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Gli italiani lo dicono meglio: 5 parole intraducibili

Gli italiani lo fanno meglio.

 

 

Un vassoio per la colazione con frittelle, salsa e una tazza su un letto disordinato in una stanza d'albergo a luce soffusa; lampada sul comodino, loghi a destra. Hotel d'Inghilterra Roma, Starhotels Collezione - Vassoio per la colazione con pancake, sciroppo e frutti di bosco su un letto stropicciato in una camera elegante.

Il detto, lanciato dall’etichetta musicale di Portland che si è data questo nome, è diventato universale e porta tanta gioia e orgoglio a chi ha sangue italiano nelle vene. Ma anche se gli italiani fanno quello che fanno e lo fanno fino in fondo, sono una nazione che, di regola, chiacchiera molto di più di quanto agisca. Quindi, se dovessimo sostituire il “fare” con un “dire” e urlarlo con un paio di gesti delle mani, potremmo aver appena coniato un’espressione ancora più azzeccata: Gli italiani lo dicono meglio.

Il vero benvenuto all’interno della cultura italiana per un non madrelingua arriva con la padronanza e la completa comprensione di specifiche parole italiane, quelle che rimangono intraducibili per la loro unica illustrazione della cultura e dello stile di vita del paese. Ecco cinque delle migliori:

BOH

In cima alla lista per la sua brillante semplicità, questa parola di tre lettere è usata così frequentemente tra gli italiani che se ricevessi un gelato ogni volta che la senti, diventeresti l’incarnazione del proverbio “il troppo stroppia.”

Di solito accompagnata da una scrollata di spalle, questa piccola genialata di termine porta molto più significato della frase non lo so da cui deriva questo slang.

“Non ne ho idea!”, “Quel che sarà, sarà!”, “Non lo so!”, “Non me ne frega niente!”, “Forse non lo saprò mai, quindi lasciami in pace!” lo riassumono bene. Ma la vera magia del boh sta nella sua semplice sillaba singola.

SPREZZATURA

Questa divertente parola racchiude lo stile italiano nel suo nucleo. Coniata dallo scrittore del XVI secolo Baldassare Castiglione nel suo Libro del Cortegiano, sprezzatura descrive “una certa noncuranza, così da nascondere l’arte e far sembrare che tutto ciò che si fa o si dice sia senza sforzo e quasi senza pensarci.”

Se questa definizione suona fin troppo familiare e ti fa venire in mente immagini di quegli stessi uomini italiani glamour menzionati sopra, siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Questi uomini sfoggeranno figure impeccabili e l’abbronzatura estiva perfetta, ma i loro capelli saranno lasciati lunghi e leggermente arruffati piuttosto che tagliati e pettinati con cura. Indosseranno abiti su misura squisiti, le cui giacche saranno lasciate slacciate (così come i bottoni del colletto delle camicie), e i loro orologi saranno indossati sopra i polsini delle camicie come se fossero stati messi all’ultimo momento. Ma non fatevi ingannare: questo look contemporaneamente curato e rilassato non è un incidente, né dovuto a una corsa per arrivare in tempo al lavoro. Al contrario, c’è stata una pianificazione impeccabile per perfezionare questo look di eleganza senza sforzo – l’arte della sprezzatura al suo meglio.

PASSEGGIATA

Quando ho visitato un’amica a Siena, mi ha proposto di fare la sua solita passeggiata serale intorno a Piazza del Campo, la piazza principale della città. Entrando nella bellissima piazza, ho girato a destra, ma prima che potessi fare due passi avanti, sono stata tirata indietro dalla mia amica, che con mia sorpresa era inorridita dalla mia mossa. Mi ha preso per mano e mi ha portato nell’altra direzione, spiegandomi che a Siena era fondamentale che questa passeggiata intorno alla piazza si faceva in senso orario.

Quindi, per chi potrebbe sostenere che “camminata” o “giretto” abbiano un significato simile, entrambe le parole, che ho capito appieno solo durante questa avventura a Siena, mancano del peso e dell’importanza che la passeggiata ha nella cultura italiana. Gli italiani useranno il verbo camminare per indicare semplicemente l’atto di camminare, mentre la passeggiata è profondamente radicata nella tradizione del paese. Di solito si svolge intorno alle 7 di sera, una passeggiata è camminare tranquillamente e chiacchierare con l’occasionale fermata e saluto ai passanti familiari. Chi partecipa è tanto osservatore quanto attore in questo spettacolo italiano di lunga data.

MERIGGIARE

È mezzogiorno di un caldo giorno d’estate, e hai trovato un posto per sederti e rilassarti all’ombra, assorbendo i dolci profumi dell’erba estiva e il dolce ronzio delle api. L’hai indovinato, il verbo meriggiare, che deriva dalla parola meriggio (mezzogiorno) definisce esattamente questo.

Mentre altre culture potrebbero (follemente) faticare e bollire sotto il sole di mezzogiorno, gli italiani prendono lo stesso momento per trovare rifugio in un posto ombreggiato, mettere su i piedi e godersi un paio d’ore beate di meriggio.

PANTOFOLAIO

Sai quei giorni in cui esci a malapena di casa, gironzoli in pigiama e in generale ti rilassi non facendo nulla? Tutti abbiamo una giornata così di tanto in tanto, ma per gli individui che tendono a inclinarsi verso questo come stile di vita piuttosto che come occasione sporadica… in italiano verrebbero definiti pantofolaio, una parola meravigliosamente adatta che deriva dall’italiano per pantofole (pantofole).

Anche se il termine può essere usato anche per descrivere il fabbricante di pantofole, e in effetti l’Italia è orgogliosa delle sue calzature da casa squisite (quelle veneziane in velluto sono forse le più eleganti che ci siano), è la padronanza dell’arte dell’ozio, del non far nulla, “Il Dolce far Niente”, per cui pantofolaio è più ampiamente usato.