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35 Under 35: Matteo Frescobaldi

Fondatore di Pasta Tirrena e Direttore del Laudemio Frescobaldi

Età: 34 anni

Luogo di nascita: Firenze

Città di residenza: Firenze

Raccontaci brevemente la tua storia e del tuo lavoro attuale:

Sono il più giovane rappresentante della trentesima generazione della famiglia Frescobaldi, entrato a lavorare in azienda nel 2018 con il ruolo di Brand Manager del Laudemio Frescobaldi. Sono cresciuto in ambienti internazionali, ho sempre coltivato la volontà di lavorare nell’azienda di famiglia, contribuendo allo sviluppo. Una passione per l’agricoltura nata nelle aziende agricole della famiglia, dove sono cresciuto ed ho lavorato durante le estati precedenti alle mie esperienze formative all’estero.

Nel 2007, non appena diciottenne, mi sono trasferito a Londra per studiare Economia Aziendale presso Regents University London. Dopo il triennio universitario ho condotto esperienze lavorative in varie aziende sia a Londra che negli Stati Uniti a Napa Valley. Nel 2012, infine, ho conseguito un Master in Business Administration presso la Grand Ecole ESCP Europe studiando nei campus di Torino e Berlino. Terminati gli studi, ho lavorato a Milano per 6 anni, inizialmente in PWC Advisory occupandomi di operazioni di finanza straordinaria e successivamente in un fondo di investimento privato.

Nel 2017 ho redatto un piano industriale dedicato allo sviluppo produttivo e commerciale del Laudemio Frescobaldi. Il piano prevede rilevanti investimenti in nuovi uliveti e nuove strutture per far crescere la produzione di Laudemio Frescobaldi, alla ricerca di una qualità sempre più alta. Dal lato commerciale il piano prevede la creazione di un Team dedicato, che affermi il Laudemio Frescobaldi come olio extravergine di oliva di riferimento nel mondo nel settore fine food. Nel 2018 ho iniziato ad implementare il piano sul progetto Laudemio Frescobaldi come Brand Manager. Nel 2023 ho lanciato il brand di pasta TIRRENA, prodotta con grani antichi coltivati in Toscana nelle tenute Frescobaldi, che ora gestisco insieme al Laudemio Frescobaldi ed aumenta la distribuzione del Gruppo Frescobaldi nel settore fine food.

Perché hai scelto di vivere/rimanere in Italia?

Nel mio caso è stato un voler tornare in Italia dopo gli studi e le prime esperienze lavorative all’estero. Penso sia importante viaggiare e conoscere il mondo per poi apprezzare la propria Patria, in questo caso l’Italia. Io ho sempre desiderato lavorare nell’azienda di famiglia, sin da quando ero molto giovane. Dunque, questo è stato il principale motivo. Dopo di che, la qualità della vita è indiscutibile. Oltre alla qualità del cibo, ogni città è bellissima e molte città ancora più belle sono sempre a poche ore di distanza che sia in macchina, aereo (per le isole) o treni ad alta velocità. In più abbiamo montagne strepitose e mari stupendi, sempre facilmente raggiungibili. Questa diversità di bellezze, paesaggi e territori dà unicità e qualità anche ai nostri prodotti gastronomici.

Quali sono le tue previsioni per il futuro dell’industria del food? 

La tendenza principale è la “premiumizzazione”. In ciascuna categoria del settore alimentare i consumatori cercano più prodotti agricoli e/o artigianali, il che in definitiva significa più “premium” o meglio ancora “gourmet”. Nel corso dell’ultimo secolo l’industria alimentare ha puntato sulla produzione di massa per poter fornire cibo a tutti ovunque. Oggi i consumatori non vogliono solo un “olio d’oliva” o una “pasta”, vogliono un prodotto pregiato, desiderano sapere dove e come viene prodotto, in maniera sana ed autentica, fedele al territorio d’origine; e, perché no, vogliono anche un bel packaging. La bellezza ha un ruolo: un buon prodotto deve essere bello e i prodotti belli devono essere buoni.

Quali sono i maggiori ostacoli che affronti e le più grandi soddisfazioni che provi lavorando in questo paese?

Il principale ostacolo a far capire ai nostri interlocutori l’unicità dietro i nostri prodotti è il TERRITORIO. Il concetto di Terroir è ormai affermato nel mondo del vino, ma ancora non assimilato nel mondo del food. Questo perché l’industria alimentare è per lo più suddivisa tra agricoltori e trasformatori, mentre noi siamo un’azienda agricola che trasforma anche il prodotto finito. Dietro a un grande vino c’è sempre un grande territorio, mentre se si pensa alla pasta le persone pensano al pastificio, ma non al grano né al territorio dove è stato coltivato. Dunque, quello che stiamo cercando di fare è applicare la stessa filosofia del vino anche all’olio evo ed alla pasta. È molto difficile far cambiare idea alle persone, ci devono arrivare da sole.

Proprio perché ci stiamo arrivando, questo ci da grande soddisfazione ed i risultati sia di Laudemio che di Tirrena ne sono la prova.