Pieve Ligure è il posto dove mi fermo ogni volta che vado a trovare mio fratello a Genova. È il mio Jardin Secreto più precisamente, il mio scoglio segreto. Almeno due volte all’anno, quando sono in Italia, prendo la Vespa bordeaux di mio fratello da Genova a Pieve, la parcheggio e corro su quelle rocce irregolari sul Mediterraneo. Pieve è un bellissimo paesino sulla costa ligure, a circa 13 km dal centro di Genova. Come un piccolo segreto, Pieve se ne sta tranquilla e sconosciuta ai turisti, che sono tutti ammassati nella vicina Portofino o nella splendida Camogli, e regala, a chi sa coglierlo, il dono della quiete. In primavera, il profumo degli ulivi, dei pini marittimi e delle mimose si diffonde per le viuzze del paese, sopra il mare più turchese che io ricordi. Il sole è caldo e il posto è vuoto, con solo qualche pescatore che sistema le sue barche di legno e le reti all’ombra di una chiesa barocca bianca. Diverse specie di cactus riempiono il primo piano mentre barche canoe dipinte a mano punteggiano il paesaggio. Un lungo sentiero fresco va dalla stazione ferroviaria all’acqua, dove un piccolo chiosco vende birra e gelati.
Durante gli anni 2000, ero uno studente di filosofia all’Università di Genova e, ogni aprile, visitavo regolarmente questo posto, almeno una volta a settimana. All’epoca, solevo riempire il mio zaino con libri, sogni, il mio iPod bianco, e prendere il treno per Pieve, mordendo una mela lungo il tragitto.
In Liguria, la linea dell’orizzonte tra il mare e il cielo quasi non esiste, con il cielo che entra nel mare, e viceversa, dando l’illusione di essere dentro un quadro, o un sogno, con il treno che corre parallelo al mare, quasi pronto a decollare verso un’altra dimensione.
Questo scenario aveva bisogno della colonna sonora perfetta, non potevo ascoltare qualcosa a caso, avevo bisogno della musica giusta. È stato allora che ho iniziato ad ascoltare e collezionare colonne sonore italiane. Piero Umiliani, Ennio Morricone, Piero Piccioni, Stelvio Cipriani e i tanti altri che letteralmente riempivano il mare di musica e produzioni. Il loro mix di bossa nova, funk, orchestra, classica, easy listening, beat e molto altro, tutto legato da una melodia italiana unica, era la mia colonna sonora personale per quei lunghi pomeriggi in riva al mare.
Sono passati molti anni da allora e ora vivo all’estero invece di essere al mare ho parchi e strade intorno a me. Come ogni altro immigrato, a volte ho bisogno di trovare rifugio nei ricordi che ho dentro il mio cervello, sparsi con il sentimento della nostalgia. Derivando dall’antico greco nóstos, che significa “ritorno a casa” e álgos, che significa “dolore”, nostalgia è la parola che usiamo per riferirci a quel sentimento di tristezza e felicità del tempo passato. La musica è uno degli strumenti più potenti che la nostalgia usa per innescare questi sentimenti, infatti canzoni o dischi specifici possono facilmente accedere al cassetto dove vivono i nostri ricordi, creando un gran casino fatto di lacrime e risate.
Nel mio caso, ogni volta che ascolto una di quelle colonne sonore mi ritrovo a Pieve, a leggere un libro e a godermi la quiete.
Goditi