Un filo rosso, o meglio, color borgogna, lega gli italiani a una cosa sofisticata e preziosa come l’arte, ma molto più accessibile: il vino.
Per noi italiani, il vino simboleggia la vitalità. Rappresenta essere vivi, bere con saggezza, godersi la vita, ma anche vivere con consapevolezza e assaporare ciò che si beve. Soprattutto, come ci hanno insegnato i nostri vecchi, la vera arte sta nell’apprezzarlo a prescindere dall’età. Al contrario, troviamo i superalcolici prevedibili e troppo dolci, una bevanda da discoteca e senza storia. Mentre la birra ha il suo posto e il suo momento, non richiede lo stesso impegno duraturo.
Il vino, invece, è parte essenziale della tavola italiana. Sempre presente, sinonimo di gioia, felicità, piacere di condividere, è quasi uno status symbol, un’identità nascosta che rivela dettagli personali interessanti. C’è il vino da pasto, liscio e non troppo impegnativo, per accompagnare i pasti quotidiani. C’è il vino per l’aperitivo con gli amici, con buone probabilità che sia una bollicina, che si abbina perfettamente a cibi a volte troppo salati, e se sei più tradizionale, ordini un prosecco; altrimenti, se il tuo palato è più raffinato probabilmente opterai per una Franciacorta.
Nel frattempo, lo Champagne può ancora aspettare. Poi c’è la convinzione che il rosé sia un vino più femminile, e che i migliori rossi siano toscani. C’è il vino bianco per accompagnare i piatti di pesce, il rosso per la carne (soprattutto una buona bistecca alla fiorentina), e infine c’è lo Champagne per le occasioni speciali, perfetto per la “sciabolata”.
Insomma, il vino è ciò che ci unisce quando brindiamo a qualcuno o a qualcosa, legandosi strettamente a quel momento. Apprezzato dai più, ma sicuramente preferito da chi ha un palato fine e raffinato, è delicato, e spesso acquista valore, grazie alle storie e alle origini di ogni bottiglia.
Risalendo indietro nel tempo, il vino e l’arte hanno camminato a braccetto, creando un incontro armonioso ed esplosivo, un’unione perfetta. Un tango tra ciò che la vita è e ciò che dovrebbe essere. Fin dall’antichità, gli artisti hanno raffigurato scene di vita quotidiana, per lo più banchetti, con tavole stracolme di cibo e caraffe traboccanti di vino scuro.
Non solo le arti visive, ma anche gli scritti e la prosa, hanno reso omaggio al vino. Omero scrisse “Il vino può ingannare i saggi, far festeggiare il saggio e far sorridere il serio”. Euripide aggiunse: “Dove non c’è vino, non c’è amore”. Dalì lo definì nettare per intenditori, e Leopardi, nella sua raccolta di saggi, Zibaldone, scrisse “Il vino è il miglior lenitivo senza paragoni. Quindi, il vigore, quindi, la natura”. Il filosofo danese Kierkegaard, nel suo libro In Vino Veritas, raffigurò il vino come difensore della verità, perché chi lo beve, dopotutto, non ha segreti da nascondere.
E così, col tempo, mentre l’uomo affinava la sua capacità di trasformare l’uva in un elisir di piacere, le cantine si sono trasformate, diventando lentamente musei a cielo aperto all’ombra di meravigliose tenute.
Piano piano, le opere d’arte aumentano proprio come il sostegno delle cantine agli artisti, in particolare quelli contemporanei.
Di seguito una selezione esclusiva di cantine e arte per i lettori di Italy Segreta.
Castello di Ama
Il Castello di Ama, situato nel cuore del Chianti, a Gaiole, in provincia di Siena, è un piccolo rifugio arroccato su una collina, immerso nel circostante paesaggio mistico e incantevole. Ha prodotto grandi vini per molti anni, in linea con il terroir in cui si trovano i vigneti. Quella piccola briciola di paradiso ha sempre avuto il potere di parlare e ispirare gli artisti, stimolando la loro sensibilità e il loro genio creativo.
Da lì, nel ormai lontano 1999, l’idea di avviare un progetto creativo con Lorenzo Fiaschi e la Galleria Continua, era di aggiungere un’opera d’arte alla collezione ogni anno, seguendo il ciclo annuale della vendemmia. Tutti gli artisti che hanno partecipato negli ultimi 22 anni, a partire da Pistoletto e Kapoor, Louis Bourgeois e Chen Zen, si sono uniti in una visione condivisa dell’arte per la comunità, ispirata dalla terra e dal vino, rispettando i ritmi naturali della vendemmia.
Oggi, passeggiare per le terre del Castello di Ama, cullati dalle colline, significa respirare aria fresca e gustare il vino, ma anche lasciarsi ispirare dall’arte circostante ed essere in pace con se stessi.


Villa Sandi
Villa Sandi è sicuramente il punto focale di quel legame speciale che esiste tra arte e agricoltura, che caratterizza il territorio del vino e del cibo. Situata dove si producono il Prosecco Valdobbiadene DOCG e il Montello DOC, la cantina ha trovato casa in una magnifica villa palladiana, un’opera d’arte risalente al 1622.
L’amore per l’arte si materializza anche all’interno della villa. Nello splendore incantevole di queste stanze, vive la combinazione di colori pastello, stucchi e bassorilievi e il luccichio di lampadari originali di Murano. In queste stanze hanno soggiornato personaggi come Napoleone Bonaparte, Antonio Canova, il pittore Schiavoni, gli scrittori Caccianiga e Corso, una testimonianza dei ricordi di un passato veneziano, glorioso e aristocratico. Vino e cultura si sono fusi per diventare il patrimonio culturale di Treviso.



Frescobaldi
Similmente alla famiglia Antinori, Frescobaldi ha lanciato un progetto di sostegno agli artisti attraverso il premio Artists for Frescobaldi, un nuovo capitolo che collega il mecenatismo artistico della famiglia dai tempi del Rinascimento al presente. L’iniziativa di Tiziana Frescobaldi, il premio si svolge ogni due anni solo per artisti contemporanei. Ogni edizione ospita tre artisti che competono per il premio.
La giuria è composta da giudici di alto livello, principalmente direttori di musei d’arte contemporanea. Per l’occasione, agli artisti partecipanti viene data l’opportunità di ridisegnare un’etichetta numerata in edizione limitata per il CastelGiocondo Brunello di Montalcino. Una parte dei proventi va a sostegno dell’arte contemporanea.



Museo la montina nel mezzo delle terre del franciacorta
Oltre a tutte le cantine, c’è un vero e proprio museo d’arte nella zona circostante la Franciacorta. La Montina e Villa Baiana non sono solo una cantina, un ristorante e una meta per catering.
La tenuta è la prima ad avere un museo d’arte contemporanea in Franciacorta, insieme a una collezione permanente che presenta le opere dell’artista Remo Bianco (Milano, 1922-88). I suoi dipinti e le sue sculture sono esposti in varie sale della cantina e della villa, creando una rappresentazione ciclica delle diverse fasi delle opere dell’artista. Oltre alla collezione permanente, il museo ospita regolarmente opere di artisti nazionali e internazionali nella tenuta unica e incomparabile, piena di stanze sontuose, alcune appena illuminate con enormi botti di vino, ed eleganti cantine piene di bottiglie.


Donnafugata
Donnafugata è emblematica del femminile nell’arte, che onora e venera la donna in tutte le sue caratteristiche. Questo dialogo con l’arte è un continuum dal riferimento letterario del romanzo Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, che si evolve nell’unicità delle etichette, le straordinarie opere dell’artista Stefano Vitale.
Nel 2018, Donnafugata ha deciso di rendere omaggio alla storia e alla bellezza della sua terra; un desiderio di mostrare una Sicilia innovativa e l’eccellenza del Made in Italy. Tutto si è concretizzato in una mostra a Villa Necchi a Milano, che presenta le opere d’arte delle etichette, ognuna un breve racconto visivo con protagonista la donna fuggitiva, ispirata a Gabriella Rallo, figura pionieristica della viticoltura siciliana e co-fondatrice della cantina Donnafugata.




Feudi di San Gregorio
Uno dei pilastri della cantina Feudi di San Gregorio è la convinzione che una bottiglia di vino e un’opera d’arte condividano lo stesso processo creativo. L’amore e la passione infusi nella coltivazione delle viti, la fatica e la cura nella raccolta dell’uva e la pazienza per invecchiare il vino, conferiscono a ogni bottiglia una personalità unica e irripetibile, trasformandola in una vera e propria opera d’arte.
La cantina crede che questi siano gli stessi sentimenti che un artista prova durante il lungo processo creativo necessario per fare arte, che si tratti di un dipinto, una statua, un’installazione o una fotografia.
Alla luce di questo approccio, Feudi ha messo in atto importanti collaborazioni con artisti affermati e giovani talenti, per celebrare e dar voce a questo continuo scambio appassionato tra il mondo dell’arte e il vino. L’unione dei due elementi è incarnata nel design delle bottiglie e delle etichette, ma anche nella struttura fisica della cantina. Tanto da stabilire una collezione interna di opere contemporanee, per includere il duo Vedovamazzei, Mariella Senatore, Mimmo Jodice e altri colleghi a sostegno del terroir locale.

