Caffè sospeso, o “caffè suspisoIl “caffè sospeso” è una tradizione napoletana profondamente radicata basata su un semplice atto di gentilezza: pagare un caffè per uno sconosciuto. Si traduce più o meno come “caffè in sospeso”. In questo anonimo gesto di carità, i napoletani pagano due espressi al bar, uno per sé e l’altro per qualcuno che non può permetterselo. Questo significa che a Napoli il caffè – che costa sui 70-80 centesimi a tazzina – non viene mai negato a nessuno, indipendentemente dalla sua condizione sociale o economica.

Come in gran parte del mondo, il caffè è una scusa per fare due chiacchiere velocemente con un amico o un conoscente. S Siamo sempre pronti per un altro caffè, e da nessuna parte è più vero che a Napoli. Qui, il caffè si ordina con tre C: “comm, cazz, coce“, un’espressione dialettale che si traduce più o meno come “dannazione, fottutamente caldo.”
Qui, il caffè ha un sapore diverso, e molti dicono che sia l’acqua a fare un espresso perfetto. Ho chiesto a molti del posto quando è iniziata la tradizione del caffè sospeso, e nessuno sembra conoscere la data esatta. È come chiedere quando hanno iniziato a bere caffè – praticamente è sempre esistito.
Tuttavia, secondo il Gambrinus, un bar situato accanto al punto di riferimento storico di Piazza Plebiscito, questa pratica è esplosa al tempo dell’Unificazione Italiana nel 1861. Eppure, è stato solo durante la Seconda Guerra Mondiale che ha trovato terreno fertile. Napoli è una città ben nota per il suo coraggio e la sua resistenza, e nelle difficoltà, questa pratica è addirittura aumentata. Nel 2010, in occasione del 150 esimo anniversario del Gambrinus, è stata avviata la rete del caffè sospeso: ora puoi pagare un caffè per chiunque nel mondo possa richiederlo, condividendo questo valore oltre la città di mare.
Oltre ad essere uno dei grandi piaceri della vita, il caffè, a Napoli, è una scusa per aiutare uno sconosciuto.
P.S. Il 10 dicembre è il giorno del caffè sospeso, un modo molto italiano per celebrare la gentilezza e ripristinare la fede nell’umanità in concomitanza con i Diritti Umani Internazionali. Questa occasione viene utilizzata anche per scambiare cibo e beni di prima necessità.