Ricordo ancora l’emozione che provavo andando a letto la sera prima del grande giorno, e non sto parlando del giorno del mio matrimonio. Quella sensazione che avevi da bambino – e che spero tu abbia ancora – per tutte quelle cose che succedevano solo una volta l’anno. In questo caso, il giorno più bello dell’estate. Era paragonabile a come ci sentivamo la vigilia di Natale… non vedevamo l’ora di vedere se Babbo Natale avrebbe mangiato i biscotti che avevamo preparato vicino al camino tanto che non riuscivamo a dormire. Era la notte prima del giorno in cui facevamo ‘i pomodori’ (la salsa di pomodoro) che ero così impaziente!
Come in quelle foto vintage che trovi in fondo a un cassetto, eravamo tutti lì. Mia nonna, le zie, i cugini, le prozie. Tutte le donne della mia vita si riunivano per passare la giornata nel garage dei miei nonni a preparare la salsa di pomodoro più buona e genuina.
Ricordo l’abbondante luce dorata che si insinuava nello spazio buio dalle enormi e pesanti serrande, e noi che sorridevamo e chiacchieravamo radiose e gioiose nei nostri abiti colorati. Le anziane indossavano una bandana bianca e un vestito di cotone sbiadito a fiori, con uno stile volutamente poco sofisticato, ma naturalmente glamour. Le più giovani indossavano i loro pigiami o quei vestiti che non importava se si sporcavano e – dato che questo succedeva negli anni ’90 per me – ricordo la palette di colori più brillante che si possa immaginare!
La giornata iniziava di buon mattino tagliando i pomodori – a me era permesso solo aspettare e guardare. Una volta tagliati, venivano messi in enormi pentoloni insieme a 5 kg di carote, 4 cipolle e un po’ di sedano. Ho un ricordo di me stessa super impegnata ad aiutare e supportare la catena di lavoro di taglio, mescolamento, filtraggio, imbottigliamento, ecc ecc. Penso spesso a quel giorno e l’immagine che ho in mente sembra incredibilmente vivida. Tuttavia, recentemente ho fatto una chiacchierata con mia nonna per rinfrescare quei caldi giorni di inizio settembre, e lei ha affermato che il mio ruolo all’epoca si limitava a mettere le bottiglie piene in fila fuori dal garage!
Questo è il mio primo ricordo di essere una bambina al lavoro con il cibo. Come molte ragazze italiane ho avuto il privilegio di crescere cucinando con le mie nonne e imparando le ricette al loro fianco. Oltre ad avere nonne di due diverse regioni italiane – Emilia Romagna e Abruzzo – alternavo il mio ruolo di aiutante da una cucina all’altra preparando gnocchi con l’abruzzese e passatelli con l’emiliana.
Ricette diverse o l’adattamento della stessa. In Abruzzo le lasagne si fanno con la mozzarella, mentre in Emilia non puoi chiamarle lasagne se non sono strapiene di besciamella. Assaggiare questo tipo di variazioni è una pratica che mi ha aiutato a raffinare il gusto e ad apprezzare le peculiarità della cucina tra le diverse regioni del nostro splendido paese.
Oltre alle specialità regionali, molti dei piatti italiani più comuni sono stati reinterpretati in ogni regione, influenzati dalle usanze locali. Piatti che pensi di conoscere come il palmo della tua mano ti sorprendono con ingredienti inaspettati aggiunti lungo il percorso, tramandati da nonne a nipoti viaggiando per il Bel Paese. Questo succede perché noi italiani siamo creativi, ma anche perché siamo così appassionati del mangiare – tra gli altri semplici piaceri della vita – che abbiamo sviluppato un gusto raffinato!
Ti ho appena fatto venire fame? L’Italia aspetta di essere esplorata con l’approccio giusto, andando oltre i luoghi più turistici dove le lasagneil gusto è piatto, assorbirai tutte le sfumature. Gli italiani amano condividere e ‘aggiungere una sedia al tavolo’ è il nostro mantra. Semplicemente incontrando le persone giuste potresti avere la possibilità di provare i piatti delle nonne italiane e sentirti parte della grande famiglia.
Per la maggior parte degli italiani mangiare non è mai stato solo nutrirsi, ma un momento per stare insieme, una pura celebrazione. Come il nostro pranzo della domenica, ovviamente dalla nonna! Non solo un pranzo, ma un’intera giornata dedicata alla famiglia, a partire dalla mattina preparando pazientemente il cibo… e da bambina ero sempre in prima fila ad aiutare!
Ora che sono cresciuta, mi sono trasferita all’estero e ho meno opportunità di passare le domeniche mattina a cucinare con le nonne la nostalgia di quei dolci ricordi è riaffiorata durante il lockdown. Era inevitabile, ho organizzato una full immersion con loro durante le ultime vacanze di Natale.
Le mie vacanze invernali sono state tutte dedicate a pomeriggi ad ascoltare i diversi accenti delle mie nonne e qualche parola in dialetto qua e là. Pomeriggi pieni di chiacchiere e aneddoti e un continuo riferimento al valore del tempo. Sì, il tempo. Entrambe mi hanno menzionato l’importanza del tempo quando una donna cucina, qualcosa che si sta perdendo con la fretta di oggi.
Nonna Sofia, la mia nonna abruzzese, ha ricordato che sente ancora il sapore del coniglio che preparava sua madre, un piatto che cucinava per più di mezza giornata. “Certo che puoi farlo più velocemente, ma non avrà lo stesso sapore semplicemente perché dedichi poco tempo a cucinarlo!”. In un’altra cucina, nonna Fio’, quella emiliana, ha dichiarato che il segreto del vero Certosino di Bologna è lasciare gli ingredienti insieme in una ciotola per giorni prima di impastarli… “Più stanno insieme, più diventa buono!”
È stato bellissimo rendermi conto che il mio entusiasmo nell’imparare dalle mie nonne non è cambiato nel tempo, proprio come la loro conoscenza e il loro modo indescrivibilmente saggio di usare le mani. Quelle mani che ora si stancano prima e che i segni dell’età hanno reso affascinanti e piene di storie da raccontare. Quelle mani che fotograferei all’infinito.
Ma passiamo alle cose serie! Quali sono i segreti delle mie nonne nonne per preparare i migliori passatelli e gnocchi? E quale sceglieresti tra i due? Sarà un testa a testa tra la cucina del Nord e quella (quasi) del Sud, io personalmente sceglierei entrambi!
Ricetta Gnocchi di nonna Sofia
“La cosa più importante è prendere le patate giuste, assicurandosi che siano farinose e non abbiano molta umidità.”

Puoi contare 1 patata di media grandezza a persona
Fai bollire le patate e una volta cotte e abbastanza morbide le scoli e le schiacci con una forchetta
Aggiungi 100 gr di farina bianca per ogni patata che hai bollito e sale
Mescola il composto e impasta
Una volta che gli ingredienti sono ben amalgamati dividi l’impasto in palline piccole/medie e aspetti che si raffreddino
Una volta fredde, inizia a rotolare ogni pallina usando due mani per renderla lunga e arrotondata – la larghezza dipende da quanto grandi vuoi che siano gli gnocchi
Tagliala in pezzi da 1-2 cm ed ecco fatto!
Nonna Sofia crede che gli gnocchi debbano essere mangiati con salsa di pomodoro, possibilmente quella menzionata all’inizio dell’articolo, e tanto parmigiano sopra!
Ricetta Passatelli di nonna Fio’ – per 4 persone
“La cosa più importante è usare la stessa quantità di parmigiano e pangrattato”

In una ciotola grande metti 300 gr di parmigiano e 300 gr di pangrattato fine (il più fine che riesci a trovare)
Aggiungi un po’ di noce moscata
Mescola tutto insieme usando le mani finché non ci sono grumi (mia nonna ci tiene a farti sapere che è assolutamente fondamentale che non ci siano grumi)
Aggiungi la scorza grattugiata di un grosso limone giallo, un cucchiaio di farina bianca e due pizzichi di sale
Continua a mescolare
Aggiungi 4 uova (sia tuorli che albumi) e continua a lavorare l’impasto con le mani dentro la ciotola
Puoi aggiungere fino a 2 uova in più per mescolare bene gli ingredienti
Una volta che l’impasto è abbastanza compatto puoi spostarlo sul tavolo per finire di amalgamarlo e tagliarlo in alcune piccole palline
Metti ogni pallina dentro uno schiacciapatate, premi e taglia i passatelli quando arrivano a 4-5 cm di lunghezza – meglio avere un piccolo aiutante qui.
Il modo migliore per gustare i passatelli, secondo nonna Fio’, è con il brodo di cappone. Se opti per questa ricetta puoi tagliare i passatelli direttamente nel brodo bollente. Sono pronti una volta che salgono in superficie (circa 4 minuti).
Buon appetito!
Andrea Martina Specchio è la fondatrice di Be My Journey che permette ai viaggiatori di viaggiare in modo responsabile