Polmone verde dell’intera costa adriatica da Chioggia (vicino a Venezia) a Cattolica, la romantica cittadina di Comacchio e le sue valli rappresentano il “cuore” del Delta del Po, uno dei più importanti complessi lagunari esistenti in Italia e in Europa. Queste zone umide e aree costiere, dalle Sacche degli Scardovari e Goro alle Saline di Cervia (saline punteggiate da stormi di fenicotteri rosa che producono uno dei migliori sali d’Italia) passando per le città di Ravenna e Ferrara, non hanno nulla da invidiare alla rinomata zona del Delta del Rodano, nella Francia meridionale, conosciuta come Camargue. Boschi e pinete verdi, una ricca flora e fauna, valli e fiumi di acqua dolce e salmastra che sfociano nell’Adriatico: queste sono alcune delle tessere che compongono lo straordinario mosaico di questo lato poco conosciuto dell’Italia, un magnifico esempio di biodiversità, dove l’acqua è stata protagonista assoluta per secoli. Qui, dove terra e cielo si fondono, ci sono tesori naturali seducenti come pochi altri nella penisola, così unici che nel 1999 sono stati designati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Due parchi proteggono questa meravigliosa area naturalistica che si estende su 66.000 ettari, coprendo due regioni. Un labirinto di paesaggi che include da un lato il Parco Regionale del Veneto, a nord del grande fiume Po e, dall’altro verso sud, il Parco Regionale dell’Emilia Romagna. La grande varietà di ambienti e attrazioni culturali che questo angolo d’Italia offre è straordinaria: i resti della macchia mediterranea primitiva, il bosco igrofilo, le lagune costiere, le valli salmastre e le zone umide di acqua dolce che si mescolano senza interruzione con gli antichi resti di insediamenti, intrecciati con resti etruschi e romani, mosaici bizantini (Sant’Apollinare in Classe fu cantata da Dante e Boccaccio) e le vestigia dell’architettura benedettina e della principesca Casa d’Este.
Foreste che ricordano boschi oscuri dove i cervi vagano maestosamente, fenicotteri e cormorani circondati da canne che camminano nella nebbia tra lagune basse, piccoli villaggi di pescatori dove risiedono specie rare, pinete secolari; le Valli sono un rifugio naturale per numerose specie, animali e vegetali, dai conigli selvatici, alle anatre selvatiche, agli aironi, ai cormorani, ai fenicotteri rosa, una visita a questo zoo a cielo aperto offre un suggestivo percorso naturalistico all’interno di un prezioso complesso lagunare ed è, allo stesso tempo, un modo per conoscere la storia della valle, la cui vita ed economia sono strettamente dipendenti dall’ambiente. Nel corso dei secoli, l’uomo è riuscito a contrastare le avversità di questo ecosistema attraverso massicci lavori di bonifica idraulica che hanno profondamente cambiato il rapporto tra terra e acqua, rendendo queste aree più sicure, ospitali e produttive, senza però sfigurarne la natura. Qui acqua e terra sono in costante competizione, scolpendo gli ambienti e creando paesaggi naturali di straordinaria bellezza.
A piedi, in barca, in bicicletta o a cavallo: a seconda delle diverse stagioni ci sono molti modi per vivere questo particolare ecosistema naturale, incastonato tra la bellezza di tre città artisticamente ricche come Ravenna, Ferrara e Venezia. Da Comacchio, le Valli possono essere percorse attraverso vari itinerari lungo tratti d’acqua e lingue di sabbia, fino alla costa, collegata al mare attraverso i canali di Magnavacca, Logonovo, Bellocchio e Gobbino. Un’area che oggi è organizzata in 6 “stazioni” tra le regioni dell’Emilia Romagna e del Veneto. Dalla Stazione di Pesca La Foce, si può partire alla scoperta dell’acqua a perdita d’occhio, strisce di terra e capanni di valle, in un sottile equilibrio in cui ogni elemento racconta storie di pesca intorno al tradizionale ” lavoriero“, una trappola fissa nell’acqua che permette ai pescatori di catturare le anguille separatamente dagli altri pesci – come cefali, spigole, orate, passere e aquadelle – mentre, spinte dal loro istinto riproduttivo, migrano verso il mare.
La pittoresca Comacchio – che dà il nome a tutta l’area paludosa – è una deliziosa cittadina lagunare di antiche origini che preserva il carattere di un insediamento urbano tra le sue acque nell’architettura di ponti e canali. Oggi sorge su tredici isole e fino al 1821 era raggiungibile solo via acqua. Situata nella provincia di Ferrara e definita da molti come piccola Venezia, Comacchio vanta una tradizione gastronomica incentrata sul pesce, sia delle valli salmastre che del mare. Qui l’autenticità e il rispetto per le antiche tradizioni vengono portati avanti con la massima cura dagli chef della zona. L’anguilla di Comacchio è senza dubbio il piatto più emblematico: le tecniche di pesca sono rimaste immutate e la stessa tradizione culinaria è ancora profondamente legata alle ricette del passato che hanno il merito di esaltare il sapore e la consistenza di questo ingrediente. La versione marinata con aceto e aromi è stata approvata dal movimento Slow-Food e inserita nella loro lista dei presidi da salvaguardare. Ma le valli offrono una riserva di pesca ricca anche di cefali, orate, spigole e granchi e all’ Antica Manifattura dei Marinati le sale di questa piccola fabbrica museo offrono uno scorcio sull’antica tradizione culinaria di quest’area.