Quando pensiamo alla nebbia, abbiamo tutti riferimenti simili in mente: Londra, la campagna inglese, San Francisco la sera, alcune parti del Nord America. Sono tutti famosi paesaggi nebbiosi, ormai radicati nel nostro immaginario estetico, ma non dovrebbe sorprendere, ci sono altre regioni nebbiose nel mondo, altrettanto belle e affascinanti. Dopotutto, la nebbia è un fenomeno naturale: vapore acqueo sospeso nell’aria. Tra queste zone, ce n’è una a cui sono particolarmente affezionato, una che mi sta a cuore, la Pianura Padana (Po Valley in inglese). Una vasta area pianeggiante nel Nord Italia, avvolta tra le regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Questa subregione di seicento chilometri ospita il fiume più lungo d’Italia, il Po, scorre dal Mare Adriatico alle Alpi Occidentali e presenta paesaggi straordinari, cattedrali gotiche (pensa al mozzafiato Duomo di Milano), piccoli borghi medievali, cortili del XIX secolo, risaie e testimonianze dell’industrializzazione post-bellica.
Lontano dalla rappresentazione romantica dell’Italia da cartolina, la Pianura Padana è il vero gioiello nascosto della penisola. Capisco che non sia facile da cogliere prima facie, dato che la gente generalmente sceglie la luminosa Costiera Amalfitana, la soleggiata Sicilia o la stupenda Toscana per le vacanze, ma la Pianura Padana è un posto che può regalare ai suoi turisti piccoli tesori inaspettati. Se sei attratto da Bruma e Caligine (due parole per nebbia, proprio come Nebbia), queste terre grigie fanno per te. In inverno, piccoli paesi appaiono all’improvviso sull’orizzonte, spuntando da un muro di nebbia. Chiese gotiche dominano tranquille cittadine, erette ieratiche ed eleganti, mentre piccoli uomini e donne grigi e abbozzati su biciclette attraversano le terre nebbiose. Durante il Natale 2019, ho trascorso alcuni giorni guidando per la Pianura Padana, alla ricerca del vero spirito della terra. Alla fine l’ho trovato nella città di Cremona, un giovedì pomeriggio, passeggiando per la via principale, un dedalo medievale di case, pieno di negozi di prelibatezze, chiese incredibili e liutai. Decisamente un posto da visitare per gli amanti della musica e dell’arte medievale.
La nebbia ha il meraviglioso potere di riempire, con un’impalpabile sostanza grigio latte, enormi spazi vuoti. È un’avventura mistica assistere al suo sorgere: dalla terra umida si alza una gentile aria acquosa, avvolgendo tutto in sé. Nelle sere d’autunno, di solito a partire dalla fine di settembre, questa forza calmante abbraccia semplicemente i campi, silenziando il suono della vita quotidiana. Proprio come un dipinto di Turner, la nebbia crea un gioco di ombre, luci, colori e forme dove lo spettatore fa parte del dipinto, all’interno di una visione monocromatica.
Camminare nella nebbia era una piacevole attività che ricordo da giovane. È come essere dolcemente avvolti nell’aria frizzante, con le guance fresche e l’odore di brezza pulita che ti avvolge. Le passeggiate nelle mattine invernali nella campagna della Pianura Padana sono una genuina pratica purificante. Città come Mantova, Ferrara, Rovigo, Alessandria sono famose per i loro lunghi, freddi e nebbiosi inverni.
Sebbene l’esperienza della nebbia sia davvero piacevole, questo fenomeno naturale è stato spesso usato per rappresentare uno stato mentale e sensoriale confuso. Non è un caso che molti scrittori, registi e fotografi italiani siano stati influenzati da tale meraviglia ispiratrice. Michelangelo Antonioni forse è il regista che l’ha più venerata, usandola come simbolo di tormenti interiori. Nel bellissimo Il Grido – un film sorprendentemente contemporaneo, anche se girato 70 anni fa, il protagonista vaga per villaggi avvolti nella nebbia, perdendosi in una terra piatta. Allo stesso modo, la protagonista femminile di Il Deserto Rosso – una superba Monica Vitti – vive nella nebbiosa Ravenna, tormentata da depressione e ansia.
Il riminese Federico Fellini usa la nebbia come qualcosa che cambia il nostro modo di vedere il mondo, smorzando le forme, per personaggi confusi e persi. Amarcord, 8 1/2 e La Città Delle Donne sono esempi perfetti di questo. La lista dovrebbe includere anche molti altri, come La Prima Notte di Quiete di Valerio Zurlini, dove la nebbia nasconde una storia d’amore proibita; i film di Carlo Mazzacurati e Pupi Avati spesso mostrano questi paesaggi.

Allo stesso modo, la letteratura della Pianura Padana mostra la nebbia nel suo aspetto migliore. I Segreti di Milano di Giovanni Testori è una serie di commedia umana ambientata a Milano e nei villaggi vicini immersi in paesaggi nebbiosi. L’adattamento di Luchino Visconti di un romanzo di Testori è il famoso Rocco e I Suoi Fratelli, ambientato in una Milano cupa e torbida. Il grande Gianni Celati ha scritto racconti e diari ambientati in questo fenomeno naturale, Narratori Delle Pianure è il libro da menzionare qui, insieme alla descrizione del fiume Po in diversi suoi libri. Sebbene questi artisti abbiano ritratto meravigliosamente la nebbia, forse chi davvero ha capito la bellezza della Nebbia è stato il fotografo Luigi Ghirri, che ha ritratto paesaggi nebbiosi dove figure sfocate e case sfumate sono circondate da aria nebbiosa e luce grigia lattiginosa.
C’è un genere musicale che più di altri va di pari passo con la nebbia, ed è il jazz. E così, ho preparato una colonna sonora per le tue passeggiate nella nebbia, con musicisti jazz italiani e compositori poco conosciuti. Questi meravigliosi paesaggi non saranno la tazza di tè di tutti, ma – te lo prometto – se gli dai una chance sarai ricompensato con un viaggio interiore nel regno della gentilezza e della dolcezza. Quindi tira fuori il cappotto dall’armadio e preparati a perderti in questo limbo bianco.