Raccontaci brevemente la tua storia e del tuo lavoro attuale:
La mia storia inizia a caso perché nessuno giocava nella mia famiglia. Ho scoperto il golf grazie ad un amico di mia madre che mi ha fatto provare una domenica: è stato amore a prima vista. Oggi sono al decimo anno di professionismo sull’European Tour e viaggio praticamente in tutto il mondo.
Perché hai scelto di vivere/rimanere in Italia?
La mia carriera è iniziata a Roma, poi mi sono trasferito tre anni a Dubai e sono tornato di recente in Italia. Mi sono reso conto che più viaggio più riesco ad apprezzare le qualità di questo paese, specialmente in termini di umanità e cibo, assolutamente imbattibile.
Quali sono le tue previsioni per il futuro dell’industria del golf in Italia?
È un grande momento di fermento per il golf in Italia. Infatti attualmente, oltre ad esserci 9 italiani a competere all’European Tour, si è appena conclusa la Ryder Cup al Marco Simone Golf & Country Club (RM), una delle competizioni sportive più seguite al mondo. Sono certo che con la giusta strategia, nei prossimi anni questo bellissimo sport, ancora poco praticato nel nostro Paese, avrà uno sviluppo non indifferente.
Quali sono i maggiori ostacoli che affronti e le più grandi soddisfazioni che provi in questo paese
Dal nord al sud, naturalisticamente parlando l’Italia offre tantissimo e dal mio punto di vista è uno dei Paesi dove si vive meglio al mondo. Ci sono senz’altro alcuni aspetti decisamente ostici, come ad esempio un apparato burocratico lento e difficoltoso.