Parlaci un po’ di te e di come è nata l’idea di RAW MILANO?
È sempre difficile presentarmi con le mie parole. Mi piace parlare degli altri (bene ovviamente) e poco di me… è come se non avessi un’identità precisa, una storia lineare. Sicuramente ci sono le mie origini lucane e la mia formazione da architetto maturata durante gli anni di studio a Firenze. La passione è sempre bruciata per l’interior design così come per la progettazione del paesaggio che mi ha spinto negli anni successivi alla laurea a frequentare una scuola di specializzazione in architettura dei giardini e progettazione del paesaggio tra Pistoia e Firenze.
Ma nel cuore di Milano: le prime visite alle design week sono state fonte di eccitazione e tutto ciò che accadeva in quella città era un’anticipazione di ciò che avremmo visto e vissuto negli anni a venire: Cibo, moda e design è il trinomio che porta alto il nome della capitale milanese in tutto il mondo.
Io a Milano? Mentre ero in vacanza in Salento per caso ho incontrato un collega che mi ha accennato l’idea di una collaborazione con uno studio di interior design. Senza pensarci due volte, mi sono candidato per il ruolo di architetto senior e dopo quasi 15 anni mi ritrovo a lavorare al fianco di Paolo Badesco, titolare dello studio PB, e a condividere con lui il progetto RAW Co.
RAW è nato nel 2006 quasi per scherzo insieme a due cari amici olandesi che all’epoca avevano uno spazio nel sud dell’Olanda dedicato ai fiori e agli arredi in un’atmosfera quasi fiamminga con un sapore Wabi-Sabi. Paolo, di origini francesi, ha sempre coltivato una passione sfrenata per il vintage sia per la sua collezione privata che per l’identificazione di arredi e accessori per i progetti dello studio.
Il primo negozio, a due passi dallo studio, ha iniziato ad attirare l’attenzione di un pubblico internazionale sensibile a quel tipo di atmosfera: uno spazio che, a seconda della stagione, cambia abito e si veste di carte da parati, arredi vintage e contemporanei e che a sua volta ospita oggetti e curiosità da tutto il mondo. L’abbinamento con la collezione di vetri decoupage di John Derian e le finissime porcellane e fragranze della maison parigina Astier de Villatte è stato vincente. Nella nostra vetrina si sono alternati mobili di vecchi negozi, alambicchi e gabbie d’epoca, arredi Luigi Filippo e Napoleone III, ma anche sperimentazioni anni ’50 in resina e cemento.
Soffrendo della dimensione e fantasticando su un secondo negozio, una sera passeggiando per le vie di Brera ci siamo innamorati di un negozio dall’aria un po’ british in un contesto anni ’30 con tre vetrine e sotto i riflettori del distretto del design di Brera. Nel 2012 nasce RAW BRERA: 100 mq con un codice stilistico preciso in cui il gusto vintage si contamina con il design.. è qui che nascono importanti partnership con partner commerciali che fanno ancora parte della famiglia RAW
Quali posti consiglieresti a qualcuno che soggiorna nel tuo Trullo?
La Valle d’Itria, come la Puglia, è una regione che conquista tutti i sensi… il palato è il più sensibile e qui non ha limiti di esperienza. Trullo Cappero è vicino a Ceglie Messapica quindi i più facili da raggiungere sono lì. Prova CIBUS, famoso soprattutto per la ricerca che fanno sulle materie prime e le ricette tradizionali. Prova la cucina di Ricci che quest’anno ha continuato la sua attività con cibo d’asporto, catering e cene private. Per il pesce devi spostarti sulla costa. Senza esitazione ALBA CHIARA a Savelletri, ideale per uno spaghetto informale ai ricci di mare, oppure, Pescheria due Mari per il pesce crudo accompagnato da un buon bicchiere di bollicine. L’atmosfera nel cortile dell’apotecary è sempre piacevole, con l’impronta di un vecchio ristorante di paese.
Qual è il progetto di cui sei più orgoglioso?
Il progetto di cui sono più orgoglioso è senza dubbio RAW. Ho assistito alla sua nascita e nonostante riconosca in Paolo, il mio socio, il direttore artistico ho subito sentito e condiviso quel tipo di passione. Tanto da fare in modo che anche un semplice viaggio potesse diventare fonte di ispirazione o coinvolgimento con partner commerciali che automaticamente diventano amici nelle nostre avventure. Ancora oggi sono entusiasta della preparazione di eventi che per noi sono di importanza cardinale e ci rendono parte della scena milanese e internazionale, soprattutto quando si tratta di design week o su scala più locale con il Natale.
La città italiana che ami di più e perché?
Mi definisco un (Lucano Milanese) Milanese Lucano, ma amo tutta l’Italia quindi non ho preferenze tali da farmi favorire una regione o l’altra. Lo scorso agosto sono tornato in Toscana dopo diversi anni con un gruppo di amici. Ho riscoperto la Val d’Orcia con i suoi paesaggi mozzafiato tanto amati da scrittori e pittori di ogni luogo e tempo. È vero che la Puglia sta tornando alla ribalta ma mi piace sentirmi a casa tanto a Milano, quanto a Parigi, Londra, ma soprattutto a Matera dove vive ancora parte della mia famiglia.
Ristorante preferito e cosa ordinare a Milano?
Il risotto all’Arturo da Maria e Arturo a “La Latteria” in Piazza San Marco. Anche se per comodità vado sempre a La Libera, a pochi passi dal negozio in via Palermo.
La tua meta preferita per un weekend italiano?
Una gita fuori Milano sicuramente il lago, Iseo, Como o il Piacentino che mi ricorda le colline toscane.
Chi è la vostra ispirazione?
Vivendo nella città della moda e del design, mi piace prendere le distanze da tutte quelle dinamiche legate al consumismo rapido e a ciò che fa invecchiare tutto velocemente. Amo le atmosfere senza tempo dove pezzi di design d’autore convivono con pezzi vintage o mobili di traslochi precedenti come testimonianza della propria esperienza ma sempre nel nome del buon gusto. Colori, tessuti e luci fanno il resto.
Qual è la cosa italiana senza cui non potresti vivere?
Non è italiano ma irlandese… il mio Aspic, un setter irlandese di 3 anni. Sarò banale ma la moka è una di quelle cose che mi fanno sentire a casa e che anche dall’altra parte del mondo mi riportano alla mia infanzia… al mio senso di appartenenza. Subito dopo in classifica c’è una bottiglia di olio extravergine d’oliva, preferibilmente biologico e fatto con le olive del Trullo Cappero.
Come descriveresti l’Italia in una frase?
Come racchiudere l’Italia in una frase… per niente facile… ne avrei almeno cento. E poi con quale scopo? Promozione turistica? Patriottismo? Di questa frase, però, sono sicuro IL BEL PAESE: chiudo gli occhi e lo ripercorro in lungo e in largo e vengo travolto da colori, profumi, emozioni di ogni tipo perché l’Italia è fatta di luoghi, tradizioni e storia di tanti che l’hanno resa grande.