà del sedicesimo secolo sulle rovine della vecchia chiesa di Santa Lucia, come Oratorio della Confraternita del Gonfalone che aveva la sua sede nell’edificio adiacente. Il termine ‘ Gonfalone‘ significa bandiera/stendardo e si riferisce al fatto che durante le loro processioni del XIV° secolo, la Confraternita era solita alzare la Bandiera del Papa (che all’epoca era stato esiliato ad Avignone, in Francia) per riaffermare la sua sovranità su Roma. L’oratorio è stato ristrutturato di nuovo nel XVII ° secolo ed è oggi un tesoro prezioso grazie ai dipinti che lo adornano che raffigurano storie della Passione di Cristo, una serie di dodici affreschi dei principali esponenti del Manierismo romano, come Federico Zuccari.

 

Vicino alla Stazione Termini si trova un altro magnifico gioiello nascosto. È il Casino Massimo Lancellotti, chiamato anche Casino dei Nazareni. Gli affreschi all’interno di questo palazzo del XVII secolo sono gli unici dipinti del Nazareni ancora visibile a Roma. Intorno al 1810, un gruppo di pittori tedeschi, insofferenti ai dettami del classicismo accademico, si trasferì a Roma con l’obiettivo di vivere in una comunità dedicata interamente all’arte. Furono chiamati Nazareni perché, ispirati alla vita di Cristo, si facevano crescere la barba lunga. Vivevano nel monastero di Sant’Isidoro e conducevano una vita semplice dedicata alla pittura. Volevano tornare alle radici della pittura rinascimentale italiana e si ispiravano ai vecchi maestri, come Beato Angelico, Perugino e Filippino Lippi. Gli affreschi del Casino Massimo furono commissionati nel 1817 dal marchese Carlo Massimo e raffigurano scene ispirate ai grandi poemi della letteratura italiana: il Orlando Furioso di Ariosto, la Divina Commedia di Dante Alighieri e la Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso.

 

 

NAPOLI

Una meraviglia archeologica e un archivio misterioso

 

La Piscina Mirabilis è una grandiosa cisterna d’acqua e un’opera di altissimo livello ingegneristico, un’impresa storica dell’ingegneria. È un monumento archeologico romano straordinario nell’area vulcanica dei Campi Flegrei di Bacoli, a poca distanza dal centro di Napoli. La struttura è il più grande serbatoio d’acqua conosciuto mai costruito dagli antichi romani durante l’età augustea. La sua funzione era di fornire acqua alle numerose navi della flotta militare imperiale che erano ormeggiate e stazionate nel vicino porto di Capo Miseno. La costruzione, con una pianta rettangolare di 70 metri di lunghezza, 25 di larghezza e 15 di altezza, conteneva 12.600 metri cubi d’acqua, che veniva estratta attraverso le aperture superiori. Entrando, la prima impressione è quella di un vasto vuoto. La struttura è alta quanto un edificio di tre piani; una foresta di piloni su cui poggiano archi e volte, divisa in cinque grandi navate, perforata dalla luce che inonda dall’alto in modo rapsodico. Il nome attuale risale alla fine del XVII secolo quando la Piscina Mirabilis divenne una meta fissa per i primi studiosi europei, viaggiatori e intellettuali nel loro Grand Tour italiano, come Goethe, Mozart e Dumas.

 

L’Archivio Storico del Banco di Napoli è la collezione archivistica più impressionante di documenti bancari al mondo. Roba della banca che va dalla metà del 1500 fino ad oggi è raccolta e catalogata in circa 330 stanze. Si trova nella sede della Fondazione Banco di Napoli nel cuore del centro antico, Spaccanapoli, nel XVI secolo Palazzo Ricca e nell’adiacente Palazzo Cuomo Circa 80 chilometri di scaffali contengono 17 milioni di nomi, centinaia di migliaia di pagamenti e motivi dettagliati che ricostruiscono un affresco vivente di Napoli e di tutto il Sud Italia, dal 1573 ad oggi, un tesoro di ricordi vecchio di 450 anni. C’è persino il documento di pagamento che testimonia il compenso di Caravaggio per il magnifico dipinto ad olio “Le sette opere di Misericordia” che fu realizzato per ed è ancora conservato nella chiesa del Pio Monte della Misericordia a Napoli.