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Festival del Cinema di Venezia 2022: La Mostra compie 90 anni

“Quest’anno, ci si aspetta che grandi titoli illuminino le sale del Lido.”

Un vassoio per la colazione con frittelle, salsa e una tazza su un letto disordinato in una stanza d'albergo a luce soffusa; lampada sul comodino, loghi a destra. Hotel d'Inghilterra Roma, Starhotels Collezione - Vassoio per la colazione con pancake, sciroppo e frutti di bosco su un letto stropicciato in una camera elegante.

Dicono che il Darsena dell’Hotel Excelsior, il molo dove arrivano le star per il Festival del Cinema di Venezia, sia sull’isola del Lido. Falso. La Darsena è altrove. È ambientata in un altro tempo. Sali su una barca, convinci lo sfortunato conducente a darti un passaggio. È più facile di quanto sembri. Durante l’estate, i veneziani farebbero praticamente qualsiasi cosa per lasciare i canali e perdersi nella laguna. Segui il Canal Grande, sfreccia nel Bacino di San Marco e poi fila attraverso quel pezzetto di laguna che separa Venezia dal suo Lido. Una volta superata la maestosa curva che, aiutata da qualche salice piangente, taglia in due il canale dell’Excelsior, ti ritroverai, all’improvviso e senza preavviso, altrove. Alcuni dicono che finirai in un Visconti film. Altri, semplicemente, in un sogno.

Un sogno di fine estate che dura, immutato, da 90 anni. Nel resto del mondo, l’estate è una destinazione, il traguardo tanto atteso di un’interminabile maratona invernale. A Venezia, l’estate significa attesa. Dal momento in cui il sole inizia a scaldare le acque della laguna, inizia un lungo, corrosivo conto alla rovescia. Per tornare, ansiosamente, altrove.

Da metà luglio in poi, si possono notare i primi operatori del Festival del Cinema di Venezia che si affannano intorno al Palazzo del Cinema, preoccupandosi dei preparativi dell’evento. Ora, verso la fine di agosto, mentre la maggior parte degli italiani si prepara con riluttanza a tornare nei loro uffici con l’aria condizionata, Venezia freme.

All’orizzonte, l’alba del Festival del Cinema di Venezia – quest’anno dal 31 agosto al 10 settembre.

“Un tuffo e due film, un tuffo e tre film: questo è il ritmo di questi giorni,” scrisse il critico cinematografico e membro della giuria del festival Mario Gromo sul primo anno del festival.

Nel 1932, l’uomo d’affari e politico Conte Giuseppe Volpi di Misurata fondò quella che allora si chiamava La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, dedicata alla settima arte della 18esima Biennale di Venezia. La sua casa: l’Hotel Excelsior, che Volpi aveva appena comprato. Inventato per dare nuova vita al Lido, l’isola dove i veneziani e i ricchi europei lasciavano scorrere i giorni estivi al fresco, e per dimostrare al mondo il potenziale artistico dell’immagine in movimento, il festival del cinema aveva il potere di portare l’intera città altrove per i dieci giorni che fungono da cerniera tra l’estate e l’autunno. Tra fantasia e realtà.

21:15 del 6 agosto 1932: lo spettacolo inizia. Sullo schermo, Il dottor Jekyll e Mr. Hyde di Rouben Mamoulian. Novant’anni e 79 edizioni dopo, lo spettacolo continua. Nel frattempo, la storia del cinema è stata scritta negli spazi tra il mare, il sole dorato e il Leone di San Marco che sventola sullo sfondo.

Tutti i più grandi nomi sono apparsi sugli schermi del Lido. Gli italiani dell’epoca d’oro, come Fellini, Visconti, Antonioni, Bertolucci e Pasolini (solo per citarne alcuni) hanno varcato le porte del Palazzo del Cinema, dove il festival si è svolto dal 1949 in poi. Eppure un cuore internazionale ha sempre battuto al Lido. La storia del cinema francese, rappresentata da nomi come Renoir, Bresson, Godard e Malle, è stata scritta tra queste mura. E il resto del mondo non ha esitato a unirsi: il regista svedese Ingmar Bergman, che venne al Lido per la prima volta nel 1948 come figura sconosciuta con Musik i mörker (Musica nel buio), tornò nel 1959 per presentare Il volto (Il mago), e nel 1962, il regista sovietico Andrej Tarkovskij vinse il Leone d’Oro, il massimo premio del festival, con L’infanzia di Ivan.

Negli anni più recenti, Somewhere, diretto da Sofia Coppola; Il cigno nero di Darren Aronofsky; Nomadland di Chloé Zhao e Madres paralelas di Pedro Almodóvar sono stati solo alcuni dei titoli che hanno fatto la loro prima mondiale sugli schermi del Festival del Cinema di Venezia, e star internazionali come Monica Bellucci, Brad Pitt, Ben Affleck, Catherine Deneuve, Natalie Portman, Vincent Cassel, Colin Firth, Jane Birkin e innumerevoli altri hanno calcato il suo tappeto rosso.

Quest’anno, si prevede che grandi titoli illumineranno i teatri del Lido. Cinque film italiani saranno in competizione al Festival del Cinema di Venezia: Il signore delle formiche di Gianni Amelio, con Luigi Lo Cascio ed Elio Germano; L’immensità di Emanuele Crialese con Penélope Cruz; Chiara di Susanna Nicchiarelli; Bones and all di Luca Guadagnino, con Timothée Chalamet; e Monica di Andrea Pallaoro con Trace Lysette e Patricia Clarkson. La milanese Carolina Cavalli farà il suo debutto come sceneggiatrice e regista con Amanda, con Benedetta Porcaroli, proiettato come parte della selezione “Orizzonti Extra”. Tra le produzioni internazionali più attese c’è quella di Olivia Wilde, Don’t Worry Darling, con Florence Pugh e Harry Styles; Blonde, l’ultimo film su Marilyn Monroe, diretto da Andrew Dominick e interpretato da Ana De Armas; e il film di Todd Field Tàr, con una delle presenze ricorrenti del festival: Cate Blanchett. Sembra che Venezia sia pronta, ancora una volta, a farci volare con la fantasia.