Raccontaci brevemente la tua storia e del tuo lavoro attuale:
Attualmente sono responsabile dei contenuti editoriali di Vogue Italia. Ho studiato Lettere Moderne all’Università Sorbona di Parigi prima di lavorare nella sede parigina di Vogue Italia nel 2010, prima come stagista e poi come corrispondente. Mi sono poi trasferita a New York per assumere il ruolo di Fashion Market Editor per Vogue US. Successivamente, tornata in Italia, ho lavorato come Fashion Market Director di Vogue Italia prima di assumere il mio ruolo attuale. Nel corso della mia carriera, ho avuto la fortuna di imparare da mentori incredibili come Anna Wintour, Edward Enninful, Virginia Smith, Emanuele Farneti, Grace Coddington e Tonne Goodman, che hanno contribuito moltissimo alla mia formazione e alla mia carriera.
Da sempre riflesso della contemporaneità, specchio e interpretazione delle correnti e delle tensioni che permeano la società, la moda offre l’opportunità di ridefinire ogni giorno, nel quotidiano, la nostra identità sociale e i nostri desideri. Attraverso il linguaggio non verbale la moda è una rappresentazione viva dell’eterogeneità della nostra società e può offrire punti d’incontro fra discipline, anche con il supporto delle istituzioni. Sono convinta che la moda sia la forma di cultura più inclusiva e viva.
Perché hai scelto di tornare in Italia?
Nella mia vita ho sempre viaggiato molto. Durante la mia infanzia, essendo mio padre un giocatore di basket e mia madre modella, ho sempre seguito la mia famiglia da una città all’altra. Crescendo la mia natura da girovaga si è confermata perchè a soli 18 anni mi sono trasferita a Parigi inizialmente per motivi di studio e successivamente per lavoro. Sempre il lavoro mi ha portata ancora più lontana, a New York dove ho fatto un’ulteriore esperienza meravigliosa soprattutto dal punto di vista formativo e personale. Vedere e vivere in posti molto diversi tra loro ha aiutato a plasmare la mia personalità e il mio carattere. Parlare più di una lingua ogni giorno, vedere il mondo da angolature diverse, conoscere ogni giorno persone nuove, vivere nel groviglio di grandi città globali e multiculturali, uno dei capitoli più belli e importanti della mia vita anche se alla fine ho scelto di tornare in Italia per amore.
Quali sono le tue previsioni per il futuro dell’industria della moda e del mondo editoriale?
Oggi l’editoria e la moda si trovano a fronteggiare nuove opportunità. Dobbiamo cercare di conquistarci ogni giorno la fiducia della nostra audience, che si è fatta più ampia rispetto al passato, attraverso uno storytelling di qualità: storie vere con punti di vista rilevanti e soprattutto molto sinceri.
Una delle sfide che ci troviamo a fronteggiare oggi è tradurre il linguaggio della moda e della cultura in vere e proprie esperienze multisensoriali, testuali, fotografiche e visive cercando di capire e attrarre anche la nuova generazione di pubblico / consumatori. Mantenendo viva la componente umana e dell’emozione, intima e diretta con il lettore… elementi fondamentali per andare nel futuro soprattutto di fronte alla challenge a cui ci pone davanti AI.
Quali sono i maggiori ostacoli che affronti e le più grandi soddisfazioni che provi lavorando in questo paese?
È un grande privilegio fare questo mestiere in Italia culla del made in Italy e paese faro per la produzione, la filiera, l’avanguardia di tecniche artigiane, tradizione e genio insieme. Il mio più grande sogno è riuscire a fare ancora più sistema tra media, istituzioni e imprese perché solo lo scambio di punti di vista, idee e intuizioni concrete potranno supportare la crescita e l’innovazione del settore in primis ma anche del paese.