Uno dei piaceri più semplici eppure più grandi di vivere a Roma: fare una piacevole passeggiata fino a una panetteria locale del calibro di Regoli, concedersi un maritozzo a colazione e vedere la Città Eterna che si risveglia gradualmente dal suo sonno. Certo, il cornetto sfogliato e i biscotti croccanti hanno il loro fascino, ma c’è qualcosa di unico e delizioso nell’affondare i denti in quella nuvola dolce che è il maritozzo, una soffice focaccia lievitata che trabocca di un sontuoso cumulo di panna montata. Il suo aspetto erotico nasconde un interno piuttosto delicato e il maritozzo offre un’alternativa più leggera alle sue controparti ripiene di crema. (per prepararli a casa, potete trovare la ricetta collaudata di Italy Segreta qui).
Se i maritozzi erano una scelta iconica per la colazione a Roma durante la Dolce Vita degli anni ’50 e ’60, sono gradualmente passati in secondo piano a causa dei cornetti prodotti in serie. Negli ultimi anni, tuttavia, i maritozzi hanno conosciuto una rinascita, forse influenzata dalla crescente popolarità di Instagram e TikTok che mostrano l’estetica dei maritozzi a Roma, dai video didattici su come prepararli o dal momento in cui Stanley Tucci si è visto servire il decadente pasticcino una mattina presto al Bar San Calisto nel suo show “Searching for Italy”.
Ma qui a Roma il maritozzo è più di un semplice pasticcino, è il simbolo di un sapore d’amore profondamente romano e la sua storia si addice all’ammirazione che ha suscitato tra i nativi italiani e i visitatori. Chi ha un po’ di etimologia alle spalle avrà già capito che il nome del dolce deriva dalla parola “marito”.
Nel XIX secolo, nel cuore di Roma, nacque un affascinante rituale: gli uomini facevano la proposta di matrimonio alle loro compagne il primo venerdì di marzo. Ma non si trattava di una proposta qualsiasi: per addolcire l’accordo (letteralmente), i futuri mariti nascondevano l’anello di fidanzamento all’interno di un maritozzo, trasformando questo dolce in un simbolo di amore e impegno incrollabili. (Non è stato possibile trovare statistiche su quante future spose abbiano ingoiato tali anelli).
Altre storie parlano di una tradizione diversa, secondo la quale le giovani donne in cerca di marito si riunivano sul Colle Oppio, un antico colle vicino al Colosseo, e presentavano maritozzi a forma di cuore al giovane più bello del villaggio. Questi, in cambio, avrebbe sposato la ragazza che aveva realizzato il maritozzo più bello.

Courtesy of Roscioli Caffè
I maritozzi, tuttavia, non sono sempre stati simbolo dell’amore. Le loro radici possono essere fatte risalire all’antica Roma, quando il “panis mellitus” (una frase latina che si traduce approssimativamente in “pane al miele”) era abbondante. Le donne romane preparavano questi pani sostanziosi e dolci per sostenere le lunghe giornate di lavoro dei loro mariti nei campi. Uova, farina, burro e sale costituivano la base del pane, a cui si aggiungevano generose quantità di miele e uvetta per renderlo più dolce.
Nel Medioevo, la popolarità del maritozzo aumentò a Roma dopo che la Chiesa ne permise il consumo durante la Quaresima, facendogli guadagnare l’affettuoso soprannome di Santo Maritozzo. I pani si erano in qualche modo evoluti rispetto all’antichità: l’olio era sostituito dal burro e l’uvetta era accompagnata da pinoli e frutta candita.
Il maritozzo essenziale di oggi rispecchia queste origini semplici e antiche.
Tutto ruota intorno al pane, una sfera simile a una brioche che può stare nel palmo di una mano. I morbidi rotoli di pasta vengono tagliati verticalmente al centro e riempiti con panna montata, creando una delizia appetitosa, anche se disordinata. Mentre il maritozzo classico rimane un dolce sempre amato, nella Roma di oggi sono nati adattamenti creativi. La panna viene talvolta mescolata con scaglie di cioccolato o ricoperta di frutta oppure viene sostituita con una crema di pinoli e limone, come da “Faro”, o con la nutella, che si trova alla “Pasticceria Romoli”. Casa Manfredi propone il panino in stile quaresimale, tempestato di uvetta e coronato da un’abbondante e soffice panna montata infusa con la vaniglia. Anche le versioni salate sono molto apprezzate, soprattutto da “Il Maritozzo Rosso”, dove si trovano pagnotte ripiene di burrata e acciughe e polpette al sugo. I vegani sono entusiasti della versione dei Fratelli Piermattei.
Alcuni panifici romani, come il “Bar San Calisto”, scelgono di affettare e farcire i maritozzi al momento. Altri, come la “Pasticceria Regoli” e “Maritozzaro”, scelgono di preassemblare queste delizie fresche ogni mattina, esponendole con orgoglio all’interno di un’esposizione di pasticceria per tentare i passanti. Spesso sono molto richiesti: in particolare il primo sabato di dicembre, considerato il “Maritozzo Day”.
Al giorno d’oggi, le coppie innamorate continuano ad abbracciare la tradizione delle proposte di matrimonio con un tocco romano, e il maritozzo rappresenta una testimonianza duratura del potere duraturo dell’amore e della bellezza delle dolci sorprese. Quindi ricorda: quando in Italia l’amore della tua vita ti chiede: “Vorresti un maritozzo?” assicurati di dire “lo voglio”.