Uno sciatore alpino olimpico. Una psicologa clinica che ha sviluppato un’app per far tornare le donne a casa in sicurezza. Un’icona pop di 25 anni in ascesa. Un avvocato diventato distillatore che ha aperto la prima distilleria di whisky a Firenze. Uno chef che, a 32 anni, ha vinto tre stelle Michelin. Queste sono le voci delle giovani generazioni italiane. In un paese dove il 24% della popolazione ha più di 65 anni e le nonne regnano sovrane (sia a tavola che nell’ immaginario, non è facile farsi sentire da giovani, soprattutto quando si tratta di affari. Il nostro paese non ha certo la fama di rimboccarsi le maniche, ma ci sono un sacco di giovani – scorri giù per vederne 35! – che perseguono carriere qui e si danno da fare per fare qualcosa di incisivo… anche se non è facile.
Da dove cominciare con gli ostacoli che le giovani generazioni devono affrontare per farlo? Potremmo parlare della disoccupazione giovanile, che, al 21%, è la terza più alta nell’UE, secondo Statista. We could write about the red tape bureaucracy that plagues businesses all along the food chain and that requires employers to apply to una dozzina di uffici diversi per assumere anche solo un apprendista; molti dei nostri 35 hanno indicato la “burocrazia” quando gli è stato chiesto quali fossero i maggiori ostacoli al lavoro in Italia. Potremmo parlare degli stipendi sconcertantemente bassi (un sintomo delle maggiori difficoltà economiche dell’Italia), che hanno spinto i Millennials a definirsi la ” Generazione mille euro” nel 2009 per l’ammontare delle loro buste paga mensili.
Ci sono un sacco di altre statistiche che potremmo tirarti addosso, ma quello che conta davvero qui è il risultato: l’Italia soffre di una massiccia fuga di cervelli. Il rapporto Istat del 2019 ha contato 816.000 italiani che si sono allontanati dal nostro paese nei 10 anni precedenti, con quasi tre su quattro che portavano con sé un titolo di studio medio/alto. L’età media degli uomini che partivano era di 33 anni; per le donne, 30. Considerando che qui è comune laurearsi tra i 24 e i 27 anni, per persone come queste, questo lascia alcuni anni per barcamenarsi nel sistema rotto, disilludersi e, alla fine, andarsene.
Quindi è ancora più impressionante quando giovani italiani come i nostri 35 decidono di rimanere in Italia – o tornare dall’estero – e, nonostante le sfide, rivolgono lo sguardo in avanti e i loro talenti alla crescita del paese. Da fondatori di startup, attivisti, attori e chef a fotografi, olimpionici, designer e cantanti, ecco 35 persone sotto i 35 anni da tenere d’occhio.
Clicca su ciascun profilo individuale per leggere del loro lavoro, delle loro ragioni per rimanere in Italia, delle maggiori soddisfazioni di lavorare in un paese bello e complesso come il nostro, e altro ancora. (Anche se molte liste simili all’estero si concentrano sugli under 30, avrai intuito che in Italia siamo un po’ più lenti a partire, quindi abbiamo deciso di estendere la fascia d’età.)
Laura De Dilectis
Psicologa Clinica, CEO di VIOLA, Creatrice e Vice Presidente di DonneXStrada
Età: 33
Gianluca Demarchi, Valentin Hehl, Pietro Valente
Fondatori dell’Agriturismo Valleponci
Età: 33 (Gianluca) 31 (Valentin e Pietro)
Francesco e Umberto Sereni
Co-Direttori, e Responsabile Vendite e Responsabile Ospitalità di Acetaia Sereni
Età: 28 e 29