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Dentro Milano: I Nuovi Spazi Creativi che Prendono Piede in Città

“Ognuno rivela le diverse storie personali che compongono l’intricata identità della città, che ostinatamente, ma meravigliosamente, resiste a un’interpretazione unica e unificata.”

Fredda, grigia e industriale, una città dove l’unico elogio è stato a lungo che ‘il mare, la campagna e le montagne sono a non più di un’ora e mezza d’auto’. Milano potrebbe non reggere il confronto con altre big italiane per quanto riguarda la bellezza innata, l’architettura del XVII secolo e l’arte senza pari, eppure la capitale lombarda si sta affermando sulla scena culturale nazionale in modo silenzioso ma deciso.

Non sono solo i musei di fama mondiale e i vari maestri modernisti come Piero Bottoni, Luigi Caccia Dominioni, Vico Magistretti e Piero Portaluppi a dare a Milano il suo valore culturale, ma la recente ondata di reinvenzione. La reinvenzione non è esattamente una novità per i milanesi, che storicamente si sono ribrandizzati cambiando il loro nome da ‘Mediolanum’ – una parola celtica latinizzata per ‘in mezzo alla pianura’ – a ‘Milan’ – ispirato alla parola inglese per ‘merci fini’ – e la città ha un bel curriculum nel letteralmente distruggere il ‘vecchio’ per il bene del progresso. Ma oggi, ciò che sta agitando la città sono le conversazioni emergenti tra passato e presente, con spazi creativi che vengono riconvertiti da edifici storici milanesi, che siano case private, fabbriche abbandonate o magazzini vuoti. Ognuno rivela le diverse storie personali che compongono l’identità intricata della città – una che testardamente, ma meravigliosamente, resiste a un’interpretazione unica e unificata.

Piuttosto che giudicare la capitale lombarda dalla sua copertina metaforica, il modo migliore per capire e apprezzare veramente le idiosincrasie artistiche di Milano è guardare oltre le sue facciate ed entrare dentro.

Villa Necchi Campiglio

Case Storiche, Nuovi Musei

Nel 2008, quattro dei più famosi musei casa storici di Milano si sono uniti per formare il Circuito delle Case Museo di Milano, creando una rete culturale che mostra quasi due secoli di patrimonio artistico milanese. Ognuna delle quattro case si trova nel centro città a distanza pedonale l’una dall’altra, e puoi sicuramente visitarle tutte in un giorno; dato che sono così diverse, non c’è paura che sembri ripetitivo. All’interno dello stile neo-rinascimentale del Museo Bagatti Valsecchi, la casa è quasi più bella della collezione, adornata con dipinti su tavola del XV-XVI secolo raccolti alla fine del XIX secolo dai fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi. Potresti riconoscere la prossima casa, Villa Necchi Campiglio, dal film di Luca Guadagnino Io sono l’Amore (2009); la villa era l’ambientazione perfetta, essendo stata progettata nel 1935 dall’architetto Piero Portaluppi per la famiglia Necchi Campiglio e offrendo uno sguardo sulla vita della ricca ed elegante classe media industriale della Milano degli anni ’30. Alla settecentesca Casa Boschi di Stefano, sono esposte 300 opere della collezione di Antonio Boschi e Mariella di Stefano, che evidenziano un esempio squisito di arte italiana nel XX secolo. Ultimo ma non meno importante, uno dei musei casa più famosi al mondo, Museo Poldi Pezzoli, è dedicato alle stupende sculture e dipinti donati alla città dal collezionista Gian Giacomo Poldi Pezzoli, e pieno di oltre 5.000 pezzi unici che vanno dal Medioevo fino al XIX secolo.

Courtesy of Casa Cipriani

Spostandoci ancora più nel contemporaneo, nell’elegante quartiere di Brera, le opere di designer e artisti trovano casa nel raffinato, pulito e sofisticato Casa Canvas– il frutto dell’immaginazione dell’artista brasiliana Thayse Viégas, che ha dovuto creare un concept store immaginario per un progetto finale del suo Master in Fashion Buying. Entrare in questo appartamento del XVIII secolo ristrutturato, elegante e accogliente è davvero come entrare nella sua mente. Qui, espone oggetti vintage insieme a collezioni di creativi emergenti che si distinguono per la loro originalità – tra cui Chiara Gini, Giulia Biasini e Heidi Jalkh – cercando di sfumare i confini tra arte e design. Dalla pandemia, il La casa si può visitare solo su appuntamento, ma Thayse offre anche consulenze sia per l’arte che per l’interior design. Dall’altra parte dei Giardini Indro Montanelli troverai il progetto “Arte a Casa” di Casa Cipriani

, lanciato a maggio 2024, che porta la combinazione di interior design e arte a un livello superiore: opere di oltre 29 artisti nazionali e internazionali sponsorizzate da 25 gallerie milanesi decorano gli interni dell’hotel di classe mondiale a Palazzo Bernasconi. (L’hotel stesso, già grandioso, è stato ispirato dall’eredità artistica di Harry’s Bar.) Come un museo, la mostra è sapientemente collocata in tutto l’hotel, iniziando nella sala grande con la scultura “Apron, 2022” di William Kentridge (per gentile concessione della Galleria Lia Rumma) e terminando nel lounge con “How would they know, 2023” di CB Hoyo (per gentile concessione della Galleria Plan X) e “Sheet, 2022” di Luca Napoli (per gentile concessione della Galleria L.u.p.o). Attualmente prevista fino a ottobre 2024, questa iniziativa include anche una serie di eventi, discussioni e talk con figure di spicco del mondo dell’arte, favorendo un dialogo dinamico che va oltre il visuale.

Fondazione Prada; Photographed by Jacqueline Poggi

Passato Industriale, Presente Artistico

Non sono solo gli edifici, ma i milanesi stessi ad essere esperti nel reinventarsi. Un’icona del genere, Rossana Orlandi, ha deciso di abbandonare l’industria della moda e aprire una galleria d’arte e design nel 2002. Galleria Rossana Orlandi è ormai diventata una Mecca, e gli appassionati di design e i professionisti dell’interior design accorrono al suo spazio in Via Bandello. Lo spazio industriale era precedentemente la sede della Fornace Candiani e successivamente una fabbrica di cravatte. Il design industriale all’avanguardia domina gran parte dello spazio interno e del grande cortile, che è anche coperto di viti di uva fragola rampicanti (“uno dei miei orgogli più cari”, dice Ro). Il suo spazio è un incredibile trampolino di lancio per i designer, e Maarten Baas, Michele de Lucchi, Draga Aurel e Formafantasma sono tutti passati di qui.

Dirigendoti verso la parte nord del centro, ti imbatterai in un edificio industriale grezzo, un tempo sede di Carminati Toselli, un produttore milanese di tram e veicoli ferroviari. Ma entrando non troverai più parti di treni ma Fabbrica del Vapore, uno spazio interdisciplinare che organizza eventi, mostre e workshop e ospita residenze artistiche. Qui, gli artisti partecipanti hanno l’opportunità di interagire con specialisti di varie discipline artistiche, collaborando con i produttori di mostre che lavorano alla Fabbrica del Vapore. Temi precedenti delle residenze includono “Goccia d’acqua sotto una nuova lingua” di Bjcem – incentrato sullo sguardo alla realtà attraverso la connettività, la ricerca intersezionale e trans-storica – e “How dare you?/Come ti persue?” di Sergey Kantsedal, con riferimento alla crisi in Ucraina. Oltre ai progetti di queste residenze, dai un’occhiata al loro calendario per gli ultimi eventi e mostre in rotazione.

Torbido by Enea Toldo at Villa Clea; Courtesy of Villa Clea

Un’altra associazione che si concentra sugli artisti italiani emergenti (e sostiene il loro supporto e finanziamento) è Viafarini, fondata nel 1991 e una delle prime organizzazioni artistiche no-profit del suo genere nel paese. Il programma VIR (Viafarini-in-residence) promuove la formazione e la sperimentazione non solo nelle arti visive, ma anche nella musica, nel design e nel teatro, con un focus sulla produzione e l’innovazione sociale. I giovani artisti espongono le loro opere accanto a quelle di creativi di tutto il mondo, con l’obiettivo di “ampliare gli interessi del pubblico nell’arte contemporanea”. Nel corso degli anni, questo hub ha promosso nomi riconosciuti a livello internazionale come Maurizio Cattelan, Gianni Caravaggio, Sabrina Mezzaqui, Vedovamazzei, Lara Favaretto e Nico Vascellari e, grazie a una collaborazione del 1995 con l’organizzazione no-profit Careof, il programma si è ampliato includendo postazioni di coworking e residenze presso la già citata Fabbrica del Vapore. A presidiare l’altra parte (sud) della città ci sono Fondazione Prada–un’istituzione culturale ormai internazionale in un complesso di distillerie dei primi del ‘900–e ICA

(Istituto di Arti Contemporanee), anch’esso ospitato in un ex edificio industriale. Hanno aperto la strada per la valorizzazione e la rivalutazione di questa fetta di periferia urbana. Villa Clea sta seguendo le loro orme in questo quartiere, ospitando mostre selezionate, eventi curati e una residenza d’artista, con visite permesse solo su appuntamento. Ciò che rende questo spazio speciale è l’interno luminoso, arioso e minimalista, adornato con le opere dei loro artisti contemporanei, in contrasto con l’esterno grezzo dell’edificio che un tempo era un’officina.

Museo Bagatti Valsecchi

Casa Museo Boschi Di Stefano

Villa Necchi Campiglio

Museo Poldi Pezzoli

Casa Canvas

Casa Cipriani

Galleria Rossana Orlandi

Fabbrica del Vapore

Viafarini

Fondazione Prada

Fondazione ICA